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Sanità: ipotesi di accordo fra Svizzera e Italia

11 febbraio 2014 Nessun commento

L’obiettivo è un’intesa transfrontaliera fra Grigioni e Ticino e le rispettive province confinanti di Sondrio e di Varese per l’accesso alle strutture sanitarie. L’obiettivo è chiaro: permettere ai cittadini italiani di curarsi in svizzera e alla popolazione grigione e ticinese di scegliere gli ospedali lombardi.

Già a margine del convegno organizzato a Sondrio dalle Acli e dalla Cisl, nel novembre dello scorso anno, sulla sanità di montagna, si era levata la richiesta dei livignaschi di poter usufruire anche dei servizi sanitari oltrefrontiera. Con particolare riguardo alla realtà ospedaliera di Samedan, cui i livignaschi già afferiscono, soprattutto con riguardo alla traumatologia e all’ostetricia.

«Attualmente sono una ventina i parti l’anno a Samedan di donne provenienti da Livigno – precisa Fabio Rizzi, presidente della Commissione sanità della Regione Lombardia – e sono anche parecchi i livignaschi o i turisti che si sottopongono alle cure dell’ospedale di Samedan in caso di traumi. È evidente che, soprattutto in inverno, coi passi chiusi per neve, Samedan può essere una certezza per i livignaschi, perché sempre raggiungibile attraverso il tunnel Munt la Schera e, tra l’altro, va anche aggiunto che il servizio di soccorso in elicottero della Rega subisce meno limitazioni del servizio di soccorso italiano».

Ecco spiegato il motivo per cui, Rizzi, in quota Lega Nord, che conosce anche molto bene la realtà di confine per aver lavorato come anestesista-rianimatore all’ospedale di Sondrio, si sta concentrando sulla stipula di un accordo transfrontaliero fra i cantoni Grigioni e Ticino e le rispettive province confinanti di Sondrio e di Varese.

A cura di La Provincia di Sondrio

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