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Nuova mostra a Stampa

30 giugno 2021

//comunicato stampa\\
I volti di Soshana e Giacometti, a cura di Virginia Marano, è allestita negli spazi di un’avita casa Giacometti prospiciente l’atelier del celebre scultore svizzero. L’esposizione celebra l’opera della pittrice austriaca e l’amicizia tra i due artisti.


Soshana – artista dalla vita intensa e drammatica, nata a Vienna nel 1927 con il nome di Susanne Schüller, emigrata in America in seguito alle leggi razziali naziste – utilizza per la prima volta il suo nome d’arte nel 1948 per una mostra al Círculo de Bellas Artes dell’Avana. A Parigi, negli anni Cinquanta, usa come studio gli spazi che furono di Derain e Gauguin; conosce artisti come Brâncusi, Calder, Chagall, Ernst, Klein, Picasso, intellettuali come Sartre, e naturalmente Giacometti, con cui nasce una profonda amicizia.

A quest’artista esule e donna pittrice libera, che la stampa parigina definiva “Cassandra della tela”, il Centro Giacometti di Stampa dedica dal 4 luglio al 29 agosto 2021 la mostra I volti di Soshana e Giacometti: memoria, assenza, trauma, a cura di Virginia Marano (Università di Zurigo), con allestimento dello Studio Alder Clavuot Nunzi Architekten (Soglio).

Attraverso 9 opere su carta, 27 tele – tra cui un celebre ritratto dell’artista svizzero, intitolato Giacometti (1962) – e parte dell’epistolario tra Giacometti e Soshana, provenienti dalla collezione di Amos Schueller, figlio dell’artista, la mostra restituisce non soltanto la poetica della pittrice ma anche la storia di un’amicizia.

Le opere esposte indagano il rapporto tra spazio, storia, genere e sessualità in cui il legame con l’opera di Giacometti si manifesta nello studio figurativo inserito in uno spazio immaginario. Una galleria di ritratti, volti, figure sottili che si appoggiano a tende scure o si proiettano su sfondi dorati, e si possono dividere in tre gruppi.

  1. Il primo, che comprende il ritratto di Isaku Yanaihara– filosofo giapponese di riferimento per Giacometti– rappresenta una riflessione sul ruolo della memoria;
  2. il secondo, in cui i volti ritratti richiamano il profilo dello scultore e sottolineano l’incontro tra i due artisti, riguarda il mistero dell’assenza;
  3. il terzo è dedicato al trauma della guerra, in cui entra prepotente il continuo esilio vissuto dall’artista in quanto ebrea.

Nel documentare e testimoniare il rapporto esistenziale tra i due artisti, ancora per molti versi poco approfondito, I volti di Soshana e Giacometti racconta la loro comune ricerca dell’assoluto inteso non come perfezione artistica, ma come possibilità di rendere il visibile, da un punto di vista artistico.

Soshana (Susanne Schüller) nasce a Vienna nel 1927 da Margarete Schüller, scultrice che non riesce a perseguire la carriera artistica. Nel 1938 gli Schüller, ebrei, sono costretti a partire per gli Stati Uniti. Soshana frequenta la Washington Irving High School e qui incontra il pittore Beys Afroyim, con cui si sposa e ha un figlio, Amos. Nel 1952 si trasferisce a Parigi dove frequenta l’ambiente artistico e conosce Bazaine, Brâncusi, Calder, Chagall, Ernst, Klein, Kupka, Picasso, Sartre, Zadkine e naturalmente Giacometti, con cui nasce una profonda amicizia. Nel 1953 incontra il gallerista svizzero Max G. Bollag che diviene un importante promotore della sua opera. Espone nella parigina Galleria André Weil, al Salon d’Automne, nel Salon des Réalités Nouvelles e al Salon de Mai, dove incontra Pablo Picasso. Nel 1957 è invitata dal Ministero della Cultura cinese a esporre al Palazzo Imperiale di Pechino. Nel 1959 visita e ritrae Albert Schweitzer in Gabon. Nello stesso anno avvia un sodalizio con il pittore italiano Pinot Gallizio e si avvicina al collettivo d’arte CoBrA, situandosi nel contesto dell’arte informale e astratta, influenzata da un forte interesse per la calligrafia giapponese e cinese. Compie numerosi viaggi in Messico, Caraibi, Thailandia, Bali, Australia, India, Nepal, Afghanistan e Iraq. Nel 1972 si trasferisce prima in Israele e poi a New York. Negli anni Ottanta ritorna a Vienna, dove riceve premi come il Merit Award, il Gold of the Province of Vienna e la Croce austriaca d’onore per la scienza e l’arte. Qui si spegne nel 2015.

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Gli Amici del Centro Giacometti presentano: I volti di Soshana e Giacometti: memoria, assenza, trauma a cura di Virginia Marano.
Più di trenta opere tra disegni e dipinti celebrano, negli spazi di un’avita casa Giacometti prospiciente l’atelier del celebre scultore svizzero, l’opera della pittrice austriaca Soshana e l’amicizia tra i due artisti.
Durata dell’esposizione: 4 luglio – 29 agosto 2021.
Inaugurazione: sabato 3 luglio, ore 15.00, Centro Giacometti, Strada cantonale 119, Stampa.

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