Al diavolo il giornalismo cinico

//riceviamo e pubblichiamo\\
Lettera aperta di Annette Vieli. Contadina di Vals.

I grifoni sono spazzini. Più numerosi diventano, più carogne necessitano. È vietato abbandonare animali e uomini morti in natura. Se non ci sono carogne, non si precipitano a morire, ma mangiano la cosa migliore. Questo fatto non è solo logico, ma è noto da tempo nella nostra vicina Francia. Un fatto, nuovo per alcuni, storicamente tramandato per altri, che si potrebbe semplicemente riconoscere. Dopo tutto, in natura conta solo la sopravvivenza.

Invece di reagire con interesse, alcuni ornitologi preferiscono agire come psicologi per hobby o critici di film Disney, come si può leggere nell’articolo della NZZ “Der Gänsegeier frisst in Graubünden an einem Kalb” del 15.9.2022.

L’affermazione, che un avvoltoio non ha ucciso un vitello e se lo è ha mangiato fino al retto prima che fosse morto, rientra ulteriormente nel quadro del ridicolo. Non siamo in un processo indiziario, come il giornalista cerca polemicamente di far credere!

Fortunatamente, il commissario cantonale intervistato nell’articolo citato è di natura più sobria. Un uomo che sa che vivere con la natura è una lotta quotidiana tra protezione e utilizzo. Perché alla fine, anche la natura umana è solo una questione di sopravvivenza.

L’ormai moderno degrado dei contadini di montagna e del loro bestiame è una caccia alle streghe. La natura non distingue tra animali naturali e animali coltivati. In un ecosistema funzionante, gli animali delle Alpi e dei pascoli hanno un ruolo altrettanto importante nell’utilizzo dei pascoli che immagazzinano carbonio e nella conservazione delle aree che promuovono la biodiversità, quanto nella conservazione della sovranità alimentare. Mentre l’assenza di grandi carnivori predatori e spazzini nella regione alpina negli ultimi decenni non si è rivelata una perdita drastica. Quale dovrebbe essere la nostra eredità per la prossima generazione? Non intendo né il deserto agricolo né la natura selvaggia, ma l’importante consapevolezza che la proporzionalità è una delle cose più importanti della vita.

Annette Vieli, Vals