a-GRit, Economia

Le reazioni

30 agosto 2013

L’idea del tavolo transfrontaliero piace ai valchiavennaschi. Istituzioni e associazioni approvano l’idea che arriva dalla Bregaglia svizzera.

Un “sì” significativo arriva dall’ente che ha promosso progetti Interreg e altre azioni condivise. «L’ipotesi di un organismo snello, utile per il confronto e lo sviluppo, da noi trova un grandissimo spazio», assicura dalla Comunità montana il presidente Severino De Stefani. «Siamo disponibili a sederci tutti insieme per costruire percorsi condivisi e concreti, come sono stati ad esempio i progetti Interreg.

Finora ci si è concentrati sulla cultura e sul territorio. Ora possiamo pensare a dei ragionamenti dal tenore ancora più elevato, per garantire opportunità ai due territori sempre più legati. Un esempio arriva dalla scuola: l’orientamento degli studenti deve tenere conto del mercato del lavoro transfrontaliero. Ci sono altre azioni da condividere, ad esempio sul turismo e sulla viabilità. La possibilità di affrontare in maniera organica e puntuale queste tematiche è molto significativa». Le imprese Anche Stefano Coldagelli, presidente dell’Unione artigiani di Chiavenna, approva l’idea del tavolo di confronto.

Per le imprese la possibilità di lavorare all’estero rappresenta un’opportunità, ma ci sono anche questioni legate alla formazione, alla concorrenza e al dumping. «Lo sviluppo futuro del nostro territorio deve tenere conto dei mutamenti relativi ai confini – osserva il vicepresidente provinciale degli Artigiani -. La condivisione delle problematiche e delle prospettive rappresenta un segnale positivo e incoraggiante, soprattutto in tempi difficili per le nostre aziende». Al di là delle proposte di analisi incentrate sulla costruzione di un tavolo, sono evidenti le potenzialità legate al confine anche per il commercio e il turismo.

I pacchetti che permettono di visitare entrambi i territori, ad esempio, sono presenti da alcuni anni nelle offerte dei Consorzi. «La clientela engadinese e bregagliotta apprezza i nostri prodotti e il piacere di quella che, parafrasando le parole di un giornalista svizzera, è una città con la giusta dose d’italianità – sottolinea il presidente dell’Unione commercio, turismo e servizi, Marino Del Curto -. Dopo trecento anni di dominazione elvetica, ci è rimasto qualcosa di svizzero. Con la Confederazione ci devono essere delle sinergie, anche per la commercializzazione dei prodotti, con opportunità di scambio che sarebbero gradite ai consumatori».

Le associazioni È positivo anche il parere di Ivan Cameroni, presidente del Consiglio sindacale interregionale Lombardia Sondrio Grigioni. «Da quasi vent’anni siamo attivi, come Consiglio sindacali interregionale, con un tavolo di confronto fra le due componenti, quella italiana e quella svizzera, del sindacato. L’idea di esportare questo modello coinvolgendo altri soggetti ci piace. Finora ci sono state occasioni di confronto, spesso interessanti, ma troppo sporadiche.

L’idea in arrivo dalla Bregaglia risponde a delle esigenze che partono dal mondo del lavoro e vanno a riguardare anche altri settori della società». «Anche dalla cultura possono arrivare idee e pratiche utili per lo sviluppo del territorio di confine, puntando su percorsi virtuosi che partono dalla nostra storia e permettono di guardare lontano», aggiunge Gianni Lisignoli dall’Associazione italo svizzera degli scavi di Piuro.

di Stefano Barbusca

Leggi: Il richiamo dei Grigioni

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