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Vita di Gran Consiglio: due temi dominanti

22 giugno 2018

//tratto da Il Grigione Italiano\\
Quella della settimana scorsa è stata una sessione un po’ particolare: l’ultima della legislatura, ma convocata il giorno dopo le elezioni, quando si sapevano ormai i nomi degli eletti e dei non eletti in Gran Consiglio per i prossimi quattro anni.


Il 10 giugno si sono svolte le elezioni del Parlamento e del Governo, l’11 era convocato il Gran Consiglio. E così, fra i presenti c’erano i deputati che sapevano di essere stati rieletti, quelli che avevano deciso di non ripresentarsi alle elezioni e quelli che, pur essendosi ripresentati, sono risultati non eletti. Ma alcuni dei non eletti, riferisce il nostro usuale interlocutore Maurizio Michael, a questa seduta parlamentare erano assenti.

Dunque, che clima c’era?
Prima di tutto, si è trattato di una sessione in cui si salutano gli uscenti, alcuni dei quali volontari, altri no, fra cui anche deputati di un certo peso, per esempio Luca Tenchio, italofono di Coira, Angela Casanova, vicepresidente del mio partito (Liberali), il sindaco di Flims Urs Steiger, Rico Stiffler di Davos e Dario Monigatti di Brusio (socialista che ha perso in favore di Pietro Della Cà, UDC). Alcuni di questi erano presenti alla sessione. Ovviamente, il giorno dopo, in Gran Consiglio (nei corridoi) si discute delle elezioni, di com’è andata.

A proposito di italofoni, alla Deputazione grigionitaliana com’è andata?
La Deputazione grigionitaliana non è eletta nel suo insieme, quindi non farei un bilancio post-elettorale. Essa raggruppa i deputati di lingua italiana e rappresenta l’area italofona e gli interessi della lingua italiana. È un’associazione, non ha un ruolo formale in Gran Consiglio. È per così dire uno dei gruppi di interesse, come quello dei cacciatori, dei parlamentari di lingua romancia, dei sindaci o dei promotori del turismo.

Veniamo ai temi principali di cui avete discusso. Uno è l’iniziativa sulle lingue «straniere» nella scuola primaria.
L’iniziativa, che vuole che venga insegnata una sola lingua straniera alle elementari (e i promotori hanno detto che deve essere l’inglese), era stata ritenuta non valida dal Gran Consiglio. Invece, il Tribunale federale ritiene che possa essere attuata, nel rispetto delle norme vigenti. Già all’interno della Commissione per la formazione e la cultura era stata fatta la controproposta che la seconda lingua fosse una lingua cantonale, di fatto l’italiano, e quindi l’inglese verrebbe introdotto solo in secondaria. Un’altra proposta emersa in Gran Consiglio era di non entrare in materia, di valutare ancora la situazione e cercare una soluzione con gli iniziativisti, affinché loro possano ritirare l’iniziativa. Questa idea è stata rigettata in modo chiaro dal parlamento: non ci sono più margini di azione, si voleva prendere tempo per niente. Quindi siamo entrati in materia e abbiamo votato per mantenere lo status quo.

Quali sono le tue considerazioni in merito?
Il Cantone dei Grigioni fa del trilinguismo il suo punto di forza, e se questa iniziativa passasse, sarebbe uno dei pochi ad avere una sola lingua straniera nelle scuole primarie. La maggior parte dei Cantoni hanno attuato e stanno applicando la regola 3 / 5 (una prima lingua straniera in 3ª e una seconda lingua in 5ª classe). È inoltre necessario che all’interno del Cantone sia garantita la compatibilità e del sistema scolastico nonché un trattamento equivalente nelle varie aree linguistiche. Questo significa che la prima lingua straniera deve essere una lingua cantonale, mentre l’inglese sarà insegnato in tutto il Cantone a partire dalla 5ª classe elementare. Il voto che si terrà in settembre sarà quindi un voto importante. Il Gran Consiglio ha deciso (con 93 voti contro 17) di presentare l’iniziativa al popolo e raccomanda di respingerla, mantenendo il sistema attuale, senza controprogetto.

L’altro tema caldo era la cosiddetta «appaltopoli».
Abbiamo votato l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta. È la prima volta che ciò accade nel nostro Cantone. Questa commissione ha lo scopo di capire se e come i rappresentanti dell’amministrazione cantonale, ma anche i politici, abbiano avuto un ruolo in questa situazione abbastanza intricata. Verrà esaminato se hanno avuto un ruolo attivo o passivo, se hanno mancato nei controlli, o se sono stati direttamente coinvolti. Lo scopo è di ricreare la fiducia nelle istituzioni, facendo luce sull’accaduto. Verrà esaminato anche l’ormai famoso intervento della polizia nei confronti del signor Quadroni.

A te che effetto ha fatto questa storia?
È stata presentata, soprattutto all’inizio, attraverso una specie di “romanzo” della vita di questo sig. Quadroni, denominato whistleblower. Fa impressione il numero delle imprese coinvolte e l’organizzazione precisa e minuziosa. Comunque è una sorpresa fino a un certo punto. Era conosciuto che erano in atto delle indagini da parte della COMCO (Commissione federale per la concorrenza) e che probabilmente sarebbero emerse delle scorrettezze. Gli articoli apparsi su republik.ch sono interessanti e scritti bene, ma sono forse troppo magnanimi e poco critici, soprattutto nei confronti della persona che ha denunciato il fatto e che a causa di questo ha subito varie conseguenze. L’oggettività di questa serie di articoli può perciò essere messa un po’ in discussione. Ciò non toglie che quanto avvenuto era prassi e non sia accettabile. Do molta importanza a questa commissione.

In che senso non c’è da sorprendersi?
Alcuni comportamenti sono normali e leciti. È addirittura uso aiutarsi a vicenda nelle piccole realtà. Ma se ti metti d’accordo, fai il prezzo, che è pure più alto del giusto, allora non è più tollerabile. In qualsiasi caso aspetto di vedere le cifre vere dei danni causati. La COMCO parla di maggiori costi che vanno dal 30 al 50%. Queste cifre mi sembrano eccessive. Comunque sia, ciò che è stato fatto è paragonabile a una truffa. Anche se l’imprenditore che ha parlato per primo non dovesse rivelarsi come eroe, bisogna comunque rispettare le regole.

Quella della settimana scorsa è stata una sessione un po’ particolare: l’ultima della legislatura, ma convocata il giorno dopo le elezioni, quando si sapevano ormai i nomi degli eletti e dei non eletti in Gran Consiglio per i prossimi quat

P { margin-bottom: 0.21cm; direction: ltr; }Quella della settimana scorsa è stata una sessione un po’ particolare: l’ultima della legislatura, ma convocata il giorno dopo le elezioni, quando si sapevano ormai i nomi degli eletti e dei non eletti in Gran Consiglio per i prossimi quattro anni.

P { margin-bottom: 0.21cm; direction: ltr; }Quella della settimana scorsa è stata una sessione un po’ particolare: l’ultima della legislatura, ma convocata il giorno dopo le elezioni, quando si sapevano ormai i nomi degli eletti e dei non eletti in Gran Consiglio per i prossimi quattro anni.

tro anni.

Silvia Rutigliano

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