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Salari ribassati

19 gennaio 2017 1 commento

//tratto da La Provincia di Sondrio”\\
“La concorrenza così ci danneggia. Servono controlli accurati sulle imprese che lavorano in Svizzera”. Intervista con Andrea Crüzer.

Andrea Crüzer, imprenditore del 1971, guida l’Associazione dei commercianti e degli artigiani della Bregaglia. Una realtà con circa trentacinque imprese iscritte, attive in più settori: negozi di alimentari e altri beni, ditte delle costruzioni, falegnami, idraulici, metalcostruttori e alberghi sono sono alcuni esempi.

La sua azienda, la tipografia Crüzer, rappresenta un osservatorio privilegiato sulla regione di confine. Dalle finestre del laboratorio di Stampa, oltre ad alcuni dei luoghi che ispirarono Alberto Giacometti, si osserva la strada cantonale che porta dall’Italia al Maloja. Tutte le mattine si assiste alla risalita di padroncini, distaccati e dei frontalieri verso il Maloja.

Presidente, Ticino e Grigioni sono realtà ben distinte, anche per il numero di lavoratori frontalieri: quasi sessantamila e circa cinquemila. Ma ci sono problemi comuni, soprattutto per le imprese?
«In Ticino c’è una situazione complessa e le responsabilità vanno ricercate anche in quello stesso cantone. Da noi si rilevano alcune dinamiche che meritano attenzione. La concorrenza fa bene se è leale, ma se si approfitta dell’assenza di controlli adeguati cambia tutto. Se una ditta estera senza scrupoli assume operai rumeni o polacchi e opera nei Grigioni con prezzi inferiori alla media, creando una condizione di dumping, colpisce tutti noi. Sulla carta, a volte, sembrerebbe tutto a posto. Ma allora come possono lavorare a prezzi stracciati? Servono dei controlli approfonditi, perché questa dinamica crea dei danni sia alle imprese serie, comprese quelle della provincia di Sondrio che operano nel rispetto degli accordi bilaterali, sia ai frontalieri. Sia chiaro, noi non siamo contro i lavoratori italiani».

L'imprenditore Andrea Crüzer nella sua tipografia a Stampa

Purtroppo sono sempre di più i candidati disposti a lavorare con salari ben inferiori a quelli medi anche nel commercio, persino nelle boutique. «Siamo in un momento complicato, nessun operaio o commesso vuole rinunciare al proprio lavoro, anche se le condizioni non sono più quelle del passato. Ecco perché servono controlli anti dumping».

Restando nel commercio, con il franco forte la concorrenza della grande distribuzione italiana si fa sentire anche in Bregaglia? «I prezzi dei negozi di paese sono superiori rispetto ai centri più grossi, ma nel commercio al dettaglio la clientela è disposta a spendere il giusto per avere la qualità. Stiamo preparando un progetto con il Cantone per valorizzare il chilometro zero nel settore alimentare, coinvolgendo i negozianti».

L’edilizia cresce nel resto della Svizzera, ma in Engadina i cantieri sono sempre più rari. «A Sankt Moritz ci sono aziende con dieci dipendenti e fino a pochi anni fa erano sessanta. Questa situazione fa male anche alla Valchiavenna. Se funziona il mercato dell’Engadina, sta bene tutto il territorio fino a Verceia. Paghiamo un prezzo elevato per l’iniziativa a base federale sulle seconde case: la pianura ha deciso come deve vivere la montagna. In occasione delle elezioni ci dicono che il governo lavora per le valli laterali, ma la periferia soffre: entro il 2020 taglieranno anche l’ultimo ufficio postale in Bregaglia. Per le nostre aziende sarà un ulteriore disagio».

Qualche anno fa era emersa l’ipotesi dell’insediamento di un grande stabilimento in Bregaglia. «Ritengo più importante difendere quello che abbiamo. Reputiamo fondamentale il contenimento dei costi per le imposte e le tariffe, in modo da rendere più sostenibile la presenza di aziende e famiglie. Anche la disponibilità di un fondo per finanziare i progetti innovativi senza interessi sarebbe uno strumento prezioso. Spesso le piccole aziende hanno difficoltà per affrontare gli investimenti, ecco perché sarebbe importante un aiuto di questo tipo».

Gli accordi bilaterali hanno portato vantaggi anche alle aziende svizzere? «No. Per una questione di prezzi, in Italia per noi le opportunità sono limitatissime. Ma non dipende solo dai costi. Per lavorare in Svizzera bastano una dichiarazione sul web e il rispetto delle regole. Per operare in Italia ci vuole una montagna di burocrazia».

Ora si avvicinano i Mondiali di sci alpino a Sankt Moritz, ma soprattutto il voto di metà febbraio sulle Olimpiadi invernali del 2026. «Una grande occasione per il nostro Cantone e la Svizzera. Io ci credo».

Attualmente c'è un commento

  1. Giacometti Giuliano scrive:

    Alles gut und recht Andrea.
    Bauten, die unter dem bis zur Volksabstimmung vom 11. März 2012 geltenden Recht gebaut und genutzt wurden, dürfen auch heute in dem Maß genutzt werden , wie dies zum Zeitpunkt der Annahme der Zweitwohnungsiniziative rechtlich zulässig war. Bestehende Wohnungen können frei verkauft, genützt und vererbt werden. Im Moment gibt es im Engadin und Bergell ein enormes Überangebot an Zweitwohnungen und Häuser die zum Verkauf stehen und niemand will. Die Initiative kann deshalb nicht schuld sein.
    Die Gründe sind die Finanzkrise, der starke Franken und das von deiner Partei unter Widmer Schlumpf aufgehobene Bankgeheimnis und nicht die Unterländer

    Giacometti Giuliano

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