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Possibili nuovi scavi archeologici

22 luglio 2015

//comunicato stampa\\
La settimana scorsa, un’équipe archeologica dell’Università di Verona ha visitato il territorio di Piuro. Incontrate anche le amministrazioni comunali.

Continua la collaborazione dell’Associazione italo-svizzera per gli scavi di Piuro con importanti istituti di ricerca universitari italiani ed esteri. A fianco della consolidata sinergia con l’Università degli studi di Milano che in più occasioni ha indirizzato le sue ricerche sulle cause e dinamiche della frana che nel 1618 distrusse il fiorente borgo di Piuro, si sono sviluppati negli ultimi anni intensi contatti con ricercatori polacchi sulle presenze piurasche nell’Europa dell’est e con le università tedesche di Heidelberg e Darmstadt che hanno portato la vicenda di Piuro alla ribalta mondiale, purtroppo fra le grandi tragedie dell’era moderna, nella mostra di Mannheim tenutasi lo scorso autunno in terra tedesca.

Ora, un altro importante filone di ricerca si va aggiungendo a quanto già in atto a conferma di quanto il Presidente dell’Associazione, Gianni Lisignoli, aveva preannunciato nell’ultima Assemblea dei soci. Il prof. Fabio Saggioro, docente di archeologia presso il dipartimento di Tempo, Spazio, Immagine e Società (Te.S.I.S.) dell’Università degli studi di Verona, ha visitato in questi giorni con la sua equipe archeologica (dott.sse Martina Moretti, Paola Pistis, Maria Bosco) i luoghi di Piuro allo scopo di predisporre un nuovo progetto di scavo archeologico che possa nei prossimi anni aggiungere ulteriori elementi di conoscenza sulla struttura dell’antico borgo, ma anche portare alla luce nuovi elementi di interesse per il turista che frequenti questo lembo di Bregaglia italiana.

Mercoledì 15 luglio in municipio a Piuro i ricercatori hanno incontrato il sindaco, Omar Iacomella, e l’assessore alla cultura, Alessandra Martinucci, ricevendo ampie assicurazioni sulla concreta possibilità di poter accedere a dei finanziamenti per attivare nuove indagini archeologiche nelle aree adiacenti il complesso di Belfort, ma anche in altri punti del territorio che dovessero suscitare interesse.

Sono seguite le visite ai siti archeologici di Piuro, protagonisti degli scavi del 1963 e del 1966 ad opera degli studenti orologiai svizzeri, al tratto di fiume Mera che nel 1988 restituì quasi per caso un tesoretto di 130 monete ed altri svariati oggetti di uso quotidiano, e, nel pomeriggio, la visita alle «trone» per l’estrazione della pietra ollare disseminate sul fianco della montagna. Ed anche le cave con i loro depositi saranno oggetto di studio ed approfondimento archeologico.

Giovedì 16 luglio l’equipe ha completato l’analisi del territorio interessato dalla frana, poi gli incontri sono proseguiti in Comunità montana con la presenza della presidente Cinzia Capelli e del soprintendente ai beni archeologici della Lombardia, dott. Andrea Breda, per la definizione degli obiettivi del progetto che dovrà necessariamente ricevere il benestare della Soprintendenza e della Regione. Percorso ancora lungo e impegnativo, ma tutto lascia ben sperare che in tempi ragionevoli si torni a scavare fra le rovine dell’antica Piuro e, questa volta, con il supporto di professori e studenti di un’università italiana.

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