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Airbnb

19 gennaio 2018

Diversi cantoni svizzeri negoziano per incassare tassa di soggiorno. La piattaforma di affitto online propone 4 milioni di alloggi in tutto il mondo con alcune offerte anche dalla Val Bregaglia.

L’anno scorso sulla piattaforma in Svizzera figuravano 29’595 proposte di locazione, il che equivale a 80’227 letti. Di fronte a questa crescita, diversi cantoni stanno negoziando con la società americana per incassare una tassa di soggiorno.

Finora Zugo e Friburgo sono i soli cantoni ad aver firmato un accordo con Airbnb. Dallo scorso mese di luglio l’azienda californiana preleva automaticamente una tassa di soggiorno da tutti gli offerenti del servizio nel canton Zugo, trasmettendola poi all’ente turistico. Da aprile Friburgo disporrà di una simile convenzione. La piattaforma preleverà la tassa presso i suoi clienti e la verserà poi al cantone.

Dal canto loro Vallese, Ginevra, Berna, Zurigo e Ticino – che assieme a Friburgo offrono oltre 67’000 letti via Airbnb – sono sempre in trattativa con la società americana.

“L’obiettivo è di giungere a un accordo entro la fine dell’anno”, ha spiegato all’ats la portavoce di Ginevra Turismo Lucie Gerber.

Il responsabile del Dipartimento ginevrino dell’economia, Pierre Maudet, ha incontrato l’anno scorso i dirigenti di Airbnb.

Il numero di giorni massimo per un’offerta di un appartamento sulla piattaforma online dovrebbe essere “tra i 10 e i 100″, ha indicato nel novembre scorso Pierre Maudet. La questione della tassa dovrebbe delegata all’azienda “previo controlli”.

Albergatori non completamente contenti

Dal canto suo, Ticino Turismo ha incontrato a diverse riprese i responsabili del portale di affitto online. Questi ultimi “sono in principio d’accordo di incassare direttamente la tassa di soggiorno”, stando a quanto ha dichiarato alla RSI il direttore dell’ente turistico ticinese Elia Frapolli. La riscossione della tassa è attualmente delegata ai privati che mettono a disposizione il loro alloggio.

Ma la firma di un accordo accontenterà solo parzialmente gli albergatori. Questi ultimi chiedono parità di trattamento, in particolare per quel che concerne il rispetto delle norme d’igiene e di protezione anti-incendio.

Dal canto suo Airbnb indica di voler sostenere tutti i cantoni nelle loro pratiche, allo scopo di ridurre la burocrazia sia per l’amministrazione che per gli ospiti. “Ma la conclusione di un accordo dipende pure dalla volontà del cantone interessato”, ha sottolineato la portavoce della società Isabelle Klot.

Diverse leggi

Altro problema: la regolamentazione varia da un cantone all’altro e persino da un comune all’altro. Nei Grigioni, per esempio, la tassa di soggiorno è regolamentata a livello comunale. Lo stesso vale per il canton Vaud.

Tuttavia il consiglio di Stato vodese intende adottare delle misure per regolamentare gli alloggi con più di 10 letti. “Un registro cantonale potrebbe essere istituito. Si attende una risposta in tal senso del governo vodese entro questa primavera”, ha precisato la portavoce dell’Ufficio cantonale del turismo Cindy Maghenzani.

A livello nazionale, il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento dell’economia (DEFR) di elaborare un progetto di revisione del diritto di locazione. La modifica concerne in particolare il subaffitto.

Secondo il governo, le leggi federali vigenti consentono già di risolvere le questioni legate alle piattaforme di affitti online. È tuttavia necessaria una revisione del concetto di abitazione di vacanza nel diritto di locazione, nonché una modifica delle modalità per ottenere il consenso dell’inquilino relativamente al subaffitto o per negarlo.

Vallese in testa

In Svizzera, a fine giugno, Airbnb proponeva quasi 30’000 proposte di locazione, il che rappresenta oltre 80’000 letti, stando a uno studio dell’Osservatorio vallesano del turismo, con sede a Sierre (VS). Nello spazio di un anno, 11’000 nuovi alloggi sono stati proposti sulla piattaforma online americana.

La percentuale dei letti disponibili rispetto all’offerta alberghiera totale è salita di cinque punti al 30% nello spazio di sei mesi. Nel canton Vallese, tale quota raggiunge addirittura il 73%.

Il Vallese resta in testa alla classifica dei cantoni che possiedono il maggior numero di proposte e di letti affittati su Airbnb (rispettivamente 5150 e 22’953). Ciò rappresenta il 28,6% dell’offerta complessiva in Svizzera.

Tre cantoni turistici alpini (Vallese, Grigioni e Berna) occupano i primi tre posti delle regioni che dispongono di più letti disponibili sulla piattaforma online. Le loro offerte cumulate superano la metà (50,6%) dell’offerta totale nella Confederazione.

Fondato nel 2008, Airbnb è presente in oltre 65’000 città attraverso 191 Paesi, stando al suo sito internet. La piattaforma propone 4 milioni di alloggi. Il gruppo ha già firmato un accordo con oltre 340 città per il prelievo automatico di una tassa di soggiorno.

Fonte: ats

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