Intervista a Simona Rauch

La pastora in servizio in Bregaglia rappresenterà i riformati svizzeri al Gottardo. Ripubblichiamo l’intervista uscita ieri sul settimanale Il Grigione Italiano.

Simona Rauch, come hai accolto la decisione della FCES?

C’è stata innanzitutto una grande sorpresa, quando la Federazione delle chiese evangeliche svizzere mi ha interpellata venerdì scorso. Fin lì avevo seguito la preparazione dell’evento dall’esterno e improvvisamente mi sono ritrovata proiettata all’interno di un evento di attualità come l’apertura della nuova galleria di base del San Gottardo. Un compito importante, quello che mi è stato affidato, che prendo molto sul serio. Al di là del privilegio di poter essere presente in prima persona a un tale evento storico non posso nascondere che ci sia anche una certa pressione in quanto in veste di delegata della Comunità di lavoro delle chiese cristiane in Svizzera ho la grande responsabilità di rappresentare i cittadini, i cristiani, i riformati, le donne nonché le persone di lingua italiana del nostro paese.

Cosa dirai o farai lì al tunnel?

Il primo giugno parteciperò alla cerimonia religiosa prevista nell’ambito della festa di inaugurazione della nuova galleria del Gottardo. Questa cerimonia ecumenica e interreligiosa ha certamente più significati: è un momento di inaugurazione e di incontro, ma anche un momento di raccoglimento, di preghiera e di benedizione. Forse qualcuno dirà che i riformati non benedicono gli oggetti. Questo è senz’altro vero, ma è altrettanto vero che Dio benedice gli esseri umani e i loro percorsi. Dal punto di vista cristiano, invocare la benedizione di Dio nel momento in cui inauguriamo un’opera gigantesca come il nuovo traforo del Gottardo ha un significato profondo. La benedizione è infatti una delle prime parole che Dio rivolge all’umanità, è la parola con cui Dio accompagna la sua creazione fin dall’inizio. Potremmo dire che al termine di ognuna delle sue opere, Dio inaugura la vita benedicendola, cioè affermando che essa è buona e bella. La benedizione di Dio ha dunque proprio un carattere inaugurale. Dietro a tutte le parole umane di inaugurazione che risuoneranno il primo giugno, vogliamo quindi ricordare che tutti i nostri inizi umani, piccoli o grandi che siano, stanno sotto lo sguardo di Dio che, se così si può dire, è il grande iniziatore, è all’origine di ogni nostro inizio.

E dunque quale significato attribuisci tu alla cerimonia di benedizione?

Il tunnel più lungo del mondo ha preso vita grazie al lavoro degli ingegneri e degli oltre 2’000 operai che vi hanno lavorato per diciassette anni. D’ora in poi esso prenderà vita attraverso tutti coloro che lo utilizzeranno per attraversare le Alpi. Ma come cristiani noi crediamo che le nostre opere umane prendono vita anche e soprattutto attraverso lo sguardo di Dio che continua a guardare con bontà e con benevolenza alla sua creazione. Ecco, io credo che questo sia il senso profondo della cerimonia di benedizione. Il primo giugno ci fermeremo a guardare ciò che è stato fatto, lo metteremo per un momento davanti ai nostri occhi per ammirarlo e nello stesso tempo lo metteremo sotto lo sguardo di Dio chiedendo la sua benedizione. Chiedendo cioè che questa opera umana contribuisca al bene che Dio vuole per le sue creature. Che in quanto luogo di passaggio, la nuova galleria del Gottardo possa essere un’opera che contribuirà all’incontro, allo scambio e alla comprensione tra regioni, lingue, culture, religioni e tradizioni diverse.

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Silvia Rutigliano