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Gente in Bregaglia

22 agosto 2022

Incontriamo e parliamo con persone che vivono in Valle Bregaglia. A cura di Sofia Sighinolfi.

Intervista ad Attilio Tam, 68 anni
“Mi chiamo Attilio Tam, sono nato nel 1954, perciò ho 68 anni. Dopo la scuola secondaria il mio sogno era quello di diventare dentista, ma siccome mi mancava la lingua del tedesco, ed avevo un fratello nelle poste svizzere, sono andato a fare un tirocinio presso le poste, quale postino, per imparare il tedesco. Dopo un anno di tirocinio e ottimi esami, mio fratello si trovava a Ginevra ci sono andato anch’io a lavorare. A questo punto è cominciata la mia carriera sportiva.

Andavo a giocare a calcio e da Ginevra tornavo in Val Bregaglia il fine settimana, per giocare alla Coppa Corona. Come detto ho cominciato a fare dello sport e ho cominciato a dimenticare in realtà i miei piani che avevo per diventare qualcosa d’altro.

La mia gioventù è stata un po’ particolare, ho sempre dovuto difendermi dagli altri ed è per questo che nella mia vita mi sono sempre messo a disposizione degli altri, soprattutto mi è sempre piaciuto mettermi a disposizione di quelli che non erano praticamente ammessi nei gruppi. Per esempio anche nei giovani tiratori ne avevo due, e da lì ho iniziato a costruire, ricordandomi della mia gioventù. Mi sono sempre messo a disposizione ed a favore degli altri in qualsiasi cosa, e lo faccio tutt’ora a 68 anni.

Sin da bambino avevo un sogno, diventare campione svizzero nel gioco delle carte. Detto fatto, pian pianino, tirando avanti, giorno dopo giorno, sono diventato campione svizzero. Come per un divertimento e con una scommessa fatta a Castasegna, durante un gioco a carte, qualcuno aveva detto che gli mancava un arbitro di hockey e quindi ho frequentato un corso a Ginevra pur non capendo un tubo di francese. Quasi per compassione mi hanno dato la tessera d’arbitro. Chi l’avrebbe detto che 10 anni dopo ero a Chicago, a fischiare, ed ho fischiato più di 700 partite di lega nazionale e circa 100 partite internazionali.

Non essendo una persona che guarda per sè, ma sempre una persona che si mette a disposizione degli altri, ho avuto grandissime soddisfazioni, soprattutto per una cosa principale che manca in Bregaglia, e cioè mettersi veramente a disposizione dei giovani. Continuiamo sempre a dire, anche nella politica, che bisognerebbe mettere un giovane che faccia qualcosa per i giovani in Bregaglia, nelle società sportive viene fatto molto, ma la politica dovrebbe sostenere e aiutare maggiormente le società che si prestano nel settore giovanile. Il successo che abbiamo ottenuto negli ultimi anni nei giovani tiratori, dimostra la volontà dei nostri giovani di mettersi a disposizione per riuscire a raggiungere qualcosa.

Le brutte esperienze le ho sempre prese come opportunità per aiutare in futuro chi è colpito da brutte sfortune, per esempio depressioni o malattie, sapendo usare le parole giuste per aiutare le persone. Belle esperienze sicuramente ne ho avute, per esempio nell’arbitraggio, oppure nel giocare a carte, ma sicuramente la più bella esperienza che ho avuto nella mia vita è quando per quattro anni ho avuto una famiglia mia (siccome non ho bambini).La famiglia dei giovani tiratori. Grazie al loro sforzo ed il loro impegno abbiamo potuto divertirci e riuscire a raggiungere grandissimi risultati, non solo in Valle Bregaglia, ma in tutta la Svizzera.

Il consiglio che posso dare ora, e tenendo conto dell’esperienza che ho fatto durante gli anni, è che per riuscire ad arrivare in cima non bisogna mai guardare la cima, ma proseguire, passo dopo passo. Ognuno di noi ha un dono della natura e la cosa principale è scoprire quale è questo dono. Uno ha il dono per scrivere, qualcuno per disegnare e un altro il dono per organizzare. Io ho il dono di poter aiutare tanta gente, e riuscire così a rendere felici tante persone.

Nella nostra generazione la popolazione era più legata fra di loro e con le famiglie. Purtroppo c’erano le famiglie più benestanti e se eri figlio di una certa famiglia, venivi messo in disparte, cosa che potrebbe succedere anche al giorno d’oggi. Questa cosa mi ha dato molto da pensare e se potessi avere la bacchetta magica per evitare queste cose, sarebbe la prima cosa che farei. La parola principale che per me esiste nella mia mentalità è di perdonare qualsiasi persona che ti faccia qualche cosa e dal momento che perdono qualsiasi persona comincio a stare bene.”

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