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Contingente immigrati

28 febbraio 2014 Nessun commento

I Comuni montani dei Grigioni scendono in campo per tutelare i loro interessi. Iniziativa di 16 sindaci oltre confine: «Temiamo che le grandi città siano favorite dal contingente».

Valposchiavo, Bregaglia ed Engadina fanno “cartello”: «Senza gli operai italiani siamo in difficoltà»

I comuni montani dei Grigioni scendono in campo per tutelare i loro interessi. Eh sì, perchè per molte vallate la presenza degli immigrati è indispensabile per restare sul mercato e senza la manodopera molte aziende chiuderebbero i battenti. L’Engadina, ad esempio, ma anche le vicine Valposchiavo e Val Bregaglia che assieme alla Val Monatsero chiedono al Governo dei Grigioni di «impegnarsi attivamente nell’applicazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa, alla luce del fatto che questa coinvolge in modo particolare le regioni turistiche e periferiche del nostro Paese», ossia chiedono una equa ripartizione dei frontalieri, la cui permanenza nel territorio elvetico ora dovrà essere regolamentata.

La richiesta
Questo il tenore della richiesta sottoscritta da 16 Comuni svizzeri e inviata al Governo e ai parlamentari nazionali grigionesi ai quali viene chiesto di difendere gli interessi delle regioni periferiche e di montagna durante la fase di attuazione dell’iniziativa dopo il voto del 9 febbraio scorso.

Un voto che non lascia adito a dubbi, anche se il popolo rossocrociato ha dimostrato di essere spaccato sul tema immigrazione, visto che i sì sono stati il 50,3% e che solo il Ticino si è “scaldato” sfiorando il 70% dei consensi. «Va detto che da noi – tiene a dire il Podestà – molto ha giocato la paura della popolazione che in questi mesi ha vissuto sulla propria pelle l’esperienza drammatica dei furti in casa , fenomeno da noi pressoché sconosciuto. Se a questo si aggiunge il timore generato dalle nuove modalità di presidio delle frontiere, credo che sia facile capire il perchè di un voto che non è certo un voto contro i frontalieri, ma contro l’immigrazione di massa».

Di fatto la richiesta dei sedici Comuni – almeno in apparenza – sembra contraddittoria: ma come, viene da chiedersi – prima votano a favore di un “tetto” ai frontalieri e poi scendono in campo per difendere la forza-lavoro straniera? «No, non è una contraddizione – spiega il podestà di Poschiavo Alessandro Della Vedova – perchè un conto è il voto espresso dalla popolazione che è sacrosanto e va rispettato, un conto, invece, è il modo in cui verrà messa in pratica questa iniziativa.

Le aziende turistiche sono fortemente dipendenti dai collaboratori e dai lavoratori stranieri. Questo vale soprattutto per le regioni a ridosso del confine come la nostra che storicamente ospita frontalieri. Tanto per dare una cifra: gli abitanti della Valposchiavo sono 4’500, i frontalieri 900 (5’000 i frontalieri che si stima lavorino nei Grigioni, ndr). Se dovessimo essere penalizzati nell’assegnazione del contingente magari a discapito delle grosse città, potrebbe risentirne pesantemente il nostro sviluppo e rischieremmo di uscirne con le ossa rotte».

I sedici Comuni
Di qui l’iniziativa a firma di Poschiavo, Brusio, Silvaplana, Sankt Moritz, Bregaglia, Val Müstair, Sils Maria, Pontresina, Bever, Scuol, Zuoz, Ardez, Celerina, S-chanf, Zernez e Ftan, comuni che si appellano al governo e ai parlamentari a nazionale affinché «venga intrapreso tutto quanto possibile e necessario per difendere e rappresentare le condizioni speciali presenti in queste regioni».

L’alleanza
Per essere maggiormente incisivi i sedici comuni grigionesi chiedono anche di «perseguire una collaborazione con gli altri Cantoni di montagna in modo da rappresentare al meglio i loro interessi». In una parola, i sindaci auspicano una sorta di “cartello montano” per far fronte allo strapotere delle zone urbane.

Su gentile concessione di: La Provincia di Sondrio

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