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Salecina 1972 – 2022… da Utopia a Realtà

14 febbraio 2022

Il primo di 3 articoli dedicati a Salecina – Centro di formazione e di vacanze, cercando di raccontare il passato, il presente ed il futuro di un grande sogno, che grazie alla forza di volontà di tante persone è divenuto, negli anni, non solo una realtà stabile ma un punto di riferimento internazionale. A cura di Paolo Pollio.

Salecina nasce dalla fortissima necessità di coniugare la formazione politica e l’amore per la natura. Era la fine degli anni Sessanta, anni problematici, ma anche ricchi di idee e nuove visioni. In quegli anni Theo Pinkus, fondatore insieme alla moglie, donna straordinaria, Amalie De Sassi, sentiva la necessità di creare un «luogo del caos organizzato», come amava definirlo e grazie alla segnalazione dell’amico Gaudenzio Giovanoli, maestro di Maloja, viene a conoscenza della fattoria di Orden Dent: vecchia struttura da cui verrà sviluppata l’attuale struttura di formazione e ricezione.

I coniugi Pinkus-De Sassi danno vita alla Fondazione Salecina, che prende il nome dal Piz Salatschina, è il 1971. Il contadino che lavora presso la fattoria Orden Dent per motivi di salute deve lasciare la sua attività e grazie ad una raccolta fondi, all’aiuto di molti amici della coppia, svizzeri e non solo, riescono a trovare i fondi per poter firmare il rogito di acquisto il 28 dicembre del 1971. La famiglia Baldini cede la fattoria per una cifra esigua a condizione che non sorga in quel luogo né una chiesa, né un cinema, né un chiosco.
Al posto della fattoria è sorto molto di più.

Amalie e Theo. Foto da flickr.com

Una piccola curiosità: la fattoria di Orden Dent è nata nel 1689, un secolo prima della Rivoluzione francese e dopo quasi 300 anni, 283 per la precisione, la fattoria lascia il posto ad un presidio politico di sinistra dove si discutono temi politici, sociali e ambientali con una visione comunista.

Gli anni 1972 e 1973 sono anni di ristrutturazione e di costruzione di quella che era solo un’idea. Accorrono volontari dalla Svizzera, dalla Germania e dall’Italia. Tutti insieme senza distinzioni in nome dell’amore per la montagna, per la natura e per la formazione di una coscienza politica che fino a quel momento era stata ostacolata e che in un certo senso continua ad essere ostacolata.

I coniugi Pinkus-De Sassi e anche molti ospiti di Salecina fino al 1989 vengono sorvegliati dalla Polizia cantonale dei Grigioni, impiegando anche notevoli risorse economiche – da un quarto a mezzo milione di franchi – ma non c’è mai stato nessun pericolo di azioni sovversive o di ospiti sgraditi. Forse si è data troppa importanza a frasi allarmanti, per alcuni, del tipo «attenzione alla bandiera rossa che sventola nel vento del Maloja».

Tuttavia bisogna riconoscere che gli anni Settanta erano anni difficili e una struttura che nasce con l’intento di essere autogestita, in un luogo isolato, un luogo di confine per giunta, può destare preoccupazioni. Un posto dove si tengono seminari sull’emancipazione femminile, sulla necessità di abbattere i confini, sull’uguaglianza tra le persone e i popoli, sicuramente non dava sicurezza a quella parte di popolazione che aveva e che ha idee differenti.
Dopo circa una decina d’anni dalla fondazione di Salecina, negli anni 1982 fino al 1984 la stalla viene ristrutturata e finalmente viene utilizzata come dormitorio.

Il Consiglio di Salecina, presieduto da Theo Pinkus e da Amalie De Sassi, è sempre aperto a persone interessate e le decisioni che riguardano la struttura e la Fondazione vengono prese da tutti. Nel 1991 Theo Pinkus lascia per sempre la sua vita terrena e dopo 5 anni lo segue sua moglie Amalie. Loro lasciano un’idea di libertà, di discussione, di possibilità per tutti, senza distinzione alcuna, di potersi godere una vacanza attiva, di potersi riunire intorno ad un tavolo e discutere in maniera circolare, tutti uguali. Il lascito è senza valore.

Amalie Pinkus-De Sassi, oramai ottantenne nel 1995, festeggia il suo compleanno a Salecina dicendo: «ogni volta che salgo a Salecina capisco che è valsa la pena lavorare per questo posto».

Seminario nel 1989. Foto da flickr.com

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