L’Iva italiana è più amara
Il confronto fra l’imposta in Svizzera e nel Belpaese premia la Confederazione, nonostante i prezzi più alti. Una notizia a cura di www.studio3163.com.
Anche stavolta si sta meglio dalla dogana in su. Certo, alla fin dei conti i prezzi sono più bassi in Italia rispetto a quelli svizzeri, ma se parliamo di Iva ancora una volta non c’è paragone. L’aumento dell’imposta registrato alcuni giorni fa in Italia è solo l’ultimo esempio dei numerosi salassi di cui sono vittime i consumatori italiani e del continuo peggioramento della situazione. In quarant’anni l’aliquota è cresciuta del 10% e il Paese è in cima alla classifica dei principali Stati europei oggetto di un’analisi di Confcommercio davanti a Belgio e Olanda (21%), Francia e Austria (20) e Germania (19).
L’Iva italiana
Nel Belpaese l’elenco dei beni al 22% comprende utensili e prodotti per la casa (ad esempio mobili elettrodomestici), articoli sportivi e biglietti, carburanti da trasporto e da riscaldamento, abbigliamento e accessori, giocattoli, telefoni e servizi, cosmetici e servizi (ad esempio i parrucchieri), cartoleria, cancelleria, servizi legali e contabili e parcelle dei liberi professionisti,. Aumentano anche i costi di bevande, succhi e analcolici, caffè, tè, vino, birra, superalcolici e tabacchi. Segno più anche per l’aliquota di tutto quello che riguarda auto, moto e bici, le imbarcazioni e l’informatica. Non subiscono aumenti (restano al 4%) i beni di prima necessità come pane, pasta, latte, giornali, libri e le case comprate dal costruttore. Sono stabili al 10% carne, pesce, energia elettrica, alberghi campeggi e alimenti acquistati in bar e ristoranti.
L’Iva svizzera
All’aliquota ridotta del 2,5 per cento sono tassati certi beni di uso quotidiano quali generi alimentari, bevande analcoliche, libri, giornali, riviste, medicinali nonché biglietti per manifestazioni sportive e culturali assoggettati volontariamente all’imposta. «In pratica, per gli alimentari e le bevande alcoliche che non rientrano nei superalcolici ci si ferma al 2,5% – spiega Alberto Fogliada, titolare con la moglie Ursula Salis della pasticceria e del negozio di alimentari di Castasegna -. Si sale all’8 per i prodotti dell’igiene e della profumeria, per i liquori e i tabacchi. In generale l’Iva è bassa e questo rappresenta un incentivo al pagamento da parte di tutti». Parole sacrosante, quelle di Fogliada: se tutti pagano le imposte, il governo può evitare rincari. In Italia, invece, l’Iva cresce ed è sempre più amara. E sicuramente per i soliti furbi sarà un aumento indolore.
A cura di www.studio3163.com
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