a-GRit, Covid-19, Home

Pandemia, vattene via!

15 dicembre 2020 Nessun commento

Capitolo quinto. Non è la prima e non sarà neanche l’ultima. Considerazioni di Silvia Rutigliano sulla covid-19.

Siamo rimasti sorpresi di essere travolti da una pandemia? Io onestamente devo rispondere di sì. Eppure i segnali c’erano. Eppure di epidemie ce ne sono state anche recentemente. Malgrado questo, ancora oggi mi trovo a disagio, come se una cosa del genere non dovesse essere possibile. E ogni volta che indosso la mascherina, penso: «guarda come siamo ridotti».

Scriveva l’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) due anni fa: «Nonostante l’impiego di antibiotici, medicamenti antivirali, vaccini e i progressi compiuti nel campo della sicurezza alimentare, la Svizzera è ancora ben lontana dall’essere immune alle grandi epidemie. Ciò è dovuto non da ultimo alla globalizzazione dei trasporti e del commercio e all’aumento dei viaggi».

Già, i viaggi: ogni volta che ci muoviamo portiamo con noi anche i nostri germi (a proposito di germi, leggi il mio capitolo terzo al paragrafo «ristorazione e mascherine»). Andando molto indietro nel tempo, vediamo che i nativi americani – tristissima storia – furono letteralmente decimati dalle malattie portate dagli occidentali che sbarcavano sul «continente nuovo»: vaiolo, varicella, morbillo e influenza.

In Europa, partendo da ancora più lontano nel tempo, le epidemie più gravi sono state la peste, il colera, il vaiolo e il tifo, che si sono presentate a ondate nel corso dei secoli. La terribile peste nera imperversò dal 1347 al 1352, sterminando tra il 25 e il 50% della popolazione.

Qualcosa di simile a quanto dice l’Ufsp si legge anche sul sito infovac.ch: «Ai nostri giorni, con i farmaci di cui disponiamo, possiamo avere la sensazione di essere al riparo da una grande epidemia come quelle che hanno funestato il passato. Si tratta di un errore: un’ecatombe è sempre possibile. Gli incessanti movimenti di merci e di persone attraverso l’intero pianeta ne aumentano il rischio. Tanto più che, per via di una sensazione di sicurezza dovuta al fatto che gli altri si vaccinano, troppe persone trascurano di vaccinarsi o di far vaccinare i propri figli: il tasso di vaccinazione scende allora sotto la soglia che assicura l’immunità collettiva… Così, nel corso degli ultimi decenni, la Svizzera ha conosciuto diverse grandi epidemie di pertosse (1994-1995) e di morbillo (2006-2009), malattie che si pensavano sotto controllo».

Dalla spagnola del 1918 alla covid-19
La pandemia attuale è ancora, purtroppo, in pieno corso, quindi non si possono fare confronti di dati con le epidemie del passato. Inoltre, è approssimativo anche il numero di vittime dell’influenza che imperversò nel mondo un secolo fa (e di cui parlarono per primi i giornali spagnoli, non soggetti alla censura di guerra – da cui il nome): fra i 50 e i 100 milioni di morti; 25’000 nella sola Svizzera. Sull’influenza spagnola leggi l’interessante articolo di Andrea Tognina su swissinfo.ch. Lì apprendiamo che nel luglio 1918 il Consiglio federale delegò alle autorità cantonali il diritto di vietare assembramenti e manifestazioni. E successivamente le autorità sanitarie imposero la chiusura di scuole, cinema e mercati e l’isolamento dei pazienti.

Saltiamo al XXI secolo (ma non dimentichiamo l’Aids, sindrome da immunodeficienza acquisita apparsa nel 1981, causata dal virus Hiv che non si trasmette per via aerea ma attraverso i fluidi corporei e per il quale non è ancora stato elaborato un vaccino), per una breve rassegna delle epidemie e pandemie che si sono succedute.
Sars 2003-04. La sindrome respiratoria acuta grave (Sars: Severe acute respiratory syndrome) è una malattia infettiva, causata da un agente patogeno denominato «Coronavirus associato alla Sars».
Influenza 2009-10.
Detta «influenza suina», originatasi in Messico.
Mers-CoV 2012. Scoperto nel 2012 in un paziente in Medioriente, il Middle-East Respiratory Syndrome Coronavirus (Mers-CoV) è un nuovo tipo di coronavirus all’origine di una polmonite acuta.
Ebola. Si tratta di una grave malattia infettiva causata dal virus Ebola ed è classificata nella categoria delle febbri emorragiche virali. La più grande epidemia è accaduta in Africa occidentale nel 2014-15.

Che fare?
Ora che abbiamo constatato che la medicina non è un grado di curare efficacemente queste malattie infettive, ci domandiamo: e allora che si fa? È evidente che il contatto stretto fra le persone (un dato di fatto nelle città e nei luoghi di incontro), la sovrappopolazione di molte aree del pianeta, e l’incessante movimento di persone, animali e merci in giro per il globo sono fattori che favoriscono grandemente la diffusione delle malattie. La nostra società dovrebbe riflettere maggiormente sulle conseguenze del proprio comportamento e imparare ad essere disponibile a cambiare.
Se più gente fosse attenta ai suoi spostamenti e allo spostamento delle merci che acquista, i problemi sarebbero meno gravi. Personalmente ritengo che qualche rinuncia si debba fare, ma che non si possa rinunciare a tutto. E soprattutto vorrei che la rinuncia fosse condivisa.
E questa è solo una parte della soluzione. L’altra parte è accrescere la conoscenza della biologia per comprendere meglio i fenomeni di sviluppo dei virus e trovare i modi per contrastarli.
Considerato che già oggi abbiamo cambiato i nostri comportamenti, seguendo le indicazioni delle autorità (igiene delle mani, distanza sociale ecc.), in conclusione mi domando: siamo personalmente disposti a viaggiare un po’ meno, noi e le nostre merci? E saremo poi disposti a mettere in pratica i consigli che la medicina ci darà, per esempio vaccinarci?

(continua)

Leggi anche:
Capitolo primo. «È tutta una montatura!»
Capitolo secondo. Le istruzioni sono valide
Capitolo terzo. Si sta male davvero, ma ci sono anche lati positivi
Capitolo quarto. I numeri della pandemia

Silvia Rutigliano

Commenta questo articolo








nove × = 72

Notizie in tempo reale

Avvisi

Medicina del traffico al CSB

CSB

Esami periodici per persone anziane.

Assemblea Società Bocciofila Val Torta Bregaglia

Bocce

Giovedì 2 maggio 2024. Ore 20.30 presso la sede di Vicosoprano.

Assemblea dell’associazione formazioneBregaglia

fb1

Venerdì, 3 maggio 2024, presso il Centro puntoBregaglia, a Vicosoprano. Ore 20.00.

Assemblea generale dell’Hockey Bregaglia

Hockey_Bregaglia

Sabato 4 maggio 2024 ore 17.00, Ristorante Stüa Granda a Soglio.

Satira di Bregaglia

La vignetta del giorno

8njoju

Per sorridere un po’.