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130 metri sotto al cielo

27 giugno 2013 Nessun commento

Spettacolare esercitazione della Rega a Sankt Moritz con la long line (corda lunga). Ecco il racconto della giornata.

SANKT MORITZ

Sopra al moschettone che lega l’imbragatura del soccorritore all’elicottero ci sono 130 metri di cavo d’acciaio. Sotto, soltanto il vuoto. In mezzo, tutta l’esperienza degli uomini della Rega, la Guardia aerea svizzera.

Dalla base alla parete
Anche quest’anno all’inizio dell’estate nella Valle del Suvretta, proprio sopra Sankt Moritz, si è tenuta la consueta esercitazione di primavera della base engadinese. Venti persone con due elicotteri biturbina Agusta Aw 109 Da Vinci – una versione costruita apposta per la Rega dall’azienda italiana – hanno partecipato a una giornata d’allenamento in alta quota, tra i 2600 metri del punto di partenza e i quasi tremila della parete. Ma stavolta i numeri più rilevanti non sono quelli dell’altitudine. Piloti, paramedici, medici e tecnici della Rega, insieme agli uomini del Soccorso alpino svizzero, hanno operato con una fune d’acciaio lunga ben 130 metri. È questa la dimensione che esprime il valore della giornata di lavoro.
L’esercitazione si è basata su alcune rotazioni dal punto di partenza alla parete. L’elicottero ha portato nel luogo dell’incidente – per fortuna stavolta c’è stata solo la finzione dell’allarme – gli uomini che hanno assunto il ruolo di pazienti, poi è toccato ai soccorritori. Successivamente le due coppie – formate rispettivamente da un “finto infortunato” e da un soccorritore – sono state trasportate fino alla base.

Professionisti del soccorso
Al comando degli uomini della Rega giovedì c’era Giorgio Faustinelli, pilota nato a Sankt Moritz, originario della Val Bregaglia italiana: sua nonna era di Santa Croce di Piuro. Dopo dieci anni nell’aeronautica militare, nel 1999 si è trasferito alla Guardia aerea. “La manovra con la long line richiede la massima attenzione e grandi competenze da tutta l’equipe – spiega Faustinelli, capo della base di Samaden – . Pilota e soccorritore operano a 130 di distanza l’uno dall’altro. L’uomo che opera in basso si mette in sicurezza vicino all’infortunato. Quando il paziente è pronto per il trasporto, si sgancia dalla sosta e l’elicottero riparte per la base”.
Quando i tecnici hanno staccato il moschettone del soccorritore dalla long line, l’equipe a terra e lo staff dell’elicottero, che si trovava sulla perpendicolare, hanno chiuso l’intervento con la comunicazione più attesa. Via radio si sono sentite due sole parole: “tip top”, tutto è ok, operazione riuscita. Nel cielo azzurro engadinese, l’elicottero biancorosso si è allontanato dal Suvretta per rientrare alla base.
“Non si tratta di un intervento molto frequente, visto che si lavora quasi sempre con l’argano che arriva fino a una lunghezza di novanta metri – aggiunge Faustinelli -. Ma su alcune pareti, ad esempio la Nord del Pizzo Badile, l’utilizzo della long line consente di evitare il rischio di caduta massi. Questa tecnica è una delle specializzazioni della nostra base. Solo tre sedi della nostra organizzazione, infatti, utilizzano questa fune d’acciaio”.

