Capre bregagliotte a Pontresina

Intervista a Gian Giovanoli, autore di una suggestiva mostra fotografica inaugurata il 23 giugno all’interno della nuova galleria “L’Atelier” a Pontresina. Non mancano i riferimenti alla Bregaglia, luogo di origine del fotografo – e alcune particolari modelle bregagliotte.




Chi è Gian Giovanoli?
Sono nato a Sils Maria. Dopo la scuola secondaria e un apprendistato come cuoco, ho deciso di iniziare la scuola alberghiera a Lucerna. Già da bambino amavo fotografare. Dopo qualche anno nel settore gastronomico e una formazione nel campo del marketing, il giorno in cui ho compiuto 31 anni ho deciso di dedicarmi interamente alla mia passione e di lavorare a tempo pieno come fotografo. Sono trascorsi ormai 7 anni da quella fatidica data.

Che rapporto ha con l’Engadina e la Bregaglia?
Sono innamorato di queste due regioni. Sono cresciuto in Engadina ma le mie radici sono in Bregaglia, a Soglio. Ogni volta che passeggio tra le vie di questo villaggio e rivolgo lo sguardo al Badile, percepisco questo legame. Chi lo sa, forse un giorno tornerò in Bregaglia e invecchierò lì, insieme a qualche capra e a un paio di mucche. Penso però che la nostalgia per il lago di Sils a quel punto si farebbe sentire.

Oltre alla promettente carriera come fotografo pubblicitario, lei è anche fotografo di paesaggi e viaggi.
Quali sono i suoi soggetti e luoghi preferiti?
All’inizio mi dedicavo interamente alla fotografia paesaggistica, poi, negli ultimi 3 anni, ho iniziato anche con i ritratti fotografici. Per me è importante una buona combinazione. Tra i miei posti preferiti figurano  sicuramente l’Iran, l’Etiopia e da quando ho visitato la Siberia anche la penisola Jamal.

Cosa l’affascina di più della fotografia?
C’è una cosa che mi affascina molto: riuscire a catturare un attimo unico e irripetibile. Il mio scopo è quello di creare delle immagini che non necessitano di spiegazioni, che siano in grado di suscitare piacere, nostalgia o meraviglia. La vita del fotografo è in costante evoluzione, una ricerca continua di nuovi spunti. Si potrebbe dire che “il viaggio è il traguardo”.

Lei ha inaugurato per la prima volta una galleria a Pontresina denominata “L’Atelier”.
Al suo interno viene presentata tra le altre cose una curiosa serie che vede la capra come protagonista.
Perché proprio la capra?

Purtroppo non potevo permettermi topmodel del calibro di Heidi Clum e Claudia Schiffer, per questo ho scelto delle capre. Con un po’ di fieno e un po’ d’acqua si accontentano facilmente e si risparmiano anche un bel po’ di soldi! (ride) Non so perché, trovo che le capre e le mucche siano semplicemente cool, qui in montagna sono parte integrante della nostra cultura.

Dove ha trovato le sue modelle e con quali criteri ha scelto le sue protagoniste?
Conoscevo già le capre della famiglia Cadurisch di Isola. Sono partito da lì. Poi mi sono ricordato anche di Elisa Nunzi-Giovanoli di Soglio e delle sue bellissime capre. Da lei ho fatto il secondo round.
I criteri sono molto semplici: le capre predilette erano quelle che si prestavano più tranquillamente al mio progetto, senza muoversi troppo. Questa serie fotografica ha rappresentato in un certo senso  le mie radici, caratterizzate dal lago di Sils con Isola e il mio villaggio di origine, Soglio.
La collaborazione con Bettina e Elisa è funzionata alla perfezione, ringrazio molto entrambe!

Cosa possiamo trovare ancora all’interno della sua galleria?
Oltre alle capre, c’è un’esposizione dedicata ai temi dell’immigrazione e dell’integrazione, poi una storia fotografica del mio viaggio in Siberia e un’esposizione di paesaggi engadinesi e bregagliotti.

Quando possiamo visitare “L’Atelier”?
A partire dal 24 giugno. Siccome lavoro e sono regolarmente fuori casa, non ho degli orari di apertura fissi. Gli orari vengono costantemente aggiornati e si possono trovare sulla mia homepage www.giangiovanoli.com