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La famiglia Scartazzini studia nuove soluzioni per salvare i negozi

12 gennaio 2024

//Contributo realizzato in collaborazione con Il Grigione Italiano\\
Vittorio Scartazzini, insieme a suo fratello Giulio e al padre Gian Andrea, lavora presso l’azienda di famiglia a Promontogno. L’azienda gestisce diverse attività.

Se da una parte il vecchio mulino per la lavorazione di cereali e castagne secche come anche la centrale idroelettrica di recente costruzione riescono ad autofinanziarsi, lo stesso non si può dire per i due negozi a Soglio e Promontogno. Abbiamo incontrato Vittorio per capire meglio quale è la situazione e quali le speranze per mantenere in vita queste due attività.

Buongiorno Vittorio, sottoporta c’è una certa preoccupazione per il destino dei negozi di paese gestiti dalla vostra famiglia, ci puoi dire qualcosa a riguardo?
Il futuro dei nostri due negozi è un discorso che torna spesso all’interno della nostra famiglia. Questo discorso viene affrontato ormai da diversi anni e questo perché la rendita economica ha iniziato a mostrare numeri negativi da ormai un decennio. Ora siamo arrivati nella situazione in cui dovremmo sostituire le due impiegate perché cessano il loro lavoro. La domanda che ci siamo posti è se sia opportuno sostituirle o sia arrivato il momento di chiudere queste attività. Ho studiato a fondo le cifre economiche, lavoro che avevo già fatto anche qualche anno fa, cifre che poi presentai a un gruppo di cittadini di Soglio che tenevano alla presenza del negozio, per sensibilizzarli sulla situazione economica dell’attività. Durante quella seduta dissi già che se la situazione non fosse cambiata negli anni a seguire sarebbe stata inevitabile la cessazione del servizio. Poi è arrivato il Covid e i conti sono tornati a mostrare numeri positivi anche se abbiamo dovuto adottare misure speciali. In quell’occasione abbiamo visto quanto viene consumato effettivamente in un piccolo paese. Una volta finita l’emergenza abbiamo riscontrato un ulteriore peggioramento della situazione con numeri che sono diminuiti, rispetto alla situazione pre-covid, probabilmente perché ha preso piede la possibilità offerta da grandi distributori di fare la spesa via internet con il servizio di consegna a domicilio. Le entrate aumentano nei mesi del turismo estivo e autunnale ma comunque non permettono di compensare le perdite durante i rimanenti otto mesi.

Oggi i negozi di paese vengono utilizzati dalla maggioranza per fare solo una piccola parte della spesa necessaria. Sai dirmi quanto dovrebbe spendere ogni unità domestica in base al numero degli abitanti, per permettere la sostenibilità economica del negozio?
Per permettere la presenza di un negozio a Soglio, ogni economia domestica presente dovrebbe coprire almeno il 50 percento della spesa, acquistando nel negozio di paese; mentre oggi siamo intorno al 33 percento. Dallo scorso anno a Soglio abbiamo iniziato a tenere aperto il negozio, durante l’inverno, con un orario ridotto, dalle 9 alle 12, così da ridurre i costi. Il nuovo orario ha provocato vari malcontenti tra i clienti. D’altro lato abbiamo provato ad aumentare l’offerta dei prodotti con l’aumento dell’assortimento con prodotti biologici, novità apprezzate ma non sufficienti per aumentare il profitto.

Quali sono i cambiamenti nei comportamenti, abitudini di consumo, che ritieni siano determinanti per la perdita di fatturato delle vostre attività?
I fattori che hanno portato a questa situazione sono chiari: la sempre maggiore mobilità, la vicinanza con l’Italia, il cambio attuale euro-franco, la possibilità della spesa on-line che sta prendendo sempre più piede in valle. C’è anche da dire che i vari negozi dei contadini sono anche una piccola concorrenza, come pure il negozio al distributore qui sotto porta: è aperto tutti i giorni per molte ore e offre varie possibilità d’acquisto. Negli ultimi anni abbiamo coperto le perdite con parte del ricavato del mulino, sul lungo periodo questo non è possibile, viste anche le minori entrate del mulino stesso.

Prima di prendere la decisione di interrompere le attività avete ancora qualche idea da provare a sviluppare?
Per Soglio e Promontogno stiamo studiando diverse varianti per non dover chiudere le attività, sta nascendo nell’ultimo periodo, anche in seguito al suggerimento di un abitante di Soglio, la variante del negozio self-service. Stiamo valutando se adottare dalla prossima primavera questo nuovo sistema. Questo comporterebbe un investimento per l’acquisto di una nuova cassa, una bilancia e il sistema di sorveglianza. Con questo sistema diminuirebbe sicuramente il costo del personale e lo stesso permetterebbe un aumento delle ore di apertura. Se il sistema si dimostrasse valido potrebbe, in futuro, essere una soluzione anche per il negozio a Promontogno.

Renato Tomassini

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