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Vita di Gran Consiglio

7 settembre 2018

//tratto da Il Grigione Italiano\\
Con la sessione di agosto, è iniziata la nuova legislatura con tanti volti nuovi nella sala del Gran Consiglio. Il discorso di apertura è stato tenuto da una deputata del Grigioni italiano, così come grigionitaliano è il nuovo vicepresidente dell’assemblea.


Mercoledì scorso, 29 agosto, la sessione estiva del Gran Consiglio retico ha preso il via con l’allocuzione della decana del Parlamento, presidente per anzianità di servizio: Nicoletta Noi-Togni, deputata eletta nel Circolo di Roveredo, indipendente.
I lavori sono poi proseguiti con l’elezione del presidente e del vicepresidente dell’assemblea. Alla presidenza è stata eletta la deputata di Coira Tina Gartmann-Albin, del Partito socialista, mentre la vicepresidenza è andata ad Alessandro Della Vedova, Poschiavo, proposto dal Partito popolare democratico cristiano. La scelta della presidenza segue un turno fra i partiti. Ogni anno si sa a quale partito toccherà il successivo e quel partito fa la sua proposta di vicepresidente, che l’anno successivo diventa, quasi automaticamente, presidente.

Maurizio Michael, cosa pensi della nomina di Alessandro Della Vedova?
Spettava al Pdc proporre un suo candidato, e hanno proposto Alessandro Della Vedova, che è stato poi eletto senza discussioni. Era molto contento. Abbiamo di nuovo, nella presidenza, un deputato proveniente dal Grigioni italiano. L’ultimo era stato Rodolfo Plozza, 17 anni fa.

E del discorso della decana?
Mi è piaciuto. È stato un discorso corretto, incentrato sulle problematiche di un Cantone come il nostro, con maggioranze e minoranze. Un discorso appropriato alla circostanza.

Hai visto molti volti nuovi nell’assemblea. Tu sei ormai alla terza legislatura, un veterano.
Sono una cinquantina i nuovi eletti in Gran Consiglio, più di un terzo del totale. Dato che spesso in Gran Consiglio vengono elette persone con funzioni e ruoli politici o professionali di una certa importanza, non sempre i nuovi sono degli sconosciuti: il sindaco di Grono ed ex presidente della Regione Moesa Samuele Censi, per esempio, oppure la sindaca di Ilanz Carmelia Maissen, ecc.

Poche donne, però. Trovi una differenza di genere nel modo di fare politica?
Difficile da dire, ma probabilmente sì, c’è una differenza. Comunque alcune sono anche abbastanza decise. Le donne di solito hanno competenze in campo sociale e quindi sono più presenti su questi temi. Direi perciò che le differenze dipendono piuttosto dalle competenze professionali e dalle esperienze di vita personali.

A questo proposito, ti domando: ma voi granconsiglieri dovete essere esperti di tutto?
Tuttologi? No. Non è neanche pensabile. Anche se qualcuno pensa di esserlo! Ma il nostro compito è fare le leggi: il Governo, tramite gli uffici cantonali e gli esperti, ci dà gli elementi per prendere le decisioni in campo legislativo. È come per il popolo, quando è chiamato a votare. Poi certo nei gruppi dei partiti ci sono anche degli esperti, e chi fa parte di una commissione riporta in frazione le informazioni ricevute. Così noi membri di quel partito ci facciamo in frazione un’opinione, corredata dell’approccio ideologico. Ma non per questo diventiamo esperti noi stessi. Io quindi, per esempio, in assemblea plenaria, intervengo solo quando ho qualcosa di mio da dire, non ripeto quello che ho sentito da altri.

Un tema di cui avete discusso è la scuola. Fino a che punto dunque è di competenza del Gran Consiglio?
Contro il Piano di insegnamento 21 sono state lanciate due iniziative di «Buona scuola». Su queste il Gran Consiglio raccomanda di votare no. La legge scolastica, quella che abbiamo elaborato noi, dà il quadro, poi c’è l’attuazione della legge (i programmi scolastici) che è di competenza degli esperti della materia. Non può farla né il Parlamento né il popolo. Faccio poi notare che dove queste iniziative sono state presentate, in altri cantoni, esse sono state regolarmente respinte dal popolo. In più adesso è davvero un po’ tardi.

All’ordine del giorno c’era anche la revisione parziale della legge sulla polizia. Quali erano i punti principali di cui avete discusso?
Sono temi delicati: la protezione dell’individuo, la privacy, la trasparenza… Aumentare la sorveglianza nei luoghi pubblici tramite telecamere? Dotare i poliziotti di piccole telecamere da portare addosso (bodycam)? Io ho votato in controtendenza rispetto alla maggioranza. Ho votato contro, insieme a un gruppo ristretto di liberali e a un gruppo più ampio di socialisti. Anche sul divieto assoluto di nascondere il volto abbiamo discusso parecchio. Infatti, se c’è una legge, la polizia deve farla rispettare, ma può essere controproducente andare nel mezzo di una manifestazione a multare una persona con il volto coperto. Altri cantoni hanno fatto esperienze negative in questo senso. Così, con pochi voti, ma alla fine ce l’abbiamo fatta a dare alla polizia uno strumento corretto e valido.

Cosa vorresti ancora segnalare, dell’ampio ordine dei lavori che avete affrontato?
La digitalizzazione. Abbiamo discusso di due incarichi che miravano alla creazione di un fondo per il finanziamento di progetti di digitalizzazione. Siamo tutti d’accordo ad andare avanti con la creazione e l’allacciamento alla banda larga. Il Governo presenterà un progetto completo, ma comunque il Gran Consiglio ha già preso la decisione di creare un fondo nuovo per finanziarlo.

Nella deputazione di lingua italiana ci sono novità?
La presidente per questa legislatura è Nicoletta Noi-Togni, la settantottenne decana del Gran Consiglio.

E poi, il sabato, a chiusura della sessione, avete festeggiato la nuova presidente, la prima cittadina del Cantone!
Come ogni anno, si festeggia nella città o nel paese del neoeletto (o della neoeletta). Questa volta eravamo a Coira, prima nel porticato sotto il Municipio, poi a Kornplatz, dove è stato montato un tendone. Il sindaco della città Urs Marti, il presidente del Governo Mario Cavigelli e i presidenti delle frazioni hanno tenuto i loro discorsi di circostanza, umoristici, come da protocollo. Se la sono cavata abbastanza bene. E poi lei, Tina Gartmann-Albin, ha ringraziato. Certo, la festa a Coira non assume la forma di festa di paese, come succede nei piccoli centri. È un po’ più riservata.

Silvia Rutigliano

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