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Che valore ha il patrimonio culturale per la Bregaglia

8 aprile 2023

Si è discusso, giovedì 6 aprile, in occasione dell’apertura del settimo Artipasto di cultura bregagliotta. Alla tavola rotonda, moderata da Marco Giacometti, erano presenti Itala Vivan – emerita Università di Milano, Jacques de Salis – Galleria il Salice, Jon Bischoff – Comune di Bregaglia, e Marcello Gervasi – Hotel Maloja Kulm.

La serata, fruibile sia da italofoni che da germanofoni, grazie alla generosa traduzione, potrebbe essere il punto di partenza per diversi filoni di conferenze. Dai relatori e dal pubblico sono stati evidenziati punti deboli e potenzialità della narrazione della Bregaglia, troppo timida secondo alcuni, forse non abbastanza ferrata.
Ci si interroga su chi debba godere della cultura locale, il turista mordi e fuggi, o la popolazione, ci si chiede di conseguenza quali bisogni debba soddisfare la cultura: c’è bisogno di accedere velocemente, nel breve periodo di vacanza ad una serie di suggestioni storiche, gastronomiche e paesaggistiche del luogo o c’è una tavolozza di elementi materiali e immateriali che andrebbero approfonditi in primis tra gli abitanti della Bregaglia?
Cultura è senz’altro anche una discussione come quella svoltasi giovedì sera a Soglio, ma latitano gli indigeni.

Associazioni dinamiche e preparate offrono alla popolazione storie antiche tornate alla luce, testimonianze intime su personalità di fama internazionale partiti dalla Bregaglia, ricostruzioni di come la storia sia passata da queste parti. Parallelamente eventi, festival e manifestazioni danno spazio in Valle a espressioni artistiche provenienti da tutto il mondo: occasioni per ampliare la conoscenza della creatività odierna e passata.
Quanto è cosciente la Bregaglia della propria bellezza? Quanto e come vuole condividerla? Bisogna riuscire a descriversi mantenendo fede alle proprie tradizioni, custodendole e tramandandole senza banalizzarle. Ma cosa caratterizza la Bregaglia?

Non basterebbe un articolo e non è bastata una serata a toccare tutti gli aspetti che potrebbero definire l’identità bregagliotta, così particolare dal punto di vista linguistico, crocevia di commerci, eserciti, rivoluzioni culturali e religiose. Se poi la cultura non è solo pittura e architettura racchiuse nei musei, se si vuole pensare a costruire luoghi di cultura, professioni culturali, abituare le giovani generazioni a vivere di cultura, si deve tenere conto del suggerimento di una ragazza tra il pubblico che allarga il campo al design, alla moda, alla musica.

Si conviene dunque che l’identità di una comunità muta necessariamente nel tempo, che va raccontata con mezzi contemporanei, che riguarda la coltura locale e artigianale come le influenze che dall’esterno apportano dei contributi, riguarda il paesaggio, la religione e tanto altro. Di identità si deve parlare però quando è condivisa, senza che ognuno voglia definire il mezzogiorno in base alla propria meridiana.

A talmente tante riflessioni ha dato spunto il tema e talmente partecipata è stata la serata che si spera in una mano felice nella scelta che il municipio farà nelle nomine della Commissione per la cultura, dalla quale dipenderà ciò su cui si investirà: sul turismo, sullo sport, sull’innovazione o sulla conservazione?

La Val Bregaglia dunque riflette su sé stessa e si prepara ad un futuro dicastero unico per turismo e cultura e ad una legge che regolamenterá cosa è degno di sostegno e cosa no.

L’augurio è che si coltivino conoscenza e trasmissione autentiche, rispettose dei ritmi e delle abitudini locali, che cultura si respiri e si insegni fin da piccoli e che la Valle possa offrire luoghi e occasioni di lavoro culturale.

Donatella Rivoir

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