Novità fiscali per i frontalieri
In una tavola rotonda, sabato a Villa di Chiavenna, è stato presentato il nuovo trattato italo-svizzero. I sindacati però chiedono delle modifiche.
I Comuni di Bregaglia e di Villa di Chiavenna, lo scorso 9 aprile, hanno convocato intorno a un tavolo quattro relatori, per presentare e discutere il nuovo accordo fiscale stipulato fra Svizzera e Italia, in riferimento, in particolare, al trattamento dei lavoratori frontalieri. Hanno aperto l’incontro i due sindaci, Massimiliano Tam e Anna Giacometti.
Rispetto all’accordo vigente, datato 1974, ci saranno parecchi cambiamenti, che porteranno a un maggior carico fiscale per i lavoratori, che nell’attuale sistema hanno un trattamento fortemente privilegiato rispetto a chi lavora invece in Italia.
Come ha spiegato Vieri Ceriani, il capo negoziatore di parte italiana, il trattato è per ora soltanto parafato: mancano quindi ancora le firme dei governi e dei parlamenti. Si può dunque ipotizzare che entrerà in vigore nel 2019. Ma per non ridurre improvvisamente il reddito dei lavoratori, è prevista la sua applicazione completa nel giro di dieci anni.
Per i sindacati (erano al tavolo Mirko Dolzadelli per la Cisl e Arno Russi per l’Unia) l’accordo andrebbe applicato invece in 15-20 anni. Essi chiedono, in generale, maggior considerazione per le differenti condizioni in Svizzera, dove il lavoro è meno tutelato e più esposto a un mercato dinamico.
Il granconsigliere Maurizio Michael ha sottolineato la necessità che le aree grigioni confinanti con l’Italia hanno del lavoro frontaliere, e la difficile attuale situazione economica.
Leggi anche l’articolo apparso su La Provincia di Sondrio.
Silvia Rutigliano
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