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Varlin, passione figurativa

18 dicembre 2023

//comunicato stampa\\
Il Museo d’Arte Casa Console dedica l’attuale mostra temporanea a Varlin, pseudonimo di Willy Guggengheim (Zurigo 1900-1977 Bondo). La mostra riunisce una trentina di opere di proprietà private – in parte di rado o addirittura mai esposte – risalenti al periodo dal 1924 fino al 1974.

L’esposizione copre dunque l’intera produzione artistica di Varlin spaziando dai rari piccoli formati realizzati negli anni trascorsi a Parigi, in cui già traspare tutta la personalità del pittore, passando poi ad opere create in vari viaggi in Europa fino ad arrivare alle monumentali tele degli ultimi anni trascorsi a Bondo in Bregaglia. Rappresentativa ed esemplare, la scelta effettuata è frutto di un confronto con la collezione di Casa Console e permette di scoprire varie e sorprendenti analogie. Durante il periodo espositivo è previsto un programma di contorno. Per l’occasione è stato realizzato un pieghevole illustrato in due edizioni distinte (italiano / tedesco), arricchito dai testi del curatore Gian Casper Bott. Il museo è diretto da Moreno Raselli.

La mostra raduna, oltre a piccoli formati che presentano nature morte e oggetti protagonisti della vita quotidiana, alcune opere particolarmente importanti e famose, come il magnifico Autoritratto del 1943 e grandi tele dedicate all’ambiente della Bregaglia, quali La casa vacanza dell’artista a Palü presso Stampa e anche la movimentata, strabiliante ed amplificata visione Patrizia sul cavallo a dondolo, che testimonia una particolare facilità nel gesto pittorico; Inverno a Bondo, dipinto con il quale Varlin ha aggiunto un’ulteriore suggestiva pagina alla rappresentazione dell’inverno grigionese, e l’ironico Omaggio a Segantini.

Nel 1921 Willy Guggenheim si recò a Berlino dove frequentò la Staatliche Kunstgewerbeschule, nel 1923 si trasferì a Parigi, allora il centro indiscusso dell’arte. Fu lì che conobbe il celebre commerciante d’arte Leopold Zborowski, il quale gli consigliò di darsi il nome d’arte di Varlin. L’artista rientrò in Svizzera nel 1932, stabilendosi a Zurigo, città che per vari decenni fu punto focale della sua esistenza.  A Bondo, dove visse a partire dal 1963 – anno della sua unione con Franca Giovanoli, matrimonio da cui nacque la figlia Patrizia – fino alla morte nel 1977, Varlin trovò ispirazione creativa e l’ambiente giusto per infondere nuova linfa alla sua produzione artistica.

Varlin esercitò un particolare fascino su alcuni dei maggiori scrittori del dopoguerra quali Max Frisch, Friedrich Dürrenmatt, Hugo Loetscher. Venuto a mancare quasi mezzo secolo fa, Varlin è da tempo un classico e al contempo sorprendentemente attuale. Affascina in primo luogo il tocco e la materialità delle sue opere, ma colpisce anche per la sua vena esistenziale, le sue storie, le sue prese di posizione provocanti e inattese.

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