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Vita di Gran Consiglio

27 aprile 2018

//tratto da Il Grigione Italiano\\
Alla sessione di aprile ha partecipato il deputato bregagliotto supplente, Stefano Maurizio. Diversi temi hanno catturato la sua attenzione: il riciclo della plastica, i mondiali dei mestieri, la divisione dei poteri… e il clima preelettorale.

Sei contento, Stefano Maurizio, di questa tua seconda esperienza in Gran Consiglio?
Naturalmente, è stato bello poter partecipare nuovamente a una sessione, anche se non c’erano delle leggi da discutere. Erano più interpellanze, incarichi, domande e iniziative parlamentari, ed è stata una sessione breve. Forse anche per questo, Maurizio Michael ha scelto questa occasione per lasciarmi andare in Gran Consiglio ancora una volta prima della fine della legislatura.

Quali sono state, per te, le cose più interessanti? O anche quelle meno interessanti?
Ci si accorgeva che era la sessione prima delle elezioni. Specialmente le domande che sono entrate alla fine mostravano che non era tanto importante il contenuto, quanto il profilarsi ancora, poco prima delle elezioni.
Comunque ci sono stati temi molto importanti. Per esempio ho trovato interessante, anche come docente, la candidatura del Cantone dei Grigioni ai campionati mondiali dei mestieri. Mi sembrava un’ottima idea, anche perché – è stato detto – la Svizzera è il paese che più ha portato avanti il sistema duale della formazione scolastica. Considerando anche che l’80 percento dei giovani del Cantone assolve un apprendistato, mentre il 20 prosegue con la scuola, è bene valorizzare questa parte importante dei giovani.

E il Gran Consiglio poteva decidere qualcosa in merito?
Poteva dare l’incarico al Governo di portare avanti questa candidatura. Il promotore era Alessandro Della Vedova, e l’incarico è stato accolto a larghissima maggioranza.

Altri esempi di temi che ti hanno particolarmente toccato?
La raccolta differenziata della plastica, una cosa a cui avevo pensato spesso. Ma ho capito che non ne vale la pena. Il PET già viene raccolto separatamente, e quello funziona bene. L’altra plastica, in parte viene già raccolta separatamente dai grandi rivenditori, ma altrimenti costerebbe tantissimo, specialmente ai comuni, fare una raccolta differenziata. E l’impatto ecologico sarebbe ridotto. Perfino un verde liberale ha consigliato di votare contro. Usare la plastica per la combustione è dunque quasi più efficace che riciclarla.
Molto interessante, e difficile, è stata poi l’iniziativa Vetsch, quasi un atto di sfiducia verso il Governo, accusato che quando mette in atto le ordinanze di applicazione delle leggi non rispetta la volontà del Parlamento. Chiedeva che il Gran Consiglio abbia un diritto di veto entro trenta giorni dall’uscita dell’ordinanza. Questa iniziativa era stata firmata da moltissimi parlamentari.

Questi sono i casi in cui un supplente probabilmente si trova in difficoltà.
Infatti, non sapevo cosa pensare. Quasi quasi avrei votato no, perché comunque era solo incaricare una commissione di valutare questo aspetto. Tanti dicevano che se si incarica una commissione per qualcosa che è difficile da attuare, costa e alla fine non esce niente, ci si deve chiedere se ne vale la pena. Però c’era proprio un malcontento diffuso. Così alla fine, anche seguendo un po’ la mia frazione (PBD), ho votato di sì. Decisamente contrari erano quelli di sinistra, e io capivo i loro argomenti: se il Governo sbaglia l’interpretazione di una legge, allora è il Parlamento a dover fare leggi più precise, oppure se si accorge che l’ordinanza non va bene, può ancora adattare la legge. Non è che non ha i mezzi.

Alla fine hai partecipato a una discussione davvero interessante.
Sì, praticamente si è discusso della divisione dei poteri, cose che si imparano a scuola, che il potere legislativo e quello esecutivo devono restare divisi… In conclusione, abbiamo deciso di incaricare una commissione competente che dovrà portare avanti una proposta di attuazione. Se eventualmente si andrà avanti in questa direzione, si potrebbe anche dover cambiare la Costituzione.

Avete ricevuto le petizioni del Parlamento delle ragazze?
Il Parlamento delle ragazze è stato ideato per avvicinare le giovani alla politica. Purtroppo però tante delle loro richieste sono già in fase di attuazione, oppure sono difficili da attuare a livello politico: il miglioramento delle pari opportunità, il rafforzamento della rappresentanza femminile nella politica e nell’economia, creare posti di apprendistato diversificati nelle regioni periferiche e l’integrazione scolastica più semplice e rapida, che riguarda i migranti. Sarebbe un vero peccato che queste petizioni vadano a finire nel nulla. Questo scoraggerebbe le ragazze dal partecipare. Quindi alcuni hanno invitato i granconsiglieri che accompagnano le sessioni delle ragazze a fare attenzione che escano cose che possano poi essere portate avanti.

Siete riusciti a «salvare» qualcosa?
Alla fine, di quelle quattro petizioni si prende solo conoscenza, anche perché alcune riguardano leggi federali. E la quinta, quella del mobbing nelle scuole, va al Governo.

Il clima preelettorale si sentiva anche fuori dall’aula?
Sì, chiaramente anche in frazione si è discusso di come organizzare la campagna elettorale, e anche nei corridoi.

Dicevi prima dell’ora delle domande.
Quasi tutto il martedì mattina è stato dedicato all’ora delle domande. Ed è stata una lungaggine. Per esempio è stato chiesto due volte cosa fa il Cantone riguardo allo scandalo della Posta, altre due domande riguardavano la qualità nelle case per gli anziani. Qualcuno si chiede a cosa porti veramente, in generale, quest’ora delle domande. Non vengono neanche molto ascoltate le risposte. Oggigiorno un politico viene spesso giudicato dal numero delle domande, delle interpellanze che fa, e quindi deve esporsi, altrimenti se nessuno lo conosce nessuno lo vota. E la mia impressione è che alla fine si perde tanto tempo.

Ti sono davvero sembrate tutte domande opportunistiche?
No, alcune erano belle domande. Forse la mia valutazione è un po’ drastica a causa della mia scarsa esperienza.

Oltre alla riunione di frazione, hai partecipato alla deputazione grigionitaliana?
Sì, c’era un certa preoccupazione per il ricambio dei giornalisti di lingua italiana a Coira. Abbiamo quindi fatto un’interpellanza, che ho firmato anch’io, per chiedere al Governo di controllare con la RSI che i giornalisti che lasciano la redazione di Coira vengano sostituiti.

E della strada non avete parlato?
C’è stato un incontro non ufficiale con il Consigliere di Stato Mario Cavigelli, dove alcuni parlamentari di Engadina Alta e Bregaglia sono stati aggiornati sullo stato dei progetti e le difficoltà di attuazione di una variante nel tratto Sils – Plaun da Lej.

Ora la legislatura finisce anche per te. Sei di nuovo candidato quale granconsigliere supplente. Non ti piacerebbe essere titolare?
È una carica molto interessante, ma anche molto impegnativa. Come insegnante è un po’ difficile conciliare i due impegni: ogni volta sono più giornate, e bisogna organizzare la supplenza a scuola. Si sa che non ci sono solo le sedute, ma anche le commissioni. Tutto questo mi piacerebbe, ma sarebbe difficile in pratica.

Silvia Rutigliano

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