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Ritter al Castello di Castelbello

6 settembre 2022

//comunicato stampa\\
Esposizione in Val Venosta. Dal 18 settembre al 30 ottobre 2022.

Bruno Ritter, pittore e disegnatore di grande talento, vive da decenni in Val Bregaglia e lavora nel suo studio di Chiavenna creando opere complesse dai contenuti profondi.

Nel Castello di Castelbello presenta i nuovi lavori realizzati negli ultimi anni. A prima vista, i dipinti sembrano raffigurare il mondo esterno, la realtà circostante. Invece illustrano piuttosto profonde realtà del subconscio, sono proiezioni mentali ed emotive, rivelatrici di stati d’animo interiori. Le persone – raffigurate in coppia o in gruppo – sfuggono a una definizione spaziale e agiscono tra loro in molteplici relazioni: sono in contatto intimo, in stato di costrizione, oppure lottano, mostrano repulsione, insicurezza, distanza. Oltre al linguaggio del corpo e alla mimica, l’abile uso di Bruno Ritter di mezzi pittorici come la pennellata, il cromatismo e la plasticità contribuiscono a creare una tensione latente e una certa inquietudine.

Altri gruppi di opere si concentrano sulle astruse contorsioni del corpo alla disperata ricerca del sonno ristoratore. Posizioni del corpo insolite e situazioni bizzarre hanno sempre affascinato l’artista che, accogliendo la sfida, approda a composizioni pittoriche sempre nuove, il che vale anche per le figure d’ombra immobili. Nell’incontro e nell’interazione diretta tra uomo e animale, invece, l’artista affronta il tema dell’affinità interiore, della devozione e della sottomissione.

Bruno Ritter si rifà alla tradizione storica dell’arte del grottesco: alla dialettica del familiare e dell’inconsueto e sconosciuto, al paradosso dell’eccesso radicale, della comicità mostruosa o della bruttezza oscena. Inoltre, si serve del grottesco come mezzo stilistico di esagerazione espressiva. La pittura di Bruno Ritter, con il suo stile quasi barocco, è solo apparentemente anacronistica. Al contrario: testimonia la sua attualità, soprattutto in questi tempi di insicurezza generale, illustrando esigenze che trascendono il tempo, sensibilità psicologiche e condizioni precarie della specie umana.

I dipinti di Bruno Ritter si rivelano molto impegnativi per il pubblico che cerca di confrontarsi con essi, perché inevitabilmente l’osservatore si mette al posto dei soggetti che ha davanti agli occhi e analizza criticamente il proprio modo di affrontare le diverse situazioni. Solo nei dipinti di giardini, che Bruno Ritter chiama “giungla”, si trovano in primo piano esclusivamente gli aspetti pittorici: i colori cangianti, il gioco mutevole di luci e ombre, di ciò che è immobile e di ciò che è effimero nel flusso del tempo.

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