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Annemieke Buob, pittrice delle emozioni

31 maggio 2017

Prosegue la pubblicazione di interviste ad alcuni artigiani amatoriali della nostra valle. A cura di Paolo Pollio.

Annemieke è un’insegnante. Vive in Bregaglia da diversi anni ormai, ma di origini engadinesi ed olandesi. Annemieke è una donna travolgente e una delle cose che colpisce di più di lei è che sa, conosce molte cose. E quando si entra in contatto con lei non si può fare a meno di star lì ad ascoltare.

Come hai cominciato e da quanto tempo lo fai?
Il disegno è stata la mia prima passione. Avevo 13 anni quando ho iniziato a praticarlo. A 20 ho avuto un primo incontro con la pittura in un atelier secondo il metodo di Arno Stern. Il metodo permette ai bambini di liberare le proprie emozioni e consiste in una tavolozza verticale che permette di posizionare dei fogli in modo tale che i bambini possano liberamente disegnare ciò che sentono. In tedesco questo metodo è detto ausdrucksmalen. Poi mi sono specializzata in questo metodo. Mi sono formata in un corso triennale, mentre già lavoravo come insegnante. Ho sempre dipinto.

Perché questa tecnica e non un’altra?
Ho provato diverse tecniche, ma l’unica tecnica che ho, veramente, evitato è stata la pittura ad olio sia per il forte odore sia perché è lenta ad asciugare. Mentre con la tecnica della pittura espressiva c’entra il mio bioritmo e questa è la cosa che più mi piace. Fare veloce e tanto. Avevo questa esigenza. Ma da quando sono in Bregaglia mi piace molto praticare un modo di dipingere quasi meditativo di conseguenza più lento, con più calma. Un’altra tecnica che ho sempre sperimentato è l’acquerello. Mentre solo due anni fa ho iniziato a fare delle prove con acrilico e continuo a sperimentare, a studiare… negli ultimi 30 anni la tecnica che più ho usato è stato il gouache. Poi per timore di rovinare delle belle tele ho sempre dipinto su carta. Sto sempre cercando ma ogni risultato ha il suo valore, è una tappa del viaggio che faccio.

Partecipi ai mercatini?
No. Ma ho fatto un’esposizione personale e alcune di gruppo. Le motivazioni per cui ho partecipato ad alcune mostre sono due, in teoria: la prima è che mi dispiaceva che i miei quadri restassero nei cassetti e la seconda, forse più interessante, rimane la discussione che può nascere dalle critiche ricevute e condividere il piacere dei risultati. Sono una pittrice nonostante grandi tribolazioni avute da giovane.

Cosa ti piace di più di questo hobby?
Il viaggio rilassante nel mondo dei colori che mi rende felice.

Che consiglio daresti a chi avrebbe voglia di imparare o di dedicarsi a questo hobby?
Tutto è giusto finché viene dal cuore. Ci vuole coraggio ad abbandonare tutto ciò che ti hanno consigliato di giusto o sbagliato e iniziare a dipingere come lo fanno bambini. Liberi dai giudizi.

Guarda la galleria immagini.

Paolo Pollio

Satira di Bregaglia

La vignetta del giorno

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Per sorridere un po’.