Sì alla nuova legge sulla caccia

//riceviamo e pubblichiamo\\
La raccomandazione di voto di Ugo Maurizio.

Il ritorno dei grandi predatori (in particolare del lupo) nelle nostre valli desta forti emozioni e su questo tema è difficile mantenere una certa oggettività. Conosco più persone che sono degli ottimi conoscitori degli equilibri naturali dei nostri ambienti che però non osano esprimersi su questi problemi per non essere coinvolti in un polverone di polemiche emotive. Quale figlio di contadini, cacciatore, amante della natura e in particolar modo quale abitante di una valle come la Bregaglia  mi permetto di scrivere alcune considerazioni personali sul lupo nelle nostre vallate.

Un vero contadino si sente in dovere, perché è affezionato ai suoi animali, di proteggere e di difendere le proprie bestie dai grandi predatori. Chi giorno per giorno, con pazienza  e con molto sacrificio, ha cura delle sue pecore e delle sue capre non riuscirà a tollerare che un lupo possa sbranare e ferire molti dei suoi animali, sebbene questi vengano risarciti. Spero che questo affetto, che lega il contadino con i propri animali, rimanga e si continui a coltivarlo. Non si allevano animali per darli ai lupi. L’animale allevato ha perso, durante la domesticazione, la facoltà di difesa nei confronti dei grandi predatori, perciò deve essere protetto (anche con cani) e difeso dall’uomo.

Il cacciatore vede nei grandi predatori dei concorrenti e teme per il suo bottino. Un argomento parzialmente valido, che però il cacciatore attento che riflette sul futuro della caccia deve essere disposto a mettere in discussione. Non possiamo, noi cacciatori, limitarci solo ai nostri interessi. La natura è un bene di tutti. Non-cacciatori e cacciatori devono impegnarsi per mantenere equilibri naturali delle diverse specie di selvaggina e per avere un ambiente naturale ottimale, nel quale ci sia posto anche per i grandi predatori. Il cacciatore deve essere disponibile a certi compromessi se vuole essere credibile e se vuole il “bene” della caccia. La caccia ha solo un futuro se i cacciatori vedono oltre la  siepe del giardino di casa propria.

Chi è cresciuto e vive in Bregaglia (e valli simili ce ne sono molte nei Grigioni) si sente legato alla sua valle e si impegna per conservarla. L’intervento dell’uomo ha contribuito moltissimo nei secoli a rendere  questo paesaggio diversificato in boschi, pascoli e prati. Per questo abbiamo una diversità biologica accentuata, che arricchisce di molto le bellezze della nostra valle. Purtroppo la continua diminuzione dei piccoli contadini, negli ultimi anni, favorisce il propagarsi del bosco. Un numero elevato di lupi andrebbe proprio a colpire i contadini di capre e pecore, che sono quelli che si dovrebbe sostenere per mantenere una valle accogliente per tutti.

Mi sono limitato a prendere posizione e scrivere alcune opinioni sui grandi predatori, ma il progetto di legge  prende in considerazione anche altri aspetti importanti in modo di avere in futuro una legge al passo coi tempi.

I partiti e le associazioni che combattono il progetto federale di legge sulla caccia che si vota il 27 settembre 2020 ricorrono fra altro ad affermazioni che non rispecchiano per niente gli obiettivi e gli scopi del progetto di legge in votazione. Il lupo rimane protetto come lo stambecco del quale i Cantoni da oltre  trent’anni  gestiscono in modo esemplare gli effettivi. Inoltre secondo il progetto di legge gli interventi sui lupi saranno fatti non dai cacciatori, ma dai guardiani della selvaggina. Per questo motivo parlare di sterminio e di quasi libertà totale di uccidere lupi sfiora l’assurdità. Effettivamente la nuova legge dà più competenza ai Cantoni, che sono confrontati con questo grande predatore, di quella attuale.

Andiamo numerosi a votare e sosteniamo la nuova legge federale sulla caccia proposta dal Consiglio federale, dal Consiglio nazionale, dal Consiglio degli Stati e dalla maggioranza dei partiti.

Ugo Maurizio, Casaccia