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Il Polo Poschiavo dovrà ristrutturarsi?

29 ottobre 2014 Nessun commento

Nella pratica cosa significherebbe tutto ciò per la Valposchiavo e la Valle Bregaglia? Antonio Platz ne ha parlato con il coordinatore dell’associazione, Cassiano Luminati.


Il Cantone dei Grigioni sta creando difficoltà nelle trattative finanziarie per il rinnovo del contributo al Polo Poschiavo. Una delle poche, se non l’unica, realtà grigionitaliane attive nel campo della formazione professionale continua rischia così di scomparire malgrado gli ottimi risultati fatti registrare negli ultimi anni. Conosciuto a livello nazionale e internazionale per le sue offerte innovative, rappresenta una risorsa importante per la Valposchiavo e la Val Bregaglia e per l’italianità nel nostro Cantone. Ne abbiamo parlato con il coordinatore dell’associazione, Cassiano Luminati.

L’esito delle trattative con Cantone per il rinnovo del contributo al Polo Poschiavo è ancora molto incerto. Se non si doves-se riuscire a trovare un accordo, il futuro per questa realtà formativa con sede a Poschiavo e Vicosoprano potrebbe essere segnato. Per comprendere le ripercussioni che tale eventualità potrebbe avere sulla Valposchiavo e la Val Bregaglia è necessario dapprima chiarire sia l’importanza, sia lo stato di salute dell’associazione.

Signor Luminati, di che salute gode il Polo Poschiavo?
Ottima. La qualità della nostra offerta è altissima e riconosciuta non solo localmente ma a livello nazionale e internazionale. A suffragio di questa affermazione posso citare la fiducia che sia la Confederazione sia la Regione Lombardia ripongono nei nostri confronti. Diversi sono stati i progetti che in questi anni abbiamo sviluppato e che hanno portato a nuove forme di formazione. Come dimenticare i corsi d’alfabetizzazione informatica che hanno avuto un enorme successo anche al di fuori dei nostri confini.
Ma il Polo Poschiavo non è attivo solo nello sviluppo di progetti pilota che mirano a soddisfare le nuove esigenze della formazione, bensì offre alla popolazione della Valposchiavo, della Bregaglia, della vicina Valtellina e a tutta l’italofonità nei Grigioni la possibilità di frequentare corsi di formazione e aggiornamento legati alle nuove necessità professionali dell’economia reale. Negli ultimi anni la nostra offerta formativa ha goduto di ampia accettazione se si considera che nel 2013 il Polo Poschiavo ha realizzato 34 proposte formative con un totale di 518 iscritti (215 donne e 303 uomini). Ciò corrisponde all’8.3% della popolazione di Valposchiavo e Bregaglia (6’266 persone). Dal 2002, anno della fondazione del Polo Poschiavo, al 2013 i corsi realizzati sono stati 353 con un totale di 4157 iscritti. Inoltre sono sempre più le aziende private che si rivolgono a noi per formare i propri dipendenti, in particolare per quel che riguarda le conoscenze linguistiche e le nuove tecnologie.

Fatti e cifre che dovrebbero inorgoglire le autorità cantonali, ma così non sembra essere. Perché?
Il Polo Poschiavo, per sua natura e statuto, è difficilmente incasellabile e per questo motivo a Coira esiste una certa difficoltà a capire la portata delle nostre molteplici attività. Si sono trincerati dietro un’annotazione del Controllo delle finanze del Canton Grigioni, che non ritiene più sostenibile dal punto di vista formale il contributo forfettario versato al Polo Poschiavo. La proposta avanzata dal Cantone è quella di adeguare il finanziamento del Polo Poschiavo ai nuovi parametri federali per la formazione professionale continua. Ciò significherebbe che il Cantone si limiterebbe a finanziare i corsi di formazione di una durata superiore alle 30 lezioni con un numero minimo di 10 iscritti. Questo comporterebbe una riduzione sensibile sia del numero di corsi che riusciremmo a proporre, sia del numero di persone che seguiranno un corso di formazione.
Allo stato attuale riusciamo a formare circa 500 persone annualmente con circa 35 corsi, in futuro, seguendo le nuove direttive, questo numero potrebbe aggirarsi a malapena intorno alle 100 persone con ottimisticamente una quindicina di corsi e con un aumento delle quote d’iscrizione.
Chiaramente, dal nostro punto di vista, una riduzione così drastica dell’offerta formativa e del numero di persone che ne usufruiscono è difficilmente giustificabile, poco conciliabile con la politica di formazione continua del Cantone e non commisurata al rapporto costi/benefici.

