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Gran Consiglio – Sessione d’aprile

30 aprile 2015

Doppio successo per l’italiano nei Grigioni. L’insegnamento non dev’essere penalizzato e l’informazione deve favorire la coesione.

L’invalidazione dell’iniziativa sull’insegnamento linguistico nel primo livello della scuola dell’obbligo e l’accettazione dell’incarico per un informazione a beneficio della coesione sociale rappresentano un doppio successo per l’italiano nei Grigioni,  tanto più in un momento nel quale la nostra lingua si trova particolarmente sotto pressione. Le due decisioni che hanno caratterizzato la sessione d’aprile del Gran Consiglio sono quindi da salutare positivamente e da accogliere con grande sollievo.

Non senza però, riguardo soprattutto all’iniziativa, biasimare l’uso strumentale e quindi improprio che si è voluto fare degli allievi di una scuola elementare tedescofona mandati a manifestare davanti al Parlamento contro l’insegnamento dell’italiano, il tutto con la sapiente regia e sotto lo sguardo compiaciuto dei preposti alla loro educazione. Come dire che quello conseguito ora in sede parlamentare è un successo importante, un passo concreto  compiuto nella giusta direzione; concreto sì, ma non ancora decisivo, perché il terreno è tutt’altro che sgombro da insidie. Guardia alta e nessun cedimento da parte nostra, insomma. Ma procediamo con ordine.

Con 82 voti contro 34 e nessuna astensione, il Gran Consiglio ha seguito le raccomandazioni del Governo e della Commissione Formazione e Cultura – che  hanno avuto nei rispettivi presidenti, Martin Jäger e Luca Tenchio, convinti e convincenti sostenitori – dichiarando non valida l’iniziativa popolare sulle lingue straniere che chiedeva una modifica della legge scolastica così da rendere obbligatoria solo una lingua straniera nella scuola elementare, il tedesco o l’inglese a seconda della regione linguistica.

Il Gran Consiglio è tenuto ad esaminare la legittimità di un’iniziativa popolare ed anche a dichiararla nulla se ritenuta non rispettosa del diritto superiore o di norme costituzionali. Ciò è il caso dell’iniziativa sulle lingue straniere, le cui carenze dal profilo giuridico, compresa l’unità della forma. vengono messe in evidenza dalla perizia che il Governo ha commissionato al professor Bernhard Ehrenzeller dell’Università di San Gallo.

In concreto, le violazioni riguardano l’articolo 8 della Costituzione federale secondo cui “nessuno può essere discriminato a causa della lingua” e l’articolo 14 della Costituzione cantonale secondo cui “un’iniziativa è nulla in tutto o in parte se è in contrapposizione evidente al diritto di rango superiore”, senza ovviamente dimenticare l’articolo 3 della Costituzione cantonale che definisce “equivalenti” le tre lingue ufficiali.

Nel dibattito sono intervenuti diversi deputati italofoni, ovviamente contro l’iniziativa: per Manuel Atanes perché “non può essere tollerata una marginalizzazione delle lingue minoritarie”, per Reto Crameri perché costituisce “un attacco frontale al nostro trilinguismo”, per Rodolfo Fasani perché “un Grigioni e una Svizzera non plurilingui perdono la loro ragion d’essere”, per Nicoletta Noi-Togni perché l’iniziativa è “discriminatoria e penalizzante” dal momento che “viene violato il principio della parità di trattamento”.

Per rafforzare la coesione sociale nel Cantone bisogna promuovere l’informazione tra le comunità linguistiche. Detto, fatto! Il Gran Consiglio ha accettato l’incarico del deputato Daniel Albertin di Ilanz, nella forma originale e più vincolante e non in quella più edulcorata del Governo: 49 i voti per l’una e 45 per l’altra.

In concreto, si tratta di modificare il mandato di prestazioni dell’ANR, l’agenzia di notizie in lingua romancia, al fine di ampliare le informazioni tra le comunità linguistiche cantonali, in collaborazione con l’Ufficio federale della cultura e dando seguito alla disponibilità in tal senso manifestata dal Consiglio federale rispondendo all’interrogazione della consigliera nazionale Silva Semadeni concernente il sostegno all’informazione per e dai Grigioni di lingua italiana.

Fra le altri decisioni prese, segnaliamo che il Gran Consiglio ha approvato l’accordo intercantonale sul riconoscimento dei diplomi scolastici e professionali, riveduto la legge sui giorno di riposo pubblici e deciso di ancorare a livello di legge le modalità di ricorso contro le spiegazioni sulle votazioni cantonali.

La Voce del San Bernardino, Marco Tognola

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