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Castagne e cambiamenti climatici

10 ottobre 2018 Nessun commento

Nell’ambito del Festival della castagna si è svolto, domenica scorsa a Soglio, il quinto convegno scientifico a tema. Con relazioni di alto livello, però alla portata di tutti.

Quasi una trentina di persone sono presenti al 5° Convegno sulla castagna in Val Bregaglia, intitolato “Cambiamenti climatici e castagne”. Alle 9.00 di domenica 7 ottobre 2018 l’apertura ufficiale del Convegno è accompagnata da un caffè di benvenuto all’Albergo Ristorante La Soglina di Soglio. Contemporaneamente il sole spunta dietro le montagne e inizia a riscaldare la mattinata.

Alle 9.30 la responsabile e organizzatrice del Festival della castagna Tosca Giovanoli saluta i partecipanti in italiano e tedesco, ringraziando a nome di Bregaglia Engadin Turismo. Subito dopo elenca lo svolgersi della densa giornata e presenta i rinomati relatori accorsi da tutta la Svizzera.

Marco Conedera dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL inizia con la prima presentazione e illustra l’origine del castagno, sfatando alcuni miti e soffermandosi su una precisa e dettagliata descrizione del cinipide e del suo antagonista naturale. Tramite alcuni grafici è evidente il successo di questo secondo insetto. Ricordando che ogni anno almeno una nuova specie dannosa è importata e che nel caso dell’epidemia di cinipide la Svizzera agì troppo lentamente per motivi di biosicurezza, alle 10.30 cede la parola al suo collega WSL Simone Prospero. Quale forestale e patologo è la persona più adatta per entrare nei dettagli di altre malattie che attaccano il castagno. Facendo delle speculazioni, siccome non ci sono ancora dei dati concreti, spiega l’influsso negativo che il cambiamento climatico potrebbe avere sul cancro corticale o sul mal d’inchiostro ma pure su altre malattie e parassiti che attualmente affliggono il castagno, anche in Val Bregaglia. Negli Stati Uniti, su di una superficie 70 volte più grande della Svizzera, il castagno è praticamente scomparso per via di un fungo parassita.

Alle 11.30 si passa a una presentazione più ottimista, cioè quella di Andreas Gauch, realizzatore di una piantagione di castagni a nord delle Alpi. È bizzarro vedere i singoli castagni, piantati lungo delle righe meticolosamente poste alla distanza di 9.50 metri le une dalle altre, in maniera quasi industriale. Il progetto iniziato nel 2012 porta però i suoi frutti, una tonnellata di castagne l’anno per la precisione. Questo ibrido di castagno euro-nipponico chiamato Bouche de Bétizac è il migliore in circolazione e va letteralmente a ruba. I vermicelles di Andreas Gauch sono presenti perfino al Convegno, serviti come dessert dopo uno squisito pranzo a base di un tris vegetariano o di sminuzzato di capriolo con contorni, preceduti da un’ottima insalata.

Alle 14.30 il Convegno continua con svariati scenari climatici possibili fino al 2080, presentati dal meteorologo Matteo Buzzi di MeteoSvizzera. Purtroppo la previsione è negativa, siccome il surriscaldamento del globo è in pieno atto e in Svizzera lo sentiamo maggiormente. Interessanti e allo stesso tempo agghiaccianti gli effetti retroattivi principali, tra i quali quello del permafrost-metano, messo in relazione anche con il franamento del pizzo Cengalo. Molte le domande del pubblico per quanto riguarda il clima futuro.

Tavola rotonda: “Quale importanza potrà avere il castagno nel mondo futuro?”

Alle 15.30 inizia la tavola rotonda con i presenti Marco Conedera, Simone Prospero, Matteo Buzzi, il forestale del Comune di Bregaglia Andrea Giovanoli, l’esperto di turismo Michael Kirchner e la moderazione di Marco Giacometti. Il titolo formale “Quale importanza potrà avere il castagno nel mondo futuro?” ispira la prima domanda di Marco Giacometti, che inizia chiedendo quale importanza abbia il castagno nel mondo presente. Da qui nasce un interessante dibattito tra i presenti includendo il pubblico, che dimostra come il castagno sia percepito in differenti forme: i contadini e castanicoltori mirano forse maggiormente alla raccolta del frutto o una sorta di rendita, i turisti apprezzano la selva castanile ben curata e mantenuta, un esperto forestale legge anche la funzione protettiva di questo genere di bosco, in Portogallo invece si creano nuove piantagioni di castagni “a perdita d’occhio”, come riporta Marco Conedera, anche per la produzione del legno su grande scala come in Inghilterra. Si afferma addirittura che con il mutamento climatico alcune zone svizzere non sono più idonee al castagno. Non trovandosi d’accordo su tutti i punti ma facendo intendere che è necessaria una cooperazione da parte dei diversi attori attivi attorno al castagno, anche in Val Bregaglia, la tavola rotonda si conclude puntualmente alle 17.00, dando appuntamento all’anno prossimo con un tema ancora da definire.

Il Convegno sulla castagna in Val Bregaglia è una giornata intensa, molto intrigante, stimolante e soprattutto alla portata di tutti. Avere come ospiti dei grandi esperti e professionisti – due terzi dei partecipanti alla tavola rotonda di questa quinta edizione sono dottorati – che presentano delle relazioni comprensibili a un pubblico di lingua italiana o tedesca e che sono a disposizione per eventuali domande o dubbi, è un’occasione unica da non perdere per tutta la popolazione della Bregaglia, che con la castagna ci vive e ci ha vissuto nei tempi passati e che forse ci vivrà anche in un – più caldo – futuro!

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Davide Fogliada

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