Mi perdoni l’interruzione, ma 30 lezioni di corso e un minimo di 10 iscritti non sono condizioni un po’ troppo re-strittive per gli standard della Valposchiavo e della Val Bregaglia?
In effetti, sì. Dall’esperienza acquisita in questi anni, i corsi che vanno per la maggiore sono quelli compressi in pochi appuntamenti, se non in uno solo. Magari la stessa persona poi partecipa a più corsi durante lo stesso anno. Per i corsi di lunga durata riscontriamo sempre grosse difficoltà nelle iscrizioni.
Per quanto riguarda il numero minimo di iscritti, ora il Cantone si è dichiarato disposto a scendere a 6. In un primo momento si voleva anche limitare il contributo unicamente per i domiciliati. Una condizione che non abbiamo potuto accettare, non solo perché sarebbe stato ancora più difficile giungere al numero minimo di iscritti richiesto, ma anche perché avrebbe comportato uno problema per l’economia delle due vallate. Come già accennato, diverse aziende si avvalgono dei nostri corsi per formare il proprio personale. Parte di questo personale si compone di frontalieri che quindi sarebbe rimasto escluso, malgrado paghi le imposte alla fonte nei Grigioni. Il Cantone ha compreso il problema e ci ha concesso il contributo anche per quegli iscritti non residenti nei Grigioni ma che possono dimostrare di lavorarvi.

Il Polo Poschiavo non si occupa solo di organizzare corsi, bensì è conosciuto per il suo ruolo attivo nello sviluppo di progetti che spesso si concludono con nuove e innovative opportunità di formazione. Il Cantone però non vuole più finanziare proprio questa parte dell’attività. Che cosa significherebbe questo per il Polo Poschiavo?
Dovremmo chiudere o, nella migliore delle ipotesi, ridimensionare tutta la struttura e svolgere solo un ruolo amministrativo nella gestione dei corsi di formazione e aggiornamento per gli adulti, senza però avere i mezzi per poter sviluppare nuovi corsi. Tutto il know-how accumulato in questi anni andrebbe perso, l’offerta formativa si ridurrebbe a corsi poco innovativi e sia il Cantone, sia la Regione Lombardia perderebbero un partner importante nello sviluppo di progetti transfrontalieri.

Nella pratica cosa significherebbe tutto ciò per la Valposchiavo e la Valle Bregaglia?
Per facilitare la comprensione è forse più semplice citare alcuni esempi che rendono l’idea di come il Polo Poschiavo sia un motore per lo sviluppo economico e sociale delle nostre valli. Settimana scorsa sul vostro settimanale avete pubblicato un articolo sul corso per la realizzazione di muri a secco che si è tenuto a Caneo. Questa iniziativa è parte di un progetto Interreg più ampio di cui il Polo Poschiavo è partner che mira alla conservazione dei monumenti e che ci vede impegnati in prima linea e come responsabili della parte formativa. Diversi sono stati gli interventi compiuti in seno a questa iniziativa, ma mi limiterò a spiegare l’importanza rivestita del corso per la realizzazioni di muri a secco. Da anni in tutta Europa il problema della decadenza di questo tipo di muro – che per altro è molto diffuso – è particolarmente sentito. Purtroppo ci si è resi conto che la manodopera qualificata capace di riportare agli antichi splendori queste costruzioni inizia a scarseggiare. Il rischio che le competenze edili acquisite nei secoli potessero scomparire era ed è grande. Proprio per questo motivo si sta cercando di creare le basi affinché tutto questo sapere possa venir tramandato. Non per nulla a questo progetto sono interessate tutte le federazioni attive nell’edilizia, così come pure Repower e la Ferrovia retica – che per mantenere gli impegni Unesco avrà bisogno di esperti nella costruzioni a secco – e non da ultima anche la Confederazione guarda con attenzione a ciò che sta accadendo. Inoltre, il Polo Poschiavo è coinvolto nel processo di riconoscimento federale della professione di costruttore di muri a secco e questo ci mette in una in una posizione di vantaggio per lo sviluppo e la realizzazione in Valposchiavo di corsi professionali in questo campo in lingua italiana.
Ma il Polo Poschiavo non ha solo questo progetto in ballo. Sono sicuramente noti ai più in Valposchiavo i percorsi formativi per guide del territorio e mediatori culturali organizzati e realizzati negli scorsi anni in collaborazione con il Museo Poschiavino e l’Ente Turistico Valposchiavo. Il Polo Poschiavo, nell’ambito di alcuni progetti Interreg, sta aggiornando e ampliando questa offerta con nuove proposte legate alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale alimentare. In questo senso ci stiamo pre-parando, in collaborazione con la Società Storica di Poschiavo, a sostenere il riallestimento di alcuni spazi etnografici del Museo a Palazzo Mengotti e della Casa Besta così da rendere la visita un’esperienza molto più accattivante. In contemporanea stiamo creando la formazione per i diversi percorsi didattici che scaturiscono da questo progetto e che vanno a completare l’offerta «Dal campo alla tavola» – che per altro è pure stato un progetto per il quale il Polo Poschiavo ha curato la formazione e di cui è stato partner.
Come si può evincere da questi esempi, quanto il Polo Poschiavo ha realizzato o è in fase di realizzare non sono attività cam-pate in aria, ma hanno un riscontro diretto e indiretto sia per la popolazione, sia per la nostra economia. La nostra presenza ha aiutato molti progetti ad integrare l’aspetto formativo nelle loro attività dando loro un importante plusvalore e una sostenibilità. Questo è anche uno dei motivi principali per cui non riusciamo a capire la ritrosia del Cantone a voler finanziare la nostra attività. Si parla sempre di come sia importante investire nella formazione, ma poi quando davvero si tratta di farlo si trovano sempre scuse più o meno plausibili. Eppure siamo riusciti a portare nei Grigioni, in Valposchiavo e Valle Bregaglia in particolare ma non solo, molti dei finanziamenti che la Svizzera ogni anno distribuisce per i progetti Interreg oppure per altri progetti di sviluppo. In futuro questo rischierà di non essere più possibile.

Le trattative sono ancora in corso e pertanto nulla è ancora perduto. Ma per maggiore comprensione può spiegar-ci come si finanzia il Polo?
Prima è necessaria una breve spiegazione. Nel 2001, quando il Polo Poschiavo era in fase di riconoscimento, già vi fu una lun-ga discussione sul fatto che esso non si occupava solo di corsi di formazione continua, bensì in maniera importante anche di attività di sviluppo e coordinamento di progetti formativi non finanziabili direttamente attraverso i contributi della formazione. Alla fine, per semplicità amministrativa e per una chiara volontà politica, si optò per una variante di finanziamento forfettaria globale da parte dell’Ufficio della Formazione.

Al Cantone voi avrete sicuramente proposto un’alternativa. Ce la può illustrare?
Il Direttivo dell’Associazione Polo Poschiavo ha accettato le condizioni del Cantone per quanto riguarda i limiti imposti per il sovvenzionamento dei corsi formativi che prevedono dal 2015 un minimo di 30 lezioni e un numero di partecipanti che deve essere superiore a 6 iscritti. Ciò permetterebbe, nella migliore delle ipotesi, al Polo Poschiavo di assicurarsi la metà dei soldi necessari.
Facendo riferimento all’Articolo 31 della «Legge sulla formazione professionale e sulle offerte di formazione continua» del Canton Grigioni, l’Associazione Polo Poschiavo ha l’intenzione di chiedere al Governo del Canton Grigioni di stanziare un contri-buto annuale forfettario per le attività svolte a garanzia di un’offerta di formazione continua in lingua italiana adeguata al nostro territorio. Così facendo il Cantone riconoscerebbe l’interesse pubblico del Polo Poschiavo quale organizzazione per la formazione professionale e per lo sviluppo e il coordinamento di progetti formativi innovativi in due regioni periferiche italofone.

Sembra una proposta legittima. Ma cosa ne pensa il Cantone?
Al momento il Direttivo del Polo Poschiavo, con il suo presidente Agostino Lardi, ha inoltrato una richiesta al Governo. Chiaramente auspichiamo una risposta positiva così da permettere al Polo Poschiavo di continuare a svolgere di formatore e soprattutto d’incubatore per l’economia grigionese e in particolare delle due valli di Poschiavo e Bregaglia. Per raggiungere questo obiettivo sarà comunque necessario anche il sostegno politico dei Comuni di Bregaglia, Brusio e Poschiavo e quello morale delle nostre popolazioni, che rischiano di venir private dell’opportunità di potersi formare in lingua italiana e in loco.

Su gentile concessione di Antonio Platz, www.ilgrigioneitaliano.ch


Legge sulla sulla formazione professionale e sulle offerte di formazione continua

Altri provvedimenti
Art. 31
1.    Il Governo può adottare o sostenere provvedimenti per la conservazione e per la creazione di posti di formazione professionale pratica, se sul mercato si delinea uno squilibrio per la formazione professionale di base.

2.    Il Governo può promuovere tramite contributi altri provvedimenti e progetti nell’interesse della formazione profes-sionale. Tra questi rientrano in particolare
• il sostegno individuale speciale per apprendisti in formazione di base con attestato;
• i concorsi di formazione professionale e fiere professionali di organizzazioni del mondo del lavoro;
• le organizzazioni e i progetti per il coordinamento e la collaborazione;
• i progetti per lo sviluppo della qualità;
• particolari prestazioni di interesse pubblico.

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