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Carovana dei ghiacciai

11 agosto 2023

La Carovana dei ghiacciai fa tappa a Salecina. Intervista a Vanda Bonardo.

Chi è Vanda Bonardo?
È un’appassionata di montagna, una naturalista, un’insegnante e per sedici anni è stata presidente di Legambiente per il Piemonte e la Valle d’Aosta. Negli ultimi sei anni mi sono occupata in particolare di Alpi e sarò in prima fila al convegno organizzato dal Centro di formazione e vacanza – Salecina. Il convegno si svolgerà dal 7 al 10 settembre. Attualmente sono responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente CIPRA Italia.

Può raccontare da dove nasce l’idea, l’esigenza, d’affrontare questo problema in questo modo?

L’idea è mia. Circa quattro anni fa, era il 20 settembre 2019, mi organizzai e andai in montagna, essendone una assidua frequentatrice. I ghiacciai sono esseri meravigliosi, ti danno la possibilità di toccare con mano i cambiamenti climatici. Lessi di un funerale per il ghiacciaio Okjokull in Islanda. Allora decisi di organizzare una manifestazione chiamata, “Requiem per un ghiacciaio”. Eravamo al ghiacciaio del Lys, in Valle d’Aosta. Decisi di coinvolgere insieme agli esperti anche scrittori e musicisti per avere più canali aperti per una sensibilizzazione capillare. Da quell’esperienza è partita l’iniziativa Carovana dei ghiacciai, che viaggia lungo tutto l’arco alpino e quest’anno è organizzata da Legambiente e CIPRA (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano (CGI). Quest’anno saremo in viaggio dal 20 agosto al 10 settembre. Tra le varie tappe toccheremo anche il ghiacciaio del Morteratsch con una tre giorni di eventi a Salecina.

Tra i tanti quale episodio è stato più significativo per lei? Le è rimasto maggiormente nel cuore?
Sono tantissimi. Il ghiacciaio dei Forni, in Valtellina, uno dei più grandi d’Italia. Siamo saliti nel 2020 e nel 2022 e abbiamo visto un arretramento di quasi 100 metri. Sono rimasta senza parole, perché non è solo la velocità con la quale si fondono i ghiacci che fa impressione, ma è anche l’accelerazione con la quale riducono la loro superficie che spaventa.
Il problema è soprattutto il nostro. Le oscillazioni della temperatura erano variazioni su tempi lunghi tanto che la flora e la fauna si adattavano e anche noi esseri umani possiamo adattarci, ma le impennate possono provocare i disastri che vediamo negli ultimi tempi. E la curva delle oscillazioni va di pari passo con le emissioni di CO2.

Cosa le ha dato prova che state andando nella giusta direzione?
Noto una maggiore sensibilizzazione. Tra la gente questa iniziativa sta avendo grande successo, forse perché si tratta di una novità. Forse per qualcuno è una moda. Ma in Italia soffriamo di una grande indifferenza, tra le alte sfere, quasi un negazionismo. Poi ci sono molti amministratori locali che sono come delle candele nella notte. Se ne stanno accendendo molte, ma sono ancora poche.

C’è un nesso tra le sempre più frequenti frane e lo scioglimento dei ghiacciai?
Certamente soprattutto in conseguenza del degrado del permafrost e purtroppo nelle zone di montagna i cambiamenti sono ancora più evidenti.

Lei ha conosenza dello stato vitale dei ghiacciai svizzeri?
Purtroppo, non conosco così bene i ghiacciai svizzeri come conosco quelli italiani. Lo scorso anno sono stata sul ghiacciaio dell’Aletsch e l’ho trovato in grande sofferenza.

Un consiglio per noi, per tutti sui comportamenti da assumere se vogliamo fare una gita o su cosa possiamo fare per contribuire alla salvaguardia dei ghiacciai?

Sarà banale dirlo, ma bisognerebbe ascoltare molto di più le indicazioni delle guide alpine. Andare in montagna rispettandola e rispettando sé stessi. Non si può andare in alta quota senza le giuste protezioni, perché l’ipotermia arriva in tempi brevi se non si è equipaggiati adeguatamente. Sarebbe necessario cambiare stile di vita, ad esempio, diminuendo il consumo eccessivo di carne. Gli allevamenti intesivi provocano il 37% di emissioni di CO2. Semmai sarebbe più indicato consumare carne e prodotti agricoli quanto più possibile a km 0 e biologici. Inoltre, rendere le abitazioni efficienti da un punto di vista energetico. Non rincorrere le mode, ma aggiustare e non buttare. Andare a piedi, che ci mantiene in salute e non inquina.

Paolo Pollio

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