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Nel sessantesimo della diga

3 giugno 2015

//comunicato stampa\\
Si inaugura a Stampa e a Castasegna la doppia mostra dedicata all’Albigna. Sabato 6 giugno, alle ore 16 e alle ore 17.30.

Sabato 6 giugno alle ore 16.00 vi sarà presso la Ciäsa Granda l’inaugurazione della mostra L’Albigna di Emil Zbinden. L’esposizione, realizzata da Pgi Bregaglia in collaborazione con l’Associazione Emil Zbinden e curata da Etienne Wismer e Jürg Spichiger, è incentrata sull’opera dell’incisore del legno e realista svizzero Emil Zbinden, che lavorò tra il 1958 e il 1959 presso il cantiere dell’Albigna, documentando nei suoi acquarelli e nelle xilografie la grande opera che avrebbe cambiato il volto della Bregaglia.

Nato nel 1908 a Berna, Emil Zbinden si formò come tipografo, completando la propria educazione artistica a Berlino e presso la famosa Accademia d’arte di Lipsia. La sua opera è fortemente influenzata dai mutamenti dell’epoca in cui visse: i conflitti bellici, certo, ma più ancora quelli sociali e le grandi trasformazioni politiche ed economiche di cui fu testimone. Vide le grandi trasformazioni industriali dell’altopiano e le opere di realizzazione degli impianti idroelettrici nelle montagne, nelle quali l’uomo pareva sfidare gli elementi più possenti della natura: la maestà delle montagne e la forza distruttrice dell’acqua.

Parte delle sue opere furono esposte nella retrospettiva Für und wider die Zeit presso il Museo d’arte di Berna prima e presso il Museo delle arti figurative a Lipsia poi.

La mostra della Ciäsa Granda mette in luce il lavoro di Zbinden del 1958-1959, arricchito altresì da audioinstallazioni con interviste realizzate dallo storico Andrea Tognina e dalla giornalista Paola Beltrame ai lavoratori svizzeri e italiani che parteciparono alla costruzione della diga, dagli ingegneri sino ai manovali e agli inservienti, senza dimenticare i testimoni della Bregaglia che assistettero in parte da protagonisti, in parte da spettatori ai grandi cambiamenti in corso.

Alle 17.30 presso al Galleria Il Salice di Castasegna si inaugurerà poi la seconda mostra, Una giornata sull’Albigna, un reportage con fotografie d’epoca del bernese Urs Beyeler, anch’egli accorso per ben cinque volte (da luglio del 1956 al marzo del 1960) presso il grande cantiere idroelettrico della Bregaglia.

Nato nel 1925, Beyeler si formò come fotografo presso la Wild di Heerbrugg (conosciuta oggi come Leica Geosystem) specializzandosi in microfotografia, eseguendo a conclusione un lavoro fotografico sui cristalli di neve dello Jungfraujoch, pubblicato poi dall’editore Bucher di Lucerna. Collaborò con la rivista mensile Du e lavorò principalmente poi presso la Ciba Geigy.

La serie fotografica qui esposta è stata selezionata dallo stesso Urs Beyeler per questa esposizione e viene mostrata per la prima volta al grande pubblico. Dopo un omaggio al paesaggio alpino intatto che precedeva i lavori, si dà conto della grande trasformazione, con fotografie tanto dedicate ai lavoratori quanto ai macchinari alle strutture industriali, con un intento documentario, senza dimenticare le grandi panoramiche esplicative.

In un ideale incontro che riunisce le due mostre, anche Emil Zbinden e Eugen Jordi (l’altro autista che lo accompagnò sull’Albigna) sono ritratti nella loro attività.

Il linguaggio chiaro e trasparente, la cura dell’immagine e la tematica prescelta suggeriscono che Beyeler sia un ideale seguace di Jakob Tuggener e della sua fotografia documentaristica a sfondo sociale.

Anche questa mostra sarà impreziosita da audioinstallazioni provenienti dai lavori di Beltrame e Tognina.

Alle inaugurazioni saranno presenti i curatori delle mostre Etienne Wismer e Jürg Spichiger, il fotografo Urs Beyeler, rappresentanti dell’Associazione Emil Zbinden ed eredi dell’artista.

Le esposizioni sono state realizzate grazie al sostegno del Cantone dei Grigioni, del Comune di Bregaglia e di Pro Helvetia, che ne ha riconosciuto la valenza di ponte tra diverse realtà svizzere e tra Svizzera e Italia, e con il contributo di numerosi sponsor e fondazioni.

A seguire vi sarà un aperitivo con una cornice musicale del flautista Mario Giovanoli, che ha recentemente registrato un disco all’interno del muro della diga dell’Albigna, con effetti del tutto particolari.

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