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Strategia energetica 2050

2 maggio 2017 1 commento

//riceviamo e pubblichiamo\\
Alcune riflessioni in merito alla votazione sulla legge federale sull’energia. Di Fabio Maurizio.

Di problemi energetici me ne sono occupato vastamente durante lo studio e me ne occupo tuttora. Mi sento quindi in dovere di scrivere qualche riga perché recentemente si leggono e sentono affermazioni inconsiderate.

Mi fa riflettere cosa spinge qualcuno a scrivere che per salvare l’energia idroelettrica e le aziende fortemente legate ad essa (come per esempio ewz o REpower) si debba votare no, quando queste stesse aziende non si oppongono o sostengono addirittura pubblicamente la strategia del consiglio federale.

Oppure come si possa affermare che il prezzo dell’olio combustibile o della benzina dipenda fortemente da questa legge. Penso che ognuno è consapevole che i prezzi di queste fonti di energia fossile dipendono principalmente da paesi al di fuori della Svizzera e dell’Europa.

È proprio grazie a questa strategia che il nostro paese ha l’occasione di diventare più indipendente (dal punto di vista energetico, ma pure politico) da queste nazioni ricche di energie fossili. Inoltre queste grosse cifre spese oggigiorno per l’importo di olio e benzina potrebbero venire investite nel nostro paese. Ne fa esempio la Norvegia che segue già da anni questa direzione. Inoltre mi chiedo come i contrari a questa legge s’immaginano di trovare il consenso politico, il posto di costruzione e gli investitori per una nuova centrale nucleare. Dubito che i costi e la burocrazia solo per la pianificazione sarebbero pochi, senza pensare alla costruzione ed i fondi per uno smaltimento corretto dei rifiuti nucleari.

La Svizzera s’è sempre contraddistinta per essere un paese innovativo e all’avanguardia e possiede i mezzi tecnici ed il sapere per realizzare questa strategia che è sì ambiziosa, ma fattibile. Persone che dubitano delle innovazioni c’erano già negli anni 90, quando i primi riscaldamenti geotermici furono installati e parzialmente derisi con le stesse battute che si sentono oggi (inverno freddo, doccia fredda ecc.). Oppure solo alcuni anni fa quando alcuni affermavano ancora che un’automobile elettrica non riuscirà mai a tenere il passo con una a benzina su una strada di montagna.

La domanda si riduce quindi ad una semplice riflessione: siamo disposti ad investire in un’energia regionale pulita (idroelettrica naturalmente inclusa) o preferiamo economizzare a corto termine pagando le conseguenze in futuro? La produzione incostante d’energia (dipendente dal sole o dal vento) può essere inoltre l’occasione per un progetto d’accumulazione d’energia come lo è quello del Lago Bianco.

Io sono convinto del SI. Anche cinque su sette dei nostri parlamentari grigioni a Berna lo sono come pure la società grigione degli impresari costruttori e l’associazione delle aziende elettriche svizzere.

Fabio Maurizio

Attualmente c'è un commento

  1. Gian Luca Giovanoli scrive:

    Inizio chiarendo che di certo tu Fabio ne capisci di energia almeno 100 volte più di me, e qui non ci piove. La votazione non è però prettamente tecnica, bensì decide sul futuro economico di TUTTI i cittadini, anche di coloro che non lavorano in questo settore e che sperano di approfittare di un sì alle urne… Anche se ormai tirerò per le lunghe, voglio e devo prendere posizione su vari campi che menzioni:

    - Dici che ti chiedi come mai queste stesse aziende (Idroelettriche) non si oppongono ma che sostengono addirittura pubblicamente la strategia del consiglio federale.
    Pure io mi sono posto la domanda. Ovviamente, nelle nostre riflessioni alla ricerca di una risposta, abbiamo preso strade diverse e dunque con risultati diametralmente opposti. La tua può essere scaturita da un pensiero (secondo me) semplificato e poi ritenuto ovvio: ewz e REpower sostengono questa Legge e dunque sarà positiva per le aziende idroelettriche. La mia strada mi ha portato a valutare la situazione e il modo in cui è nata. La prima bozza di questa Legge energetica non prevedeva alcun incentivo a favore dell’idroelettrico. Valutando il tutto, si è ben presto constatato che anche ai produttori di questo settore andava consegnato una zuccherino. Non tanto per aiutarli in modo adeguato e leale, bensì unicamente per ottenere consenso politico e dunque fare in modo che non si oppongano. Ovviamente sono riusciti nell’intento! Ora c’è da chiedersi cosa spinga la Direzione di queste aziende ad accettare questa soluzione. A mio modo di vedere, gli addetti non puntano più ad una strategia lungimirante che si protrae per decenni, bensì a breve termine. I CEO e le direzioni sempre più spesso fanno interessi propri o di persone a loro vicine (come purtroppo spesso accade anche in politica!). Dunque un aiutino per i prossimi 5 anni può andare benissimo (poi io vado in pensione…e i problemi se li sbriga poi chi mi sostituirà). Una volta che la Direzione a Zurigo (ricordiamo che si tratta di un’azienda nelle mani della città) ha deciso di sostenere una qualsiasi votazione, voglio vedere singoli collaboratori mettere in discissione questa decisione o farsi forti per combatterla e dunque mettere in dubbio i propri “capi”…
    In questo ambito cade a pennello l’articolo apparso in questi giorni nei quotidiani grigionesi a proposito del fatto che il Governo, assistito da una TaskForce (formata da politici e tecnici) abbia gia oggi deciso che è necessario (anche in caso di un SÌ alle urne) far forza presso Berna affinchè l’idroelettrico venga maggiormente sostenuto… Non vi fa riflettere?

    - Per quanto riguarda il prezzo dei carburanti fossili (benzina, diesel, olio di riscaldamento): I combustibili fossili provengono dall’estero e, come tutte le materie, hanno dei prezzi che oscillano seguendo il principio di domanda e offerta. Prima di arrivare al consumatore svizzero, devono tutti passare la dogana (finalmente un campo in cui sono più esperto di te… :-) ). Ecco che subentra lo Stato che può decidere a piacimento quale prezzo avranno queste materie in Svizzera. Se la politica vorrà agevolare ulteriormente le fonti “alternative”, alzerà il dazio doganale sui carburanti fino a indurre ogni cittadino a farne a meno. Un intervento artificiale che nulla ha a che vedere con il libero mercato!

    - Dici che proprio grazie alla strategia energetica 2050 la Svizzera potrà essere indipendente dall’estero: Quando il vento non soffierà e il sole non splenderà, saremo costretti ad acquistare l’energia dall’estero. E questo lo chiami indipendenza energetica e politica? Anche in questo frangente c’è una notizia fresca che ovviamente non avrebbe dovuto trapelare. Il CF e l’UFE (ufficio federale per l’energia) pianificano già oggi la costruzione di alcuni impianti a GAS per la produzione di energia elettrica. Questo per sopperire alla carenza di corrente elettrica in quei periodi in cui le fonti alternative (eolico, solare, ecc.) non riusciranno a soddisfare la richiesta. La pianificazione di due centrali sembra già abbastanza avanzata, mentre per altre tre si stanno sondando possibili ubicazioni. Questo fatto, che fino a una certa data si poteva leggere sulla Homepage dell’UFE (le informazioni sono poi state rimosse in vista di questa votazione!) dovrebbe far pensare anche i più scettici.

    - Per quanto riguarda la Norvegia: Hai ragione, la Norvegia segue il principio dell’autosufficienza energetica. Sarebbe anche corretto menzionare che punta fortemente sugli impianti idroelettrici e che la Norvegia è il più grande produttore di gas dell’Europa occidentale (impiantio a gas!).

    - Da come tu scrivi, deduco che sei dell’idea che chi vota NO il 21 maggio è favorevole alle attuali centrali atomiche e desidera al più presto costruirne di nuove. Questo non l’ho mai detto e non lo trovi da nessuna parte, anche se ti farebbe piacere. Per principio, chiunque tiene alla Natura ed all’ambiente, desidera fare a meno delle centrali atomiche (anche io). La domanda è piuttosto: Facendone a meno, come compensiamo la mancata energia elettrica? Si tratta pur sempre quasi del 50% della produzione elvetica! Di certo lo smaltimento dei rifiuti rimane un problema grosso da risolvere, ma anche in questo campo, come per le amate energie alternative, si potrebbe lasciar tempo alla ricerca e forse soluzioni sostenibili si potrebbero anche trovare. Per quanto riguarda i finanziamenti di nuovi progetti; è ovvio che se lo Stato ha deciso di incentivare l’energia proveniente dalle nuove fonti come l’eolico o il solare, le rimanenti produzioni non saranno mai redditizie e dunque nessuno investirà in tale campo.
    Io sono sempre dell’idea che lo stato deve intromettersi il meno possibile. L’economia funziona al meglio se ci sono poche regolamentazioni. L’agricoltura è un’eccezione e deve essere sostenuta artificialmente siccome da una parte troviamo la legge che obbliga all’autosufficienza nutrizionale (che è ancora più importante dell’autosufficienza energetica) e dall’altra senza contadini i boschi crescerebbero dentro dalle finestre per uscire dalle porte o dai camini (ah no scusa, i camini non ci saranno più siccome gli impianti geotermici non li necessitano. Scusa la battuta). Ecco perché sostengo le sovvenzioni nel campo agricolo. In molti altri campi, incentivi e sovvenzioni hanno quasi sempre per conseguenza altri incentivi per chi reclama difficoltà e così ne nasce un circolo vizioso. È purtroppo moda politica oggidì pensare che tutto debba essere regolamentato, togliendo tra l’altro anche il buon senso e la responsabilità ai cittadini. Non si può credere che i cittadini siano sciocchi. Ogni singolo individuo è in grado di valutare cosa sia corretto e cosa meno.

    - Come mai si parla volentieri dell’impatto ambientale delle centrali atomiche (che c’è ed è indiscusso) ma raramente sento parlare dell’impatto ambientale dei sistemi eolici o solari? La produzione e lo smaltimento dei pannelli solari non è per nulla innocuo, e pure gli impianti eolici hanno un’impronta ecologica da ripulire, ma non ne parlate mai!

    - La Svizzera un Paese innovativo e all’avanguardia: Concordo. Essere innovativi in modo moderato e ponderato è saggio. Voler forzare l’innovazione senza pensare alle conseguenze e a scapito di produttori già presenti sul mercato secondo me è sciocco!
    Non sono contro l’innovazione, ma secondo me è consigliabile fare un passo alla volta, non più lungo della gamba e tenendo conto di tutti i fattori che ne conseguono. Chi vota NO il prossimo 21 maggio, non è contrario all’innovazione e nemmeno sostiene centrali nucleari che producono scorie radioattive che non sappiamo dove smaltire. Semplicemente desidera una strategia energetica più moderata e sostenibile. Nel caso improbabile di un NO, non si potrà rimanere allo StatusQuo, ma si dovrà investire ulteriormente nella ricerca e nell’ottimizzazione del campo energetico, al fine di riuscire (quando sarà il suo tempo) ad essere energeticamente indipendenti e possibilmente con minimo impatto ambientale. Un traguardo che desidera raggiungere anche l’UDC.

    - Impianti geotermici: Pure io ho installato un sistema geotermico, e dunque non ho mai deriso nessuno… . È però anche vero che già oggi i sistemi geotermici (fori nel terreno per “rubare” il calore) sono assai discussi e si pensa di abbandonarli siccome sconvolgono in modo eccessivo le temperature delle crosta terrestre con possibili conseguenze. Un ennesimo esempio che alle innovazioni bisogna lasciare il tempo che necessitano.

    - Automobili elettriche: Le auto elettriche sono benvenute. Ma se propagate dalle medesime persone che in contemporanea mirano a dimezzare il consumo attuale di energia (dunque anche quella elettrica) togliendo allo stesso tempo un terzo delle fonti di produzione, allora sì che ho i miei dubbi. Non ho studiato matematica, ma mi sento in grado di dire che questo tipo di calcolo non può tornare e che dunque necessiterà di alternative che vanno ben oltre le capacità del solare e dell’eolico (centrali a gas?!).

    - Progetti d’accumulazione d’energia (Lago bianco): Benvengano questi progetti! Sono pienamente d’accordo, ma non necessitano di un pacchetto così complicato, complesso e troppo ambizioso per essere messi in pratica. Lo si può fare anche già oggi. Il problema è che spesso (e credo che non devo elencare esempi) questi progetti innovativi vengono combattuti e cestinati proprio grazie alle istituzioni ambientalistiche che oggi sostengono questa Legge. Un paradosso!

    - Il consenso dei parlamentari GR (non tutti) e dell’associazione degli impresari e costruttori o delle aziende elettriche: Io voterò con convinzione NO, anche se sono certo che ormai vincerà il SÌ. Dunque tra 10 o 20 anni tireremo le somme e, come spesso succede quando il Governo lancia proposte frettolose e poco ponderate, ci si pentirà della decisione presa ma ormai sarà troppo tardi. Sento occasionalmente voci insinuare che chi propaga il NO fa Lobby per le centrali atomiche. Ho però esaminato velocemente il giornaletto che tutti noi abbiamo trovato nella bucalettere distribuito dai sostenitori di questa Legge federale sull’energia. Tra i promotori elencati trovo professori che insegnano nel settore delle energie rinnovabili, CEO di aziende che offrono soluzioni per energie alternative o istallazioni di pannelli solari, specialisti nell’ottimizzazione di isolamento agli edifici, ecc. I promotori elencano varie professioni di cui ci sarà bisogno quando la Legge sarà accettata come una conseguenza positiva. Io la interpreto in modo contrario; una serie di attività e interventi PER COLPA di questa nuova Legge e dei quali forse si potrebbe anche fare a meno. Ovvio che la società grigione degli impresari e costruttori sostiene una Legge che indurrà i cittadini a dover per forza investire nelle proprie case. Di certo non sono spinti da un’improvvisa coscienza ambientalistica, ma piuttosto da quel borsello che sta riposto nella tasca dei pantaloni della loro natica destra.
    Anche io sono propenso ad un’evoluzione verso fonti pulite e sostenibili di energia e sono convinto che a tempo debito l’umano saprà scoprirle, inventarle e gestirle in modo adeguato. Lasciamo tempo all’evoluzione e al settore della ricerca, sostenendolo laddove sa dimostrare di ottenere anche risultati e questa visione potrà diventare realtà senza costare miliardi a scapito di altri settori.
    Se siete arrivati fin qui, vi ringrazio per la perseveranza dimostrata :-) .
    Gian Luca Giovanoli

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