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Intervista a Katrin Hagen

28 gennaio 2016

//tratto da Il Grigione Italiano\\
Vincitrice dello Swiss Award 2015 nella categoria società. Katrin Hagen si reca regolarmente in Nepal per portare aiuto medico gratuito.

Katrin Hagen è domiciliata in Engadina, ha il suo studio medico nel Medizinisches Zentrum Heilbad di St. Moritz, e opera presso la Clinica Gut e presso l’Ospedale di Samedan, nei quali esercita la sua specializzazione in chirurgia della mano. Ha però anche una casa a Soglio, dove rientra spesso la sera e passa molto del suo tempo, e dove l’abbiamo incontrata alcuni giorni fa, poco prima della sua nuova partenza per il Nepal.

Come ha vissuto l’esperienza del concorso «svizzero/a dell’anno»? Cominciamo dalla nomination.

Il fotografo Giancarlo Cattaneo, di St. Moritz, ha fatto il mio nome e me ne aveva informata. Ma io me ne ero dimenticata! Poi ho ricevuto la lettera che mi comunicava che ero fra i candidati. Per fortuna avevo rinviato il viaggio in Nepal, previsto per l’inizio di gennaio!

E per quanto riguarda la trasmissione televisiva, con la votazione e tutto il resto?

Era un evento che non avevo mai seguito. Non è roba per me. Ho dovuto anche comprare un vestito apposta! Però lo scialle no, quello l’avevo comprato 40 anni fa in India. Non ero nervosa, per niente. Solo che tutti me lo chiedevano: «Sei nervosa?», e alla fine un po’ lo sono diventata, ma solo un po’. E a un certo punto mi sono resa conto che avrei anche potuto vincere e che se avessi vinto avrei dovuto tenere un discorso e così ho pensato a che cosa avrei detto, ma non ho scritto nulla. Sono abituata: in Nepal mi capita spesso di tenere discorsi.

In che cosa consiste il premio?

Mi hanno consegnato un trofeo e un orologio da polso Omega, con inciso il mio nome e l’occasione.

Niente premio in denaro?

No. Mi hanno pagato il soggiorno in albergo, tutto lì. Comunque per me il premio è importante, perché dà visibilità al mio lavoro e così possono aumentare le donazioni. Infatti, se il progetto è ben conosciuto in Engadina, non però così nel resto del Cantone e della Svizzera.

Da quanto tempo lavora in Nepal?

Per la chirurgia della mano, da più di vent’anni. Lavoro in collaborazione con un chirurgo in un ospedale pubblico. Invece il progetto «Medical Camp» esiste da quattro anni. Quello stesso ospedale ci fa da partner ed è perfetto.

Come mai il Nepal?

Ero stata in Nepal da piccola: mio padre ci ha lavorato per dodici anni. Poi ci sono sempre tornata. Una volta ho incontrato un neurochirurgo che svolgeva un’attività lì e ho deciso di seguire il suo esempio. A St. Moritz c’era una fondazione che si occupava di diverse cose. Oggi si occupa solo del progetto per il Nepal e io ne sono diventata la presidente. Si chiama med solutions foundation.

Come funziona un Medical Camp?

Il personale dell’ospedale di Katmandu va a fare dei sopralluoghi nei luoghi discosti, quelli meno serviti, e sceglie il posto. Ci deve essere almeno una strada, un albergo dove alloggiare e un ospedale con qualche posto letto, qualche infermiera e un locale che possa essere usato quale sala operatoria. In certi casi sono strutture malridotte. Una volta hanno dovuto perfino imbiancare le pareti! Io parto dalla Svizzera, mentre tutta l’équipe, circa 14 persone, più tutto il materiale occorrente, partono da Katmandu.

E la gente viene al campo?

L’allestimento del Medical Camp viene annunciato attraverso la radio e altri mezzi di comunicazione, così la gente viene a sapere che c’è un campo di ortopedia con trattamento gratuito. Alcune persone fanno due o tre giorni di cammino per raggiungerci. Il campo dura 7-8 giorni. L’ultima volta abbiamo visto 1’200 pazienti ed effettuato 70 operazioni importanti. Lavoriamo dalle 7 del mattino alle 11 di sera.

Si trova bene a lavorare con i medici del posto?

Benissimo. Ci sono buoni specialisti in Nepal. Inoltre, nelle loro condizioni, possono fare meglio di noi.

La dottoressa Katrin Hagen ha vinto il premio svizzero 2015 nella categoria «società». Inoltre, la votazione del pubblico, durante la trasmissione televisiva della SFR 1, lo scorso 9 gennaio, l’ha condotta al secondo posto per la nomina a «svizzero/a dell’anno», concorso vinto dal cantante Polo Hofer.

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Le fotografie sono state gentilmente concesse da Giancarlo Cattaneo, St. Moritz.

Guarda altre fotografie riguardo al lavoro in Nepal e alla premiazione di Katrin Hagen.

Silvia Rutigliano

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