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Riforma della perequazione finanziaria

18 settembre 2014 Nessun commento

//riceviamo e pubblichiamo\\
Votazione cantonale del 28 settembre 2014. Ma la nuova perequazione finanziaria cantonale è giusta?

Il prossimo 28 settembre saremo chiamati all’urna per decidere se accettare la nuova perequazione finanziaria elaborata dal Cantone e la maggioranza dei cittadini non ci capisce più nulla! La materia è assai complessa ed inoltre molti argomenti fondano su cifre poco recenti (del 2007!) che non permettono di farsi un’idea attuale della situazione.

Una perequazione finanziaria deve avere quale obiettivo principale l’aiuto ai comuni più poveri mediante fondi provenienti dai comuni più benestanti. Inoltre si deve fare in modo che la distanza tra i comuni deboli e quelli forti rimanga breve e dunque la “forbice” non si apra a dismisura. Il modello deve fondare su solidarietà dei più forti e correttezza dei meno forti. Purtroppo la variante che voteremo tra 10 giorni non si può ritenere tale! Un fattore importante per determinare la “forza” di un comune è la quantità (forza) delle risorse. Bisogna però calcolare TUTTE le risorse di un comune! Di certo non è corretto prendere in considerazione i famosi canoni d’acqua, ma tralasciare entrate dovute a concessioni varie o incentivi di solidarietà. Le scuole devono essere prese in considerazione per le spese reali che provocano ad un comune e non in modo omogeneo per tutti i comuni. Una scuola medio-piccola come la nostra costerà di più (pro allievo) di una scuola che riesce a raggiungere sempre ed ovunque il numero massimo di allievi per classe permesso dalla legge. Il medesimo discorso vale per le spese di anzianità. Il comune partecipa alle spese degli asili per gli anziani. Nelle nostre vallate toccate dallo spopolamento il rapporto tra popolazione “attiva” e anziani è un altro che in varie regioni economicamente e geograficamente interessanti e dunque non toccate dallo spopolamento.

Il sistema proposto crea inoltre le premesse affinché vari comuni già deboli si indeboliscano ulteriormente (il tetto massimo delle imposte cantonali non sarà più limitato al 130%!) spingendoli senza speranza a dover cercare alleanze e dunque fusioni. Per me questa è un’ulteriore dimostrazione di fusione forzata dall’alto, e non credo sia ciò che vogliamo. Inoltre, un comune che avrà raggiunto quota 250 o 300% del tasso d’imposta, non sarà di certo attraente per un comune limitrofo in un discorso di fusione, e pertanto avrà ben pochi argomenti a suo favore e dovrà accettare la legge del più forte.

Ultimo argomento che non dobbiamo dimenticare è la quotaparte del Cantone versata nel pentolone con i soldi da spartire. Il montante del Cantone al fondo sono soldi versati da noi contribuenti, e quindi dai vari comuni. Ogni comune ha la possibilità di calcolare quanto di questa fetta proviene dalle sue imposte. È inutile rallegrarsi perché si ha diritto a (per es.) 250 dal fondo di perequazione, ma si è contribuito con 300 ad alimentare tale fondo con le proprie imposte. Alla fine ne risulta un manco di 50! Molti Comuni sarebbero ben consigliati di fare pure questo tipo di calcolo…

Come menzionavo la perequazione basa su valori di solidarietà e correttezza. Votare no solo perché si constata un dovere finanziario del proprio comune, rispettivamente votare sì solo perché si intravede l’opportunità del proprio comune di ricevere denaro dalla perequazione significa scarsa visione ed è sinonimo di egoismo. Prima di votare sarà giusto valutare la proposta in modo globale allargando la valutazione a tutto il Cantone. Solo se una valutazione completa ci darà la convinzione che il meccanismo è perlomeno largamente corretto e solidale potremo votare SÌ. L’attuale proposta non si avvicina nemmeno un po’ alla correttezza ed alla solidarietà e dunque io voto NO!

Gian Luca Giovanoli, Vicosoprano

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