Ascensione a Nossa Dona
Nuove lettere di Pier Paolo Vergerio da Vicosoprano. Giovedì 17 maggio, il consueto culto dell’Ascensione presso la chiesa di Nossa Dona a Promontogno è stato arricchito da un’interessante conferenza di Emidio Campi, docente di Storia della Riforma presso la Facoltà di teologia dell’Università di Zurigo.
Il carismatico professor Campi, che ha anche concluso il culto svoltosi nella fredda chiesa di Nossa Dona, dopo il pranzo organizzato dalla società femminile di Sotto Porta ha presentato al pubblico una scoperta di particolare interesse per i riformati bregagliotti. Al centro della conferenza c’era infatti un epistolario in italiano, scoperto di recente dallo stesso Campi nella biblioteca centrale di Zurigo, tra Rudolf Gwalther, il successore di Heinrich Bullinger alla guida della chiesa riformata di Zurigo e Pier Paolo Vergerio, il sacerdote che ebbe un ruolo fondamentale nel portare il protestantesimo in Val Bregaglia.
La fitta corrispondenza, oltre a confermare l’importanza di Zurigo come punto di riferimento per il protestantesimo dell’epoca, ha dato spunto per alcune interessanti supposizioni. In particolar modo il rifiuto della chiesa evangelica svizzera di partecipare al concilio di Trento e l’accoglienza degli esuli religiosi a Vicosoprano e nella stessa Zurigo.
Il concilio di Trento e gli esuli religiosi
Dalle lettere si deduce che Pier Paolo Vergerio, ex uomo di potere della chiesa cattolica dovesse avere degli informatori in Vaticano, visto che riesce ad informare in anticipo la chiesa zurighese che il Papa intende invitare al concilio di Trento anche i riformati, ma le supposizioni non si fermano qui. Vergerio sconsiglia infatti con veemenza la partecipazione al Concilio e visto che egli era tenuto in alta considerazione da Bullinger, non si esclude che siano state proprio le lettere del Vergerio da influire sulla decisione finale della chiesa evangelica di non andare a Trento.
Altro tema centrale delle lettere sono gli esuli religiosi italiani e svizzeri. Dalle lettere si capisce come Vergerio si desse da fare per accogliere a Vicosoprano i protestanti che fuggivano dalla vicina Italia. Viene quindi confermata anche questa vocazione di Vergerio che in seguito giocò un ruolo fondamentale anche nell’accoglienza dei riformati locarnesi a Zurigo, avvenuta nel 1555, visto che scrisse a Bullinger ben cinque lettere sull’argomento.
Vergerio in Bregaglia
Dalle 17 lettere molto personali intercorse tra Vergerio e Gwalther si capisce come Vergerio debba aver vissuto a Vicosoprano tra il 1550 e il 1552. Frasi come “Il freddo delle chiese supera quello delle Alpi” fanno intuire che Vergerio non era molto contento della sua situazione in Val Bregaglia.
Il riformatore si aspettava più aiuto nell’accoglienza degli esuli religiosi italiani ed egli racconta inoltre di come venga ingiustamente accusato di aver fomentato la profanazione delle spoglie di San Gaudenzio. Dalle lettere traspare anche il carattere irrequieto del personaggio, viste le sue continue interferenze in Valtellina per affari di chiesa e la distribuzione di libri di propaganda religiosa.
Nel 1552 Vergerio si trasferisce a Tubingen “dopo essersi probabilmente bruciato il terreno attorno in Val Bregaglia” come dice Campi. Il professore racconta come di Vergerio rimanga l’impressione di una personalità complessa e controversa. Egli era un grande divulgatore e comunicatore, ma secondo Campi il tratto che lo contraddistingueva maggiormente era il rivolgersi agli umili e non ai dotti scrivendo di teologia “per nutrire coloro che ancor son deboli”.
Ascolta: Foglio volante – 18.5.2012 (dal minuto 15’40”)
Guarda: 3 minuti con… Emidio Campi
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