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Premio culturale Bregaglia ad Arnoldo Giacometti

7 aprile 2022

Sabato 2 aprile alle 17 presso il Museo Ciäsa Granda di Stampa. Dopo la premiazione tutti i convenuti hanno partecipato al rinfresco presso l’albergo Val d’Arca.


Arnoldo Giacometti ha una notevole capacità di intrattenere il pubblico. È un piacere ascoltare le storie che racconta, le sue storie. Ha iniziato a raccogliere fotografie e lettere sin dall’età di 4 anni, come lui stesso dice durante uno dei due discorsi di ringraziamento fatto nella stüa della Ciäsa Granda. Il premio è stato consegnato dal municipale Jon Bischoff nella sala Giacometti Varlin proprio davanti al quadro che lo vede ritratto dal pittore Varlin «negli anni 1975/76, cioè 47 anni fa. Tra il ritratto e ieri è racchiuso quasi mezzo secolo della mia vita», come lo stesso Arnoldo dice. Ci sarebbe davvero moltissimo da scrivere e forse è più indicato sentire, se pure indirettamente, le sue parole tradotte in risposta ad alcune domande:

Che significato ha per lei il premio?
È un riconoscimento per i tanti anni di ricerche e di documentazione in vari settori: culturali, storici, gli interessi per la genealogia, la gestione degli archivi. Il sostegno ai lavori di maturità di parecchi studenti (Vivere in una valle di confine, Il lupo in Bregaglia, Bergsturz Bondo, Ein Kraftwerk im Bergell) e forse anche per la pubblicazione e la distribuzione a tutti i coinvolti del mio libro «La storia del Pizzo Cengalo».

Attualmente si sta occupando di qualcosa in particolare?
Continuo le mie ricerche genealogiche. Ho digitalizzato circa 4000 diapositive dagli anni 1960 fino agli anni 2000, dalle quali ho poi creato dei filmati.

Ha un sogno nel cassetto?
Mi piacerebbe poter pubblicare la continuazione dei lavori di ripristino della frana del Cengalo, grazie alle tantissime foto che continuo a scattare. Sogno non realizzato: creare in valle una società filatelica.

Un auspicio, messaggio, per il futuro?
A 85 anni il desiderio principale è poter godere di uno stato di salute che mi permetta di lavorare a lungo, potendosi aggiornare e usare sempre meglio le nuove tecnologie. In conclusione non bastano le ricerche, gli studi e la sola conservazione, dobbiamo impegnarci maggiormente nella divulgazione del nostro sapere fra i giovani che in futuro possano entusiasmarsi per ciò che culturalmente e storicamente la nostra valle (Bregaglia svizzera e italiana) possa ancora offrirci.

Con l’augurio che Arnoldo Giacometti possa trasmettere le sue conoscenze e raccogliere testimonianze ancora per lunghissimo tempo è doveroso porre un paio di domande anche a Bruna Ruinelli, presidente della Società Culturale/Sezione PGI Bregaglia e, ovviamente, presente alla premiazione.

Come mai siete arrivati a creare questo premio e che vita potrà avere?
Il Premio culturale Bregaglia è stato creato in seguito ad un lascito privato finalizzato a questo scopo. La sua durata è limitata nel tempo, presumibilmente 10 anni.

Quali sono i criteri che avete adottato per rilasciare il premio?
I criteri adottati sono contenuti nel regolamento presentato all’assemblea della Società culturale. Il Premio persegue lo scopo di «incentivare gli attori e gli enti a creare e diffondere cultura in Val Bregaglia». Esso va quindi a chi si distingue o si è distinto nel produrre e promuovere la cultura in Bregaglia e comprende i seguenti ambiti: arte, musica, teatro, letteratura, architettura, mediazione culturale, ricerca scientifica e d’archivio.

Paolo Pollio

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