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Apertura stagionale per i due musei della Valle: Ciäsa Granda e Palazzo Castelmur

7 giugno 2023

Giovedì 1º giugno sia il Museo Ciäsa Granda di Stampa che il Palazzo Castelmur di Coltura hanno riaperto i loro battenti. Nuova stagione all’insegna dei loro patrimoni con degli ospiti.


Entrambe le istituzioni culturali hanno deciso di puntare su ciò che hanno di più prezioso, aggiungendo un’artista contemporaneo per la  Ciäsa Granda e una mostra di abiti d’epoca per il Palazzo Castelmur. Ma cerchiamo di andare con ordine.

Il Museo  Ciäsa Granda, grazie all’incessante lavoro di David Wille, mostra alcune opere di Giovanni, di Alberto, di Diego e di Augusto Giacometti nella sala  Giacometti-Varlin con una nuova sistemazione e in qualche caso con una nuova veste: una cornice e dei vetri antiriflesso che permettono di godere appieno della bellezza creata dai Giacometti. Interessanti sono da notare due opere nella sala appena dirimpetto al botteghino. Un righello appartenuto ad Alberto, da pochissimo donato al Museo, che posizionato su di uno specchio permette di vedere come il noto artista, durante delle ore di lezione per lui non troppo interessanti, dava sfogo alla sua espressione artistica disegnando personaggi, forse caricature, proprio sui lati del righello. L’altra particolarità è rappresentata da un quadro di Vitale Ganzoni che ritrae l’edificio Ciäsa Granda, prima che questo diventasse museo e se si gira il quadro si può leggere dietro come lo stesso pittore coadiuvato da Gianin Gianotti e alcuni suoi collaboratori aveva avuto l’idea di rendere quel palazzo un centro culturale per la valle. Poi via via ha preso piede l’idea di un museo e com’è noto, l’attuale Ciäsa Granda è il frutto di un indefesso lavoro del maestro Remo Maurizio e dalla sua consorte Dina.

La casa museo Palazzo Castelmur ospita in alcune delle sue sale abiti da festa, da passeggio, da lavoro, da sposa, da cerimonia, ma anche scarpe e accessori: cappellini, fazzoletti, scialli, ombrellini da passeggio e piccoli caschi di stoffa per proteggere le testoline di chi nel XVIII secolo iniziava a camminare.

Al pian terreno si possono ammirare dei grembiuli che hanno circa 200 anni, ma sono stesi così come oggi stenderemmo i nostri e sia per la stoffa che per la fattura non si direbbe mai che siano così “maturi”. Sempre al pian terreno si può osservare una divisa da Guardia Svizzera. Iniziano poi gli abiti delle signore e dei signori di un’epoca che non c’è più. Si può ammirare la stola della Baronessa e i gilet di diversi damerini.  Ma senza svelare troppo tutte le particolarità della mostra, curata da Kelly Reynders, Denis Sciuchetti, Ivana Semadeni, si invita la popolazione a fare una capatina a Palazzo.
È proprio il caso di dirlo la Bregaglia mette in mostra una parte importante dei propri tesori.

Paolo Pollio

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