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Interpellato Mario Cavigelli

19 novembre 2014

//Articolo tratto da “La Provincia di Sondrio”\\
Sono giorni di allerta in Valle Spluga.
Proprio all’inizio della vallata, fra Chiavenna e San Giacomo Filippo, si trova la frana della Val Genasca, uno smottamento da almeno 500mila metri cubi che negli ultimi giorni si è spostato di oltre un metro.


In caso di caduta, la strada statale 36 sarebbe a rischio interruzione. Sul piano della sicurezza, il controllo a distanza dei geologi e quello sul posto dei vigili del fuoco, di Anas e della Protezione civile garantiscono lo stop immediato del traffico in caso di situazioni a rischio. Quindi per gli automobilisti non sono previsti pericoli. Ma l’ipotesi di una caduta spaventa tutti, da San Giacomo a Madesimo. Il timore di rallentamenti nel traffico, o addirittura l’eventuale isolamento, potrebbero tenere lontani alcuni turisti nella stagione sciistica che dovrebbe partire nel fine settimana. Di rimedi, purtroppo, non ce ne sono. La frana non può essere spinta a valle in modo artificiale. Si pensa alla realizzazione di una galleria, ma siamo soltanto al dibattito, quindi serviranno anni e soprattutto circa venti milioni di euro.

E intanto sul versante svizzero è stato chiuso da alcuni giorni il Passo Spluga. Proprio per questa ragione la Comunità montana si è rivolta anche a Mario Cavigelli, capo del Dipartimento costruzioni, trasporti e foreste dei Grigioni, chiedendo agli svizzeri di mantenere l’apertura del passo.

Frana della Val Genasca: sul versante opposto c’è la strada statale dello Spluga


Su gentile concessione di www.laprovinciadisondrio.it

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