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CinemaCibo si congeda con…

2 marzo 2014

Un pranzo di Ferragosto. Anche quest’anno è giunta alle ultime battute la rassegna cinematografica della Pgi e di Fondazione Garbald denominata ‘Cinema un giorno al mese’ nella quale sono state presentate diverse pellicole d’autore aventi come tema centrale il rapporto tra cibo e settima arte.

Il 3 Marzo a Castasegna a Villa Garbald e il 5 Marzo a Casaccia a Casa Gadina, in entrambi i casi alle ore 20, saranno di scena le ultime due pellicole protagoniste, Il pollo ruspante e Pranzo di Ferragosto.

La prima delle due, per la regia di Ugo Gregoretti, è tratta dal celeberrimo film a episodi Rogopag, del quale all’interno di questa stessa selezione era stato proiettato ‘La ricotta’ di Pasolini.

Nel mediometraggio del 1963 Gregoretti riesce, in poco più di mezz’ora e con toni pacati da giornata festiva a ripercorrere le frustrazioni della piccola borghesia italiana negli anni susseguenti il boom, quella che non si accontentava più di un po’ di progresso sociale ma voleva la propria parte di benessere e ricchezza.

Il protagonista Togni, (Ugo Tognazzi) si reca una domenica in gita nel ‘Paradiso dei lombardi’ insieme alla famiglia con l’intenzione di comprare una nuova casa, ma il prezzo di vendita è troppo alto. Pensa perciò di ripiegare su un acquisto di una nuova auto, ma anche questo non sembra a portata del suo tenore di vita. Mentre, dopo una sosta in Autogrill sta tornando a casa con la sua Seicento, commette una manovra imprudente.

Il pollo ruspante diventa perciò l’anti metafora stessa di un uomo addomesticato (come un pollo da batteria) e indotto a desiderare ciò che la società dei consumi gli impone. In qualche modo l’uomo diventa cibo in pasto a una società che incurante delle sue fragilità lo stritola nei propri ingranaggi senza che questi nemmeno se ne accorga.

Il secondo titolo ‘Pranzo di Ferragosto` è invece un piccolo film del 2008 del regista Gianni Di Gregorio. Si tratta di una pellicola assolutamente insolita, perché porta all’attenzione degli spettatori la generazione considerata meno commerciale per eccellenza al botteghino (con alcune eccezioni, rimarchevoli in quanto tali): quella degli anziani.

Il protagonista, Gianni (lo stesso Di Gregorio) vive in una casa di Trastevere, a Roma, con la nobile decaduta madre anziana, l’allora novantatreenne Valeria Bendoni de Franciscis, scomparsa recentemente all’età di 98 anni. Il padrone di casa, al quale deve alcuni mesi di affitto arretrato, gli propone di prendersi cura della madre (Grazia Cesarini Sforza) condonandogli i debiti arretrati mentre sarà lontano per Ferragosto.

La compagnia si arricchisce poi di una zia con qualche problema di memoria, della madre del medico di Gianni, che non può occuparsene essendo di guardia e di una quarta anziana.

Tra una pasta al forno e piccole discussioni tra le ospiti, si consuma così il pranzo di Ferragosto, con un umorismo sottile dalle venature malinconiche.

Il cibo qui appare come confortante, immerso in mercati rionali, in preparazioni tradizionali e in riti familiari, una vera e propria immersione nella dimensione festiva e rilassante del nostro quotidiano, anni luce distante dalle privazioni pasoliniane o dagli eccessi della Grande Abbuffata.

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