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Fare di un moscerino un elefante

1 maggio 2017 1 commento

//riceviamo e pubblichiamo\\
Il commento di Tosca Negrini (Ex-presidente della Fondazione per il restauro della Chiesa di San Gaudenzio) sulle dimissioni dei due municipali del Comune di Bregaglia in merito al caso San Gaudenzio.

Due municipali si sono dimessi perché a loro avviso la Fondazione per il restauro della chiesa di San Gaudenzio non ha rispettato alla lettera la legge sugli appalti pubblici. Mi vien da chiedere chi rappresentano questi municipali, il comune e i loro concittadini o la legge sugli appalti pubblici?

Non sarebbe il compito di un municipale in una situazione come “il caso San Gaudenzio” di trovare soluzioni, valutare il lavoro svolto dai concittadini nel loro insieme, ammonire se necessario là dove capita un errore involontario, multare se l’errore è intenzionale e in caso estremo se veramente c’è un danno per la comunità far risarcire il danno a chi l’ha causato?

Cosa hanno fatto questi due municipali? Si sono messi contro la Fondazione fin dal nostro primo incontro nel 2014, non hanno mai ascoltato le nostre ragioni, non una parola di apprezzamento per il lavoro svolto per non parlare di una lode per aver portato nelle casse comunali la bellezza di 415’000 CHF da fondazioni e terzi che credevano nell’importanza storica, culturale e religiosa che la chiesa di San Gaudenzio rappresenta, e 320’000 CHF dal così detto Fondo Castelli finanziato dal Cantone dei Grigioni e dalla Confederazione Svizzera, investiti per intero nei lavori di restauro della chiesa.

Suggerire alla popolazione che la Fondazione ha speso in malo modo i soldi pubblici per aver appaltato i lavori alle ditte vallerane (senza però portare delle prove concrete), è come dire andate in Italia a far la spesa che costa meno.

Il giurista cantonale interpellato dalla Fondazione ha sì affermato che c’è stata una lesione alla legge sugli appalti pubblici, ma che quasi sicuramente non si sarebbero ottenute offerte migliori da ditte fuori valle rispetto alle ditte vallerane, i loro prezzi erano prezzi correnti di mercato all’epoca degli appalti (parliamo del 2009, anno in cui sono stati deliberati i lavori).

Per il giurista cantonale la Fondazione avrebbe potuto terminare i lavori alle stesse condizioni come iniziato.

A mio avviso il compito del Municipio (nell’interesse della causa) era accettare questo giudizio e portare in assemblea la domanda di credito della Fondazione. L’assemblea avrebbe poi deciso democraticamente cosa fare o non fare, così come l’assemblea della Regione, che nel 2008 aveva concesso un credito di 240’000 CHF per il restauro della chiesa di San Gaudenzio.

Tosca Negrini

Ex-presidente della Fondazione per il restauro della Chiesa di San Gaudenzio

Attualmente c'è un commento

  1. emilio scrive:

    Se violare TUTTI gli articoli di una legge non è un elefante boh?!!
    Emilio

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