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Un 2017 difficile per i boschi svizzeri

20 luglio 2018

Gelo, bostrico e malattie varie nell’anno passato si sono fatti sentire. Il gelo tardivo di aprile, le tempeste d’agosto e la siccità hanno fatto soffrire l’anno scorso in Svizzera non soltanto frutticoltori e viticoltori, ma anche i boschi, colpiti oltre che dal solito bostrico da una serie di malattie delle piante, in parte nuove.

L’estate 2017 è stata nel suo insieme nettamente più calda della media, è stata anzi la terza più calda dall’inizio delle misurazioni, dopo quella del 2003 e del 2015, scrive l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio WSL in una nota in cui riassume la situazione fitosanitaria dei boschi elvetici nell’anno passato.

Il volume dei boschi di abete rosso infestati dal bostrico tipografo è di nuovo cresciuto per raggiungere i 320’000 m3, un livello da tre a quattro volte superiore rispetto al periodo 2008-2012. Il WSL rileva che sebbene gli attacchi di questo coleottero abbiano finora risparmiato un certo numero di regioni elvetiche non si può ormai più parlare di una situazione tranquilla per l’insieme della Svizzera. I grossi danni causati dalle tempeste invernali dello scorso gennaio hanno agevolato il pullulare del bostrico, anche se siamo ancora lontani dalla vera e propria “esplosione” registrata negli anni successivi alla tempesta Lothar del 1999.

I lariceti sono stati dal canto loro aggrediti dalla tortrice grigia del larice (Zeiraphera griseana), una farfallina grigio-marrone che pullula a intervalli regolari nelle valli laterali di tutto l’arco alpino. Le sue larve si nutrono in estate degli aghi appena germogliati di queste conifere, le cui corone assumono allora una colorazione marrone-rossiccia e gli alberi hanno un aspetto malato. Il fenomeno è stato segnalato quest’estate in Alta Engadina e nel Vallese.

Anche le latifoglie hanno i loro crucci. Il tarlo (o capricorno) asiatico, rilevato per la prima volta a Winterthur nel 2016, è apparso anche nel canton Friburgo. Dallo scorso febbraio è tuttavia considerato come sradicato.

Per la prima volta nel 2017 è stata riscontrata in Svizzera anche l’argide dell’olmo, o tentredine zigzag dell’olmo (Aproceros leucopoda), originaria dell’Asia orientale ma che si propaga in Europa dal 2003 e causa ripetute defogliazioni.

Da parte sua, il frassino continua a soffrire a causa della Chalara fraxinea, un patogeno fungino responsabile di gravi deperimenti di questo albero. Un’inchiesta sui frassini sani è stata lanciata in Svizzera nel 2016/17, perché su di essi poggiano le speranze di conservazione della specie, scrive il WSL: 367 alberi saranno esaminati con attenzione durante questa estate.

Un altro fungo finora “discreto” potrebbe divenire problematico per il carpine (o carpino). Si tratta dell’Anthostoma decipiens, noto da tempo e che non è di norma aggressivo. Alberi infestati nel canton Ginevra sono stati tuttavia eliminati per precauzione.

Tornando alle conifere, il WSL mette in guardia dagli agenti patogeni della malattia delle bande rosse (MBR) e di quella delle macchie brune (MTB), che attaccano varie specie di pini e sono causate da organismi nocivi considerati particolarmente pericolosi detti anche organismi da quarantena. L’infestazione comporta la perdita degli aghi e, se è grave e ripetuta, può causare la morte dei giovani esemplari.

Il WSL segnala ancora una nuova malattia del faggio, comparsa in Svizzera già da alcuni anni e provocata da un fungo denominato Pseudodidymella fagi, e una nuova malattia della quercia, causata da batteri patogeni osservati nel 2017 su roveri (Quercus Petraea).

Fonte: ats

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