Gran Consiglio

Sessione straordinaria

29 marzo 2012 Nessun commento

Per oltre dieci milioni di franchi il Cantone si offre una nuova scuola. Non stiamo certo parlando di un edificio scolastico. Ma di una fondamentale struttura pubblica.

Giustamente qualcuno, durante il dibattito, ha definito le uscite per il sistema formativo un investimento. Infatti, approvando la nuova legge scolastica il Gran Consiglio ha deciso che la scuola retica costerà di più rispetto ad oggi. Un costo che verrà ripartito tra Cantone (per il 60%) e Comuni (per il 40%). Maggiori uscite che sono causate da varie decisioni. Più soldi saranno messi a disposizione per l’insegnamento e l’integrazione delle persone diversamente abili, sia quelle con deficit (psichici o fisici) sia quelle con un surplus di doti. I docenti si vedranno aumentare gli stipendi minimi, di ingresso in maniera non certo poco importante. Si parla di aumenti di circa 500 franchi mensili e per alcune categorie potrebbero addirittura arrivare a 10’000 franchi annui, tredicesima compresa. Inoltre lo scatto di anzianità arriverà a 154%, superiore a quanto le legge prevede per i dipendenti del Cantone.

Tutto questo anche per riconoscere l’impegno del corpo insegnante, che negli anni non ha avuto una crescita salariale adeguata e tanto meno paragonabile a quella dei colleghi della Svizzera orientale, mentre ora vi si avvicineranno un po’. Sempre i maestri si sono visti ridurre l’orario settimanale di un’ora, anche se la durata complessiva dell’anno scolastico aumenterà di una settimana. Sono molte altre le questioni che il Gran Consiglio ha dibattuto in merito alla nuova legge scolastica – addirittura con una seduta notturna – ma ci vorrebbe decisamente troppo spazio per raccontare tutto.

L’insegnamento dell’italiano

Ne approfittiamo per tornare sulla questione dell’insegnamento dell’italiano, pur avendone La Voce  delle Valli già scritto la scorsa settimana.

Nella discussione se ne sono sentite, letteralmente, di… tutti i colori.

Da quel deputato convinto che l’italiano debba sparire dai banchi delle elementari perché è difficile spiegare agli alunni che “in italiano con c’è la K e che lo stesso suono si ottiene mettendo una H tra la C e la E per fare che” … Forse qualcuno dovrebbe spiegargli che anche per gli italofoni non è facile avere a che fare con tre generi, con quattro declinazioni o con strani dittonghi come “eu”  che si pronuncia “oi” e via dicendo. Ma forse la premessa è che gli italo- e romancio parlanti hanno più neuroni di loro coetanei?

O chi ha affermato che in fondo imparare l’inglese è facile, perché tanto già oggi tutti sanno cosa significa “on and off” oppure perché nei giochi elettronici compare “game over”. E poi: mai sentito parlare dei verbi irregolari inglesi?

E – altro argomento con le lingue straniere in terza e quinta classe – che dire della presunta difficoltà dei giovani germanofoni nell’imparare due lingue alle elementari, mentre italo- e romancio parlanti non avrebbero? Detto ciò…

Se questi saranno gli argomenti che utilizzeranno i promotori di un’iniziativa popolare che vuole modificare l’articolo 30 della nuova legge per fare in modo che nelle elementari dei Grigioni germanofoni si apprenda solo una lingua, si potrebbe già dire che la votazione l’hanno già persa in partenza. Eppure bisognerà fare attenzione perché simili uscite potrebbero far presa! E, per il momento, anche di referendum non sembra parlare più nessuno, anche perché i docenti potrebbero essere i primi a non voler seguire questa strada che butterebbe a mare tutto quanto hanno ottenuto.

Le abitazioni secondarie

In chiusura della sessione straordinaria monotematica, il Gran Consiglio ha approvato a stragrande maggioranza una risoluzione sulle abitazioni secondarie, primo firmatario Luca Tenchio (PDC, Coira). Nel documento, tra le altre cose, si chiede a Berna di tener conto dei problemi che il voto popolare dello scorso 11 marzo potrebbe causare agli eredi, i quali potrebbero ritrovarsi proprietari di abitazioni secondarie senza “colpe”. Decisamente un tema interessante su cui riflettere.

Su gentile concessione de “La Voce Delle Valli” – Marco Tognola

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