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“Memorie” di Silvio Spargnapani

8 settembre 2022

Presentate, domenica 4 settembre, le “Memorie” di Silvio Spargnapani. Testo originale inglese con traduzioni in italiano e tedesco.

Era l’aprile del 2019; in molti alla Ciäsa Granda avevano partecipato alla serata in cui si presentavano, in seno al “laboratorio italiano”, le memorie di Silvio Spargnapani (1882-1954).

Quarantacinque pagine scritte a macchina negli anni 40 sono passate dalla California a Zurigo, da figli a nipoti, da cugina a cugina fino al loro ritorno a Castasegna, dove domenica 4 settembre sono state presentate sotto forma di libro, pubblicato dalla neonata Società Storica di Bregaglia.

I fortunati presenti sono stati trasportati indietro nel tempo sotto la guida degli esperti Hannes Siegrist e Leo Mörikofer, prima nella sala comunitaria, poi a spasso nel “quartiere Spargnapani” e infine all’interno di una casa dei discendenti diretti dei primi Spargnapani, nove generazioni dopo.

Affascinante la storia che lega Castasegna alla famiglia, tra le più costanti a spingersi oltre i confini, a cercare fortuna nel mondo per poi tornare, sempre. Ciò che però colpisce maggiormente è la gustosa narrazione di Silvio che, in piena guerra mondiale, ricorda la sua vita, rivolgendosi ad un lettore immaginario. Descrive soprattutto la sua infanzia e formazione senza un briciolo di spocchia, senza vanagloria: sembra di leggere il diario di un ragazzo, non di un uomo che ha fondato un’impresa di traduzioni per più di trenta lingue a Manchester seconda città per importanza di un impero coloniale.
Si legge l’affetto e la riconoscenza per tutti i gradini affrontati, belli e brutti, sono ben impressi i ricordi dei giochi, dei divieti, dell’affetto per le sorelle, i cugini e i compagni.
Silvio riflette sulla fame e sul coraggio, ma in un modo semplice e umano che conquista.

Si capisce la perseveranza di Giannina Spargnapani che dal primo incontro con Gian Walther, ha supportato e seguito la pubblicazione di queste memorie che, dice, le hanno permesso di conoscere il nonno, incontrato ad 11 mesi e poi più.

Donatella Rivoir

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