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Intervista alla manager regionale

14 aprile 2016

//tratto da Il Grigione Italiano\\
Regula Frei ha preso servizio a inizio anno quale responsabile dell’incremento economico per le Regioni Maloja e Bernina.


Laureata in economia aziendale a San Gallo, con 15 anni di esperienza all’estero, Regula Frei si occupa dello sviluppo economico dell’Engadina Alta, della Valposchiavo e della Bregaglia. I suoi tre uffici si trovano rispettivamente a Samedan nell’edificio del Circolo, a Brusio nella Casa Besta, e a Stampa nell’ex casa comunale.

Perché questa scelta?

Quando sono tornata dall’estero, due anni fa, ero occupata in una multinazionale a Zurigo. Ma, in seguito all’iniziativa sull’immigrazione di massa, e all’eliminazione della soglia minima di cambio del franco rispetto all’euro, questa ha deciso di trasferire una buona parte delle attività all’estero, perché non voleva continuare in un ambiente politicamente fragile e costi sfavorevoli. Però, io non sono tornata in Svizzera per ridurre i posti di lavoro svizzeri, sono tornata per contribuire con la mia esperienze a mantenerli.

La sua funzione è chiara sulla carta, ma meno chiara a livello pratico. La gente spesso ha l’impressione che un lavoro di questo tipo sia uno spreco di denaro. Innanzitutto, chi la paga?

Io sono dipendente delle regioni Maloja e Bernina, ma pagata dall’Ufficio dell’economia e del turismo del Cantone dei Grigioni. Vuol dire che i miei capi sono anche tutti i sindaci dei comuni all’interno delle regioni in cui opero, dodici nella Regione Maloja e due nella Regione Bernina. Loro si riuniscono mensilmente nella Conferenza dei presidenti, dove io posso riferire dei progressi del mio lavoro. Ho però un referente più preciso che è Martin Aebli, sindaco di Pontresina, con il quale mi incontro più spesso.

Dunque il Cantone la paga e lei riferisce ai presidenti comunali. Ci sono altre persone che lei considera importanti?

Sto man mano conoscendo tutti i responsabili dei progetti, le Associazioni di artigiani e commercianti del territorio (ce ne sono una per ogni comune in Engadina, una in Bregaglia e una in Valposchiavo), le associazioni degli albergatori, i consigli comunali eccetera.

Lei ha ereditato un lavoro già iniziato. È stato difficile riprenderlo e proseguire?

Per niente. Ho trovato un ufficio ben organizzato. Ho così potuto agevolmente visionare i 40 progetti già avviati, archiviare quelli conclusi e portare avanti quelli aperti.

Ci può fare un esempio di uno dei progetti aperti?

In Bregaglia e in Valposchiavo è in corso il progetto «Hotelimpuls». In Bregaglia siamo nel modulo tre: la settimana scorsa abbiamo iniziato i corsi di formazione per gli albergatori. In Valposchiavo abbiamo fatto, un mese fa, l’incontro di avvio. Erano presenti gli albergatori che avevano dato la loro adesione e due rappresentanti della Società svizzera di credito alberghiero. Ora siamo nella prima fase, quella dell’analisi, con la raccolta dei dati. In Engadina invece questo progetto non è stato attivato, perché la situazione è diversa.

E lei ha dei progetti nuovi?

Ho osservato la situazione dei frontalieri e sto lavorando all’ipotesi di organizzare dei trasporti collettivi, dei bus espressi, per portarli in Engadina. La statistica dice che circa 2’500 persone lavorano fra Maloja e Pontresina, e la maggioranza viene dall’Italia. È vero che si recano in luoghi diversi e hanno orari diversi, ma credo che qualche bus si potrebbe riempire.

Lo schema illustra i flussi quotidiani dei lavoratori nelle aree che oggi sono le Regioni Maloja e Bernina (Einwohner = abitanti, Grenzgänger = frontalieri, Pendler = pendolari, Beschäftigte = impiegati)

Bus espressi? Ha trovato interesse?

Per ora ho preparato un questionario, anzi due, uno per le imprese e uno per gli impiegati, questionari che dovrebbero ritornare per fine mese, e allora avrò maggiori informazioni circa le loro necessità e il loro interesse verso un trasporto pubblico. Inoltre, ho preso contatto con Postauto e Ferrovia retica, che hanno la concessione, il primo sulla tratta Chiavenna-St. Moritz, la seconda sulla Tirano-St. Moritz. È tutto ancora in fase di studio.

Ci sono altre istituzioni cui appoggiarsi?

Ci sono i progetti Interreg. Quest’anno ci saranno i nuovi bandi, e un tema è proprio la mobilità. Quindi per questo progetto del trasporto dei frontalieri possiamo pensare di entrare in un progetto Interreg, e avremmo anche un sostegno economico. I progetti Interreg possono essere presi in considerazione anche su altri temi, naturalmente.

Ritornando al suo ruolo, lei ha un incarico legato alla nuova politica regionale. Che cosa comporta questo?

L’Ufficio cantonale ci tiene che i progetti siano importanti, che qualifichino la nuova politica regionale. Il punto di riferimento è il documento cantonale «Agenda 2030». Al di sotto di quello, nelle nostre zone, abbiamo dall’anno scorso le «Strategie di sviluppo regionale», elaborate dal Circolo dell’Engadina Alta, dal Comune di Bregaglia e dalla Regione Valposchiavo.

Ci dica ancora qualcosa di lei.

Ho studiato economia aziendale all’Università di S. Gallo. Ho lavorato per 20 anni per imprese internazionali, quali ABB, Alstom e Siemens, e ho vissuto in Belgio, Argentina, Germania, Stati Uniti e Singapore. Se ora le multinazionali si trasferiscono all’estero, io però sono contenta di poter dare il mio contributo all’economia svizzera attraverso il sostegno alle piccole e medie imprese.

Attuazione della Nuova politica regionale 2016-2023 nei Grigioni (sito ufficiale del Cantone).

Silvia Rutigliano

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