Rispetto per la montagna, paura mai
Anche Alberto Rogantini, impegnato nel ruolo di paramedico e tecnico dell’elisoccorso, ha origini valchiavennasche. La sua famiglia si trasferì nella prima parte del secolo scorso da Piuro all’Engadina. Lui è arrivato alla Rega passando da un’esperienza di guida alpina. La long line è un’attività unica anche per le persone che hanno trascorso una vita appesi ai verricelli e alle soste in parete. “Noi soccorritori, quando stiamo a 130 metri dall’elicottero, attaccati alla long line, abbiamo il massimo rispetto per la roccia, per la grandezza di questa natura, per i colleghi e le persone che assistiamo. Sappiamo che dobbiamo dare il massimo, proprio come in tutte le altre fasi del nostro lavoro. Questa è un’esperienza unica, ma non credo che si possa parlare di paura. Ci affidiamo anche a un mezzo meccanico, a volte ci si spaventa, ma confidiamo sempre nell’abilità dei nostri uomini. Lavorare per la Rega per me è un motivo d’orgoglio”.
Alta tecnologia in alta quota, per operare h 24 con efficacia ed efficienza. La filosofia della Rega rappresenta un chiaro esempio di costante aggiornamento nei mezzi e nel lavoro degli equipaggi. Lo staff è composto da tre persone. Il pilota è affiancato dal soccorritore professionale che si occupa sia degli aspetti sanitari, sia del supporto al comandante, a seconda della situazione. Poi c’è un medico specializzato negli interventi urgenti. La base di Samedan utilizza un elicottero biturbina Agusta Westland “Da Vinci”, un velivolo che garantisce praticità d’uso e performance adeguate anche sopra i 4000 metri.

L’app per il soccorso
Per richiedere l’intervento della Rega, in caso di emergenza, bisogna chiamare la centrale operativa di Zurigo al numero 1414. Da alcuni anni c’è anche un altro modo per allertare i soccorritori con il cellulare. “Abbiamo un’app sempre più utilizzata sia dagli utenti di iPhone, sia da coloro che utilizzano telefoni con Android – sottolinea il comandante Giorgio Faustinelli -. In pochi secondi la centrale operativa riceve le informazioni sulle generalità del richiedente, sulle condizioni della batteria e sulla posizione grazie alle coordinate Gps. Grazie a questo programma, si conosce alla perfezione il punto in cui bisogna intervenire e non si perde tempo prezioso”.

I soci sostenitori
Il sito internet della fondazione è www.rega.ch. C’è la possibilità di effettuare l’iscrizione direttamente online, anche dall’Italia, con un’operazione di pochissimi minuti. Il costo è di trenta franchi (circa 25 euro) per i singoli utenti e di settanta (pari a 60 euro circa) per le famiglie.

Da www.laprovinciadisondrio.it

foto www.studio3163.com

130 metri sotto al cielo

Spettacolare esercitazione della Rega a Sankt Moritz con la longline (corda lunga). Ecco il racconto della giornata.

SANKT MORITZ

Sopra al moschettone che lega l’imbragatura del soccorritore all’elicottero ci sono 130 metri di cavo d’acciaio. Sotto, soltanto il vuoto. In mezzo, tutta l’esperienza degli uomini della Rega, la Guardia aerea svizzera.

Dalla base alla parete

Anche quest’anno all’inizio dell’estate nella Valle del Suvretta, proprio sopra Sankt Moritz, si è tenuta la consueta esercitazione di primavera della base engadinese. Venti persone con due elicotteri biturbina Agusta Aw 109 Da Vinci – una versione costruita apposta per la Rega dall’azienda italiana – hanno partecipato a una giornata d’allenamento in alta quota, tra i 2600 metri del punto di partenza e i quasi tremila della parete. Ma stavolta i numeri più rilevanti non sono quelli dell’altitudine. Piloti, paramedici, medici e tecnici della Rega, insieme agli uomini del Soccorso alpino svizzero, hanno operato con una fune d’acciaio lunga ben 130 metri. È questa la dimensione che esprime il valore della giornata di lavoro.

L’esercitazione si è basata su alcune rotazioni dal punto di partenza alla parete. L’elicottero ha portato nel luogo dell’incidente – per fortuna stavolta c’è stata solo la finzione dell’allarme – gli uomini che hanno assunto il ruolo di pazienti, poi è toccato ai soccorritori. Successivamente le due coppie – formate rispettivamente da un “finto infortunato” e da un soccorritore – sono state trasportate fino alla base.

Professionisti del soccorso

Al comando degli uomini della Rega giovedì c’era Giorgio Faustinelli, pilota nato a Sankt Moritz, originario della Val Bregaglia italiana: sua nonna era di Santa Croce di Piuro. Dopo dieci anni nell’aeronautica militare, nel 1999 si è trasferito alla Guardia aerea. “La manovra con la longline richiede la massima attenzione e grandi competenze da tutta l’equipe – spiega Faustinelli, capo della base di Samaden – . Pilota e soccorritore operano a 130 di distanza l’uno dall’altro. L’uomo che opera in basso si mette in sicurezza vicino all’infortunato. Quando il paziente è pronto per il trasporto, si sgancia dalla sosta e l’elicottero riparte per la base”.

Quando i tecnici hanno staccato il moschettone del soccorritore dalla longline, l’equipe a terra e lo staff dell’elicottero, che si trovava sulla perpendicolare, hanno chiuso l’intervento con la comunicazione più attesa. Via radio si sono sentite due sole parole: “tip top”, tutto è ok, operazione riuscita. Nel cielo azzurro engadinese, l’elicottero biancorosso si è allontanato dal Suvretta per rientrare alla base.

Non si tratta di un intervento molto frequente, visto che si lavora quasi sempre con l’argano che arriva fino a una lunghezza di novanta metri – aggiunge Faustinelli -. Ma su alcune pareti, ad esempio la Nord del Pizzo Badile, l’utilizzo della longline consente di evitare il rischio di caduta massi. Questa tecnica è una delle specializzazioni della nostra base. Solo tre sedi della nostra organizzazione, infatti, utilizzano questa fune d’acciaio”.

Rispetto per la montagna, paura mai

Anche Alberto Rogantini, impegnato nel ruolo di paramedico e tecnico dell’elisoccorso, ha origini valchiavennasche. La sua famiglia si trasferì nella prima parte del secolo scorso da Piuro all’Engadina. Lui è arrivato alla Rega passando da un’esperienza di guida alpina. La longline è un’attività unica anche per le persone che hanno trascorso una vita appesi ai verricelli e alle soste in parete. “Noi soccorritori, quando stiamo a 130 metri dall’elicottero, attaccati alla longline, abbiamo il massimo rispetto per la roccia, per la grandezza di questa natura, per i colleghi e le persone che assistiamo. Sappiamo che dobbiamo dare il massimo, proprio come in tutte le altre fasi del nostro lavoro. Questa è un’esperienza unica, ma non credo che si possa parlare di paura. Ci affidiamo anche a un mezzo meccanico, a volte ci si spaventa, ma confidiamo sempre nell’abilità dei nostri uomini. Lavorare per la Rega per me è un motivo d’orgoglio”.

Alta tecnologia in alta quota, per operare h 24 con efficacia ed efficienza. La filosofia di Rega rappresenta un chiaro esempio di costante aggiornamento nei mezzi e nel lavoro degli equipaggi. Lo staff è composto da tre persone. Il pilota è affiancato dal soccorritore professionale che si occupa sia degli aspetti sanitari, sia del supporto al comandante, a seconda della situazione. Poi c’è un medico specializzato negli interventi urgenti. La base di Samedan utilizza un elicottero biturbina Agusta Westland “Da Vinci”, un velivolo che garantisce praticità d’uso e performance adeguate anche sopra i 4000 metri.

L’app per il soccorso

Per richiedere l’intervento della Rega, in caso di emergenza, bisogna chiamare la centrale operativa di Zurigo al numero 1414. Da alcuni anni c’è anche un altro modo per allertare i soccorritori con il cellulare. “Abbiamo un’App sempre più utilizzata sia dagli utenti di iPhone, sia da coloro che utilizzano telefoni con Android – sottolinea il comandante Giorgio Faustinelli -. In pochi secondi la centrale operativa riceve le informazioni sulle generalità del richiedente, sulle condizioni della batteria e sulla posizione grazie alle coordinate Gps. Grazie a questo programma, si conosce alla perfezione il punto in cui bisogna intervenire e non si perde tempo prezioso”.

I soci sostenitori

Il sito internet della fondazione è www.rega.ch. C’è la possibilità di effettuare l’iscrizione direttamente online, anche dall’Italia, con un’operazione di pochissimi minuti. Il costo è di trenta franchi (circa 25 euro) per i singoli utenti e di settanta (pari a 60 euro circa) per le famiglie.

Da www.laprovinciadisondrio.it

foto www.studio3163.com

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