Streghe!
L’installazione artistica “Brüta Stria” sarà aperta domani, martedì 8 aprile, alle ore 18, con una suggestiva inaugurazione. Essa è collocata nel palazzo del Pretorio a Vicosoprano, luogo degli antichi processi alle streghe.
La collocazione della “Brüta Stria”, un’installazione artistica con proiezione video, nel programma del IV Festival dell’Arte in Bregaglia, è nell’impressionante palazzo del Pretorio, un edificio in pietra con torre rotonda, situato nel centro storico di Vicosoprano. L’autore dell’opera, il fotografo e regista Mark Blezinger, voleva che la rappresentazione storica del tema mitologico della “strega” comparisse in un ambiente e in un contesto attuali in modo da stimolare nel visitatore impulsi interpretativi personali.
Un pezzo di storia degli ultimi secoli viene proposto in un quadro attuale e lo spettatore è condotto a porsi interrogativi sulle terribili vicende di quei tempi passati. Questi secoli oscuri di crudeli incriminazioni nei riguardi di persone innocenti appaiono nelle composizioni fotografiche e filmiche di Mark Blezinger come persone di oggi in paesaggi attuali. I vari significati della “cattiva strega” vengono proposti in composizioni ricche di particolari: non solo donne condannate come capri espiatori, ma anche figure leggendarie come la Buona fata delle erbe engadinesi, la Nona Fluors, incarnazione degli effetti salutari delle piante alpine, la Diavolezza del ghiacciaio del Morteratsch che attirando con la sua bellezza gli uomini li faceva precipitare nei crepacci e scatenava slavine mortali verso la valle e, ancora, tante donne innocenti accusate di stregonerie.
Lo spirito libero, la conoscenza delle vecchie pratiche curative, il piacere dei sensi di queste donne vengono frenati brutalmente in difesa di falsi valori religiosi-morali e messi al bando dall’opinione pubblica.
Nel video, punto centrale dell’esposizione, proiettato sul muro di pietra di quella che è stata la sala processuale del palazzo del Pretorio di Vicosoprano, Mark Blezinger muove immagini, inserisce figure con un sottofondo sonoro di musica, rumori di pesanti catene di ferro, serrature e cigolii di vecchie porte che acutizzano la drammaticità della scena. L’acqua che sembra scorrere innocente nel letto del fiume Maira, all’improvviso diventa rossa come il sangue. Di fronte al palazzo Castelmur si concretizza dal nulla, con sguardo accusatorio, una giovane donna. Sul masso accanto a lei sta a guardare un ramarro di un verde brillante.
Quindici minuti sono sufficienti all’artista per raccontare nel suo film i diversi aspetti della persecuzione alle streghe che, riflessa nella nostra attualità, crea turbamento attraverso l’uso esclusivo delle immagini, senza bisogno di alcun testo esplicativo che indirizzerebbe in un senso predefinito l’interpretazione di questo violento passato. A tempi scanditi si apre una trifora che poi si dissolve, come se lo sguardo dello spettatore si puntasse sul tempo passato, per poi ritornare al presente.
Le composizioni fotografiche, appese nella prigione e nello stretto corridoio che porta alla stanza della tortura, ripropongono le stesse tematiche e le stesse ambientazioni viste nel video. Il fotografo traspone nell’attualità i possibili motivi di condanna per le streghe: la celebrazione di rituali pagani con pietre a coppelle e sassi delle streghe, la capacità di guarire con erbe e attraverso pozioni, l’essere giovani donne sfruttate, la responsabilità nella morte di un bimbo, l’aver appiccato un incendio o provocato la caduta di slavine, l’aver partecipato, infine, a un sabba, il ballo delle streghe. Fa uso di un vocabolario iconografico del tutto personale, fatto di luoghi e di persone che ritornano sia nel film che nelle immagini fotografiche.
Il lavoro del regista non si limita al coordinamento di immagini e filmato ma inserisce anche nella sua composizione le persone della valle che partecipano in modo attivo, prima fotografati in costumi d’epoca, poi nella realtà del vernissage mentre recitano i vecchi testi tratti dalla tragicommedia bregagliotta “La Stria”.
La manifestazione BRÜTA STRIA è un progetto che nell’ambito delle settimane delFestival dell’arte in Bregaglia e di Enjoy Bregaglia (aiuto svizzero alla montagna) sviluppa la storia locale insieme agli abitanti della valle, facendola rivivere in modo attuale e comunicandola in modo artistico e piacevole.
BRÜTA STRIA fa parte della serie del programma artistico-culturale VedereMitiAlpini iniziato col “Gabinetto delle meraviglie” nel 2013 in collaborazione con l’Archivio culturale dell’Engadina alta alla Chesa Planta di Samedan. In un film animato sull’ampia facciata dello storico edificio sono stati proiettati i vecchi erbari alpini, presentati artisticamente in lento movimento.
Gli ideatori e responsabili del progetto VedereMitiAlpini sono:
- Mark Blezinger, fotografo e regista, Parigi
- Dora Lardelli, storica dell’arte, Vicosoprano
Collaborano:
- Blarer+Reber Architekten, Samedan/St. Moritz
- Rimessa Castelmur, Stampa/Coltura
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