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Vita di Gran Consiglio

11 novembre 2014

Il clima della sessione di ottobre del Parlamento retico nell’intervista a Maurizio Michael. La riprendiamo dall’ultimo numero del settimanale Il Grigione Italiano.

L’intervista al granconsigliere di Bregaglia è di Silvia Rutigliano.

Dopo le usuali sedute delle frazioni del mattino e la conferenza dei presidenti nel primissimo pomeriggio, alle 14 di lunedì 20 è stata aperta la sessione di ottobre del Gran Consiglio grigione, con l’allocuzione del Presidente Duri Campell e il giuramento dei granconsiglieri (titolari e supplenti) presenti per la prima volta. I primi temi all’ordine del giorno erano le aggregazioni comunali. E da qui partiamo per sentire Maurizio Michael.

Che cosa compete al Gran Consiglio in tema di fusioni comunali?

A livello locale queste aggregazioni sono già decise, e al Gran Consiglio viene chiesto di ratificarle. Naturalmente, se ci sono fondate obiezioni, se emergono grossi problemi, allora il parlamento può anche non approvarle e chiedere ai Comuni di operare delle modifiche.
In questa sessione ne abbiamo ratificate tre: l’aggregazione dei Comuni di Alvaneu, Alvaschein, Brienz/Brinzauls, Mon, Stierva, Surava e Tiefencastel nel Comune di Albula/Alvra, l’aggregazione dei Comuni di Almens, Paspels, Pratval, Rodels e Tomils nel Comune di Domleschg, e l’aggregazione dei Comuni di St. Martin e Vals nel Comune di Vals. Per ogni aggregazione c’è una commissione ad hoc che fa le verifiche e presenta il progetto aggregativo al Gran Consiglio.

Nella prossima sessione si parlerà anche della fusione di alcuni Comuni in Val Calanca.

A dicembre verranno presentati altri tre progetti di aggregazioni. Riguardo a quello in Calanca, sono stato eletto anch’io nella commissione che se ne occupa, e il presidente è il mesolcinese Manuel Atanes, socialista.

A livello cantonale siete soddisfatti dell’andamento dei processi di fusioni comunali e quindi di riduzione del numero dei Comuni?

Sì, le cose stanno andando avanti con successo. L’obiettivo è di arrivare a circa 100 Comuni nel 2020 e oggi, comprese le decisioni che il Gran Consiglio prenderà in dicembre, siamo già a 125 rispetto agli oltre 200 di 6-7 anni fa. Questo è importante anche in vista della votazione del 30 novembre sulla riforma territoriale, perché si può toccare con mano che la situazione strutturale e organizzativa del nostro Cantone sta cambiando.

Avete discusso del nuovo edificio per la Scuola cantonale, che comprenderà mensa, mediateca e spazio di deposito per i beni dell’Ufficio della cultura.

Il Governo con un messaggio ben preparato e ponderato ha presentato un progetto per la realizzazione di questo edificio che costerà circa 27 milioni di franchi. Vista la comprovata necessità di realizzare questi nuovi spazi e servizi, il Gran Consiglio, all’unanimità, ne propone l’approvazione al popolo.

Un grosso tema è stato la revisione parziale della legge sulle scuole medie. Si è trattato solo di decidere quanti soldi dare alle scuole private?

Si tratta di regolare il rapporto del Cantone con le scuole private, che svolgono un ruolo pubblico importante quando formano studenti grigioni. La revisione della legge poneva perciò la domanda del finanziamento pubblico agli investimenti, in modo da equiparare le scuole medie private a quella cantonale.
Abbiamo inoltre discusso l’articolo che riguardava la possibilità di istituire un nuovo percorso di formazione con indirizzo informatico, che, in qualità di progetto pilota, era già stato introdotto da un istituto della Surselva, al fine di ampliare l’offerta e mantenere quindi una certa attrattività verso i giovani. Da diverse parti, in modo trasversale rispetto alle frazioni e ai partiti politici, è stato proposto di non consentirla, in quanto un’eventuale istituzione dell’indirizzo informatico a livello di scuola media si sarebbe messa in concorrenza con gli apprendistati e le scuole professionali, danneggiandoli. Io ho votato a favore, per lasciare più libertà imprenditoriale alle scuole, anche se sono cosciente che solo in poche sarebbero state in grado di offrire questo indirizzo, ma alla fine invece la proposta è stata respinta. La votazione era finita pari (58 a 58), dunque è stato decisivo il voto del presidente che ha confermato il suo primo voto contrario. Poi è saltato su un granconsigliere del PDC, uno nuovo, che ha detto che non era riuscito a votare e che quindi il suo voto non era stato conteggiato. Dato che era a favore dell’indirizzo informatico, il suo voto sarebbe stato determinante. Ma ormai era troppo tardi: se ci sono problemi con la votazione elettronica, bisogna segnalarlo immediatamente.

Fuori dall’aula sono successe diverse cose, e non tutte problematiche.

Infatti. Siamo per esempio stati invitati da Gastro Grigioni, che, per festeggiare il suo centesimo anniversario, ha piazzato una tenda fuori del palazzo del Gran Consiglio e ha preparato il pranzo per tutti.
Poi ho avuto colloqui importanti. Uno insieme alla deputazione grigionitaliana con il cancelliere Claudio Riesen per discutere delle competenze linguistiche dei funzionari e degli impiegati cantonali. Lo spunto ci è stato dato dall’annuncio di ricerca del responsabile dell’Ufficio stampa, uscito poco tempo fa, in cui i requisiti linguistici, in particolare la conoscenza dell’italiano, non figuravano in modo adeguato.
Inoltre ci sono stati alcuni brevi incontri di preparazione per la riunione della Commissione strategica, che si è poi tenuta lunedì scorso (3 novembre – ndr). In questo incontro sono stato formalmente nominato presidente della commissione, confermando quanto già deciso nella sessione di agosto.
Le sessioni del Gran Consiglio, vista la presenza mediatica, sono anche momenti interessanti per organizzare delle conferenze stampa. Questa possibilità è stata sfruttata dal comitato interpartitico favorevole alla riforma territoriale che il martedì, durante l’ora di pranzo, ha lanciato la sua campagna informativa in vista della votazione del prossimo 30 novembre.

Silvia Rutigliano

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