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I confini di Righini

6 settembre 2016

Inaugurata domenica scorsa la mostra di Valerio Righini alla Rimessa Castelmur. Una denuncia politica e sociale espressa nelle sue opere d’arte.

Barriere, ostacoli, porte insuperabili, ma soprattutto muri. Muri di legno, di metallo, di cartone indurito, sovrastati da schegge, da chiodi, da pezzi di vetro. Realizzati in tre dimensioni. Ma anche soltanto dipinti sulla tela.

«Confini» è intitolata la mostra di Valerio Righini alla Rimessa Castelmur a Coltura di Stampa. Ma sono confini sbarrati quelli che l’artista presenta, confini insormontabili. Perfino le porte – quattro diversi tipi di «porta verso sud» – sono in realtà invalicabili, ostruite da pezzi di gomma o di vetro o altri materiali, e rappresentano i tentativi di traversata del mare da parte di persone provenienti, appunto, da sud.

I muri dell’infanzia, quelli che impedivano di entrare nei frutteti per mangiare a sbafo, si sono così, nell’atto creativo di Valerio Righini, associati ai muri più o meno recenti, che dividono popoli e nazioni. Malgrado la drammaticità del tema e la serietà con la quale l’artista lo affronta, c’è un’opera che esprime anche ironia, «campionario», una cassa nella quale sono disposte in bell’ordine diverse tipologie di muro, da presentare ai vari governanti qualora sentano la necessità di costruire un muro nel loro stato.

Righini espone per la prima volta in Bregaglia. La mostra che è stata inaugurata domenica mattina alla Rimessa Castelmur, allestita con la collaborazione di Martin Ruch, è al tempo stesso semplice e profonda, non difficile da capire ma tutt’altro che banale. “Chiamarla «Confini», senza aggiungere aggettivi – ha dichiarato Valerio Righini – è significativo. La mia è una denuncia politica e sociale”.

È intervenuto a presentare Valerio Righini il direttore del Museo etnologico tiranese Bruno Ciapponi Landi, il quale è anche il capo delegazione di Sondrio del Fondo ambiente italiano. Egli ha mostrato apprezzamento per la scelta delle opere da esporre (scelta compiuta da Dora Lardelli insieme all’artista) e ha definito Righini un artista maturo e vitale, che si muove su due nazioni, in un territorio che comprende Sondrio, Tirano, Bormio, Valposchiavo e Val Bregaglia, occupandosi di tematiche transfrontaliere. La cerimonia alla Rimessa è stata arricchita dal canto gregoriano eseguito da Daniele Torelli, storico della musica e musicologo, amico dell’artista.

Il comitato della Rimessa, composto da Dora Lardelli e Irma Siegwart, ha come di consueto offerto, in conclusione, un gustoso aperitivo.

Silvia Rutigliano

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