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Giochi olimpici invernali St.Moritz 2022

5 dicembre 2012

Il sondaggio reso pubblico ultimamente vede le Valli grigionitaliane favorevoli all’organizzazione di giochi olimpici invernali nel nostro Cantone. Finora però gli argomenti degli oppositori non hanno trovato grande spazio nei nostri mezzi di comunicazione.

Per questo il Comitato antiolimpico grigione (www.olympia-nein.ch) presenta ora anche in italiano i 10 principali motivi che mostrano quanto rischiosa sia l’avventura olimpica.

1. L’entusiasmo da solo non è una garanzia Chiaramente può risultare comprensibile l’entusiasmo suscitato, fra le cerchie degli sportivi, dall’idea di realizzare i giochi olimpici invernali nel nostro Cantone. Cittadini e cittadine devono però guardare in faccia alla realtà e riflettere sulle conseguenze dei giochi olimpici per il futuro del Cantone. Alle urne i grigionesi hanno già rifiutato a due riprese il ricorrente sogno olimpico.

2. Promesse illusorie Le olimpiadi invernali 2022 a St. Moritz/Davos hanno da essere bianche, di ridotte dimensioni e dagli effetti economici duraturi. Invitanti promesse sono state formulate anche in passato in occasione dell’inoltro di tutte le candidature. Il loro mantenimento resta poi regolarmente lettera morta. Non si dimentichi che i giochi olimpici non rappresentano unicamente un avvenimento che unisce i popoli, ma soprattutto una macchina mangiasoldi, che mangia i soldi dello stato.

3. Troppo grandi per i Grigioni Non è possibile organizzare una manifestazione di dimensioni ridotte, che si conformino alla situazione del Cantone: il numero di discipline, atleti, giornalisti, sponsor ed ospiti sono prescritti dal Comitato olimpico internazionale (CIO) e aumenta di volta in volta. Traffico, sicurezza e masse di visitatori porteranno il Cantone al margine del collasso. I mondiali di sci previsti a St. Moritz nel 2017 raggiungono già il massimo delle dimensioni accettabili da noi.

4. Ricadute economiche sopravvalutate Le aspettative in merito sono irrealistiche. L’esperienza insegna infatti che le grandi manifestazioni sportive presentano dei vantaggi economici unicamente a breve termine. A lungo termine essi risultano marginali. Il santo non vale la candela! Anche i giochi estivi di Londra sono stati un successo sportivo, a livello economico invece un vero flop. E anche le ricadute economiche prospettate dai promotori di St.Moritz 2022 vengono contestate da economisti qualificati. I giochi olimpici porteranno un utile ridotto, mentre vi si opporrà una montagna di debiti a carico dell’ente pubblico ed un impatto ecologico non trascurabile. Il turismo nel nostro Cantone non si sviluppa con manifestazioni di massa e grandi programmi edili, ma – come continuano a ripetere gli esperti – attraverso investimenti nella qualità e nell’autenticità dell’offerta, nell’ospitalità e nella cura del vero capitale del turismo: la natura, il paesaggio e la nostra cultura.

5. Troppo costosi Sono previsti investimenti giganteschi: 2,8 miliardi di franchi per l’organizzazione e la realizzazione, 1,5 miliardi per le infrastrutture (strade, ferrovia), investimenti che verranno anticipati e realizzati nel lasso di pochi anni. I benefici andranno a favore del CIO, che gode dell’esonero fiscale. Per contro il deficit di 1,3 miliardi sarà a carico di Cantone e Confederazione. Il Consiglio federale proporrà alle Camere di sostenere i giochi olimpici con un miliardo di franchi – da compensare poi con risparmi in altri campi -, il Cantone vuole impegnarsi con 300 milioni di franchi, un terzo delle sue riserve!

6. Costi esplosivi Soltanto per la presentazione della candidatura i costi sono saliti al 166% nel giro di pochi mesi: da 36 a 60 milioni di franchi. Al momento restano scoperti già 300 milioni di franchi del deficit previsto. L’effettivo costo totale dell’operazione però sarà noto unicamente dopo il 2022. Solo per la sicurezza si prevedono già oggi costi di 406 milioni di franchi, cifra che verrà sicuramente superata. A Vancouver (2010) essi ammontarono a 900 milioni di franchi – cinque volte quanto preventivato!

7. Impianti a scadenza Secondo i promotori, diverse costruzioni – per una somma di un miliardo di franchi! – vivranno solo la durata dei giochi e saranno in seguito smantellate: impianti per il cerimoniale, grande trampolino a St. Moritz, pista di hockey, pista di pattinaggio di velocità, impianto per il curling (tutte strutture coperte), villaggio olimpico a Davos ecc. Non rimarranno rovine come a Torino, fare e disfare non soddisfa però le condizioni di uno sviluppo sostenibile.

8. Interventi su natura e paesaggio All’ambiente ed alle conseguenze a lungo termine su di esso, il messaggio governativo, che consta di 40 pagine, dedica meno di una decina di righe. Nello studio di fattibilità il tema risulta completamente assente. E questo anche se appare evidente che, per una manifestazione per la quale sono previste fino a 112’000 visitatori al giorno ed un gigantesco investimento edile per l’importo di 1,5 miliardi di franchi, gli interventi su natura e paesaggio sono inevitabili.

9. St. Moritz e Davos godono già di ottima fama Dopo l’evento del 2003, nel 2017 St.Moritz ospiterà nuovamente i mondiali di sci alpino e già nel 2013 avranno luogo i mondiali di bob. Anche Davos ospita annualmente manifestazioni di risonanza mondiale quali il WEF o la coppa Spengler. Questi sono i centri turistici più conosciuti del Cantone. In passato solo località meno rinomate hanno tratto vantaggi dai grandi avvenimenti sportivi.

10. A scatola chiusa. Qualora nel 2015 venisse scelta St.Moritz, le leve di comando passerebbero in mano al CIO. Questo si assume, in uno con il sito designato, la competenza di definire fino nei più piccoli dettagli le condizioni per la realizzazione. Non esiste nessuna garanzia formale che il CIO si attenga poi scrupolosamente alla decisione che il popolo grigione prenderà in occasione della consultazione del 3 marzo 2013.

Silva Semadeni, consigliera nazionale e presidente del Comitato antiolimpico grigione

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