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27 graffiti in cerca d’autore

21 ottobre 2022

Visto il grande interesse suscitato, la Società Storica Bregaglia ha dovuto replicare la visita proposta per sabato 15 ottobre a Casa Guberto. L’edificio fu costruito ai margini di Soglio dalla nobile famiglia Salis.

Leo Mörikofer, Gian Andrea Walther e l’archeologo Yolanda Alther hanno guidato i due gruppi all’interno dell’ edificio signorile di tre piani che, partendo da costruzioni del XV secolo, si è sviluppato fino ad assumere nel XVIII secolo le magnificenti dimensioni attuali.

Sul lavoro esiste un testo per ora solo in tedesco, esaustivo e interessante:
“Yolanda Alther: Graffiti in der Casa Guberto, Soglio. Jugendlicher Übermut, Salis-Söhne und preussische Soldaten, Bündner Monatsblatt 2/2022, 109-132″.

Nel 2020 sono iniziati i lavori di ristrutturazione di Casa Guberto in collaborazione con il Servizio monumenti dei Grigioni. Nel corso dell’operazione sono venuti alla luce 27 graffiti.

Unendo storia del costume e alberi genealogici, comparando questa scoperta con altre simili, ricercando i motivi storici che hanno condotto alla creazione dei suddetti lavori in grafite, la studiosa, con la collaborazione del Servizio archeologico dei Grigioni, dell’Archivio di Stato e dell’archivio Franckesche Stiftungen Halle, ha ricostruito l’identikit dei cinque probabili autori dei disegni.

Casa Guberto è stata venduta, dopo che dieci generazioni di Salis vi avevano abitato, nel 1803 a Gian e Andrea Ruinelli, fratelli. Probabilmente era disabitata da qualche tempo, l’ultima famiglia proprietaria von Salis risiedeva all’epoca in Casa Antonio, una residenza più maestosa al centro dell’abitato.

Essendo i rampolli dei nobili Salis in vacanza dagli studi fatti, o in corso, a Halle, nel collegio pedagogico dove si formavano i futuri politici, militari e commercianti della nobiltà grigionese, la noia, la nostalgia o il bisogno di esaltare/parodiare l’atmosfera prussiana può aver portato i ragazzi a rappresentare edifici, costumi e stemmi sulle mura della casa vuota, usando quelle pareti come fogli bianchi a loro completa disposizione.

Fortuna ha voluto che i nuovi proprietari hanno ricoperto con pareti di legno, e quindi salvato, alcuni graffiti; altri si trovavano in zone periferiche della casa o in locali adibiti a deposito, così non hanno subito restauri nel tempo e sono sopravvissuti 220 anni. Molto probabilmente c’è però stata la volontà di salvaguardare questi disegni perché il maggior rischio di un graffito non antico in un’abitazione è che venga coperto con intonaco, sottovalutandone la portata storico-culturale.

La professionalità e la comparazione potranno in futuro arricchire gli interessati con nuovi strumenti sulla storia più recente, spesso in ombra rispetto a quella antica e alle sue testimonianze.



Donatella Rivoir

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