No all’iniziativa sui salari minimi
//riceviamo e pubblichiamo\\
L’Associazione Artigiani e Commercianti Bregaglia consiglia di votare NO all’iniziativa -22 franchi all’ora- . Il salario minimo di CHF 22.- che verrebbe imposto dallo Stato sarebbe il più alto nel raffronto internazionale e metterebbe in seria difficoltà molte piccole e medie imprese che non sarebbero più competitive.
Questa situazione non porterebbe alcun vantaggio alle attività che richiedono un livello di qualifiche basso, anzi: il rischio è che questi posti di lavoro scompaiano. Di conseguenza, la manodopera poco qualificata, i giovani e coloro che (ri)entrano nella vita attiva avrebbero serie difficoltà a trovare un impiego.
Nei Paesi dove è stato introdotto il salario minimo non si è constatato nessuna diminuzione delle spese sociali o un aumento delle buste paga, ma un livellamento dei salari verso il basso, che ha ricordato come in Francia il minimo sia di 9,53 euro (11,63 franchi) e in Germania di 8,50 euro (10,37 franchi).
Nelle regioni di confine le conseguenze sarebbero drammatiche e colpirebbero particolarmente il settore turistico e di commercio, che già sono massivamente sotto pressione dai costi della gastronomia e la concorrenza estera.
Pure l’agricoltura sarebbe altrettanto colpita da questa iniziativa, siccome molte famiglie contadine non avrebbero semplicemente i mezzi per pagare gli operai agricoli secondo gli standard previsti dall’iniziativa. Il rischio è quindi che molte aziende siano costrette a chiudere.
Il sistema elvetico attuale – dove le retribuzioni sono oggetto di trattative individuali o collettive – funziona bene. Facendo un confronto internazionale, infatti, la Confederazione figura tra i Paesi con i più bassi scarti salariali e con la più debole quota di lavoratori a basso reddito. E ciò perché lo Stato evita il più possibile di intervenire.
Un NO all’iniziativa -22 franchi all’ora- per il bene della nostra economia.
Associazione Artigiani e Commercianti Bregaglia
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