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Un artigianato al passo coi tempi

20 febbraio 2014

Con la tecnica che una volta si utilizzava per costruire i gerli da lavoro, oggi una coppia di pensionati di Bondo si dedica alla realizzazione di oggetti poco più che decorativi. Che a volte vengono acquistati come “souvenir dalla Bregaglia”.

Nelle lunghe sere d’inverno, una delle attività che si svolgevano nel tempo passato era la costruzione o la riparazione degli attrezzi per il lavoro nei campi. Ci si occupava, per esempio, delle gerle e dei gerli: le prime, più capienti, per il trasporto del fieno e di altri materiali leggeri e ingombranti, i secondi per le castagne, la legna eccetera.

Oggi questi oggetti non si usano quasi più, ma fortunatamente la tecnica della costruzione è ancora utilizzata – e si spera così che non cada nell’oblio – per la creazione di gerli in miniatura, così come ceste, cestini e contenitori di vario genere.

Quasi un’arte, considerata la fantasia con cui la signora Erna Picenoni stabilisce le forme e le grandezze dei diversi manufatti. È però del signor Gustavo Picenoni il compito di procurare i legni, lavorarli e montare la struttura sulla quale poi la consorte intreccerà le sottili strisce di nocciolo, dette, in bregagliotto, le scudecce.

I legni utilizzati sono di diverse varietà, e vanno raccolti a inizio inverno, quando la pianta è in fase di riposo. Per creare la base del gerlino, ci vuole un legno che non tende a spaccarsi, come la betulla o il noce. Sulla base si inseriscono le coste, realizzate con il castagno. Un’estremità di queste stecche, a scopo decorativo viene lasciata più grande, perciò bisogna fare molta attenzione a non tagliare troppo… Insomma, il lavoro del signor Gustavo è un lavoro di precisione. Sottili strisce di legno, in genere quattro per ogni ramo, vengono ricavate da lunghi rami di nocciolo: sono le flessibili scudecce che la signora Erna fa passare fuori e dentro le coste della struttura, che sono in numero dispari “altrimenti non funziona”, spiegano.

A una certa altezza, si deve intrecciare una doppia striscia di betulla, con la corteccia, e un’altra doppia striscia, sempre intrecciata, sarà messa in cima, a formare l’orlo. Oltre a essere decorativo, questo sistema rende stabile il tutto. Infine, sulla parte posteriore del gerlino, all’altezza della striscia di betulla intrecciata, vengono applicate le cinghie, le bretelle, anch’esse di legno di betulla.

I gerlini sono certo il pezzo più caratteristico della produzione dei coniugi Picenoni, ma fra gli oggetti finiti si trovano anche: un gerlo grande e uno medio per ragazzi, poi dei cestini con il manico, un cesto per la carta, un portapenne…

(Articolo tratto da Il Grigione Italiano)